lunedì 27 agosto 2007

Coi Piedi Per Terra 5

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 5 del 13 agosto 2007

In questo numero:
1. La solidarieta' di Dacia Maraini
2. Giulio Vittorangeli: Contro il terzo aeroporto del Lazio
3. Peppe Sini: Salute e sicurezza, ambiente vivibile anche per le
generazioni future, diritto al lavoro. Le limpide e forti ragioni
dell'opposizione all'aeroporto
4. Doriana Goracci: La disperazione di chi usa i mezzi pubblici
5. Normanna Albertini: La saggezza di Dedalo
6. Paola Del Zoppo: Elogio del viaggio lento
7. Letizia Lanza: Per amore della Terra
8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. AMICIZIE. LA SOLIDARIETA' DI DACIA MARAINI
[Dacia Maraini, nata a Firenze nel 1936, scrittrice, intellettuale
femminista, e' una delle figure piu' prestigiose della cultura democratica
italiana. Un breve profilo biografico e' in "Nonviolenza. Femminile plurale"
n. 47. Tra le opere di Dacia Maraini segnaliamo particolarmente: L'eta' del
malessere (1963); Crudelta' all'aria aperta (1966); Memorie di una ladra
(1973); Donne mie (1974); Fare teatro (1974); Donne in guerra (1975); (con
Piera Degli Esposti), Storia di Piera (1980); Isolina (1985); La lunga vita
di Marianna Ucria (1990); Bagheria (1993). Vari materiali di e su Dacia
Maraini sono disponibili nel sito www.dacia-maraini.it]

L'illustre scrittrice ed intellettuale di forte impegno civile Dacia Maraini
in una lettera al responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo ha espresso la sua solidarieta' all'iniziativa che si oppone
all'aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in
difesa dell'ambiente, della salute, della democrazia.
Ancora una volta ringraziamo per la sua straordinaria generosita' la grande
scrittrice ed intellettuale da sempre impegnata per i diritti umani, la
pace, l'ambiente, la civile convivenza, una cultura della solidarieta' e
della responsabilita'.
L'esperienza che stiamo conducendo a Viterbo (da Viterbo ma non solo per
Viterbo) e' in difesa dell'ambiente globale e locale, in difesa del diritto
alla salute per tutte le persone (diritto sancito dalla Costituzione della
Repubblica Italiana), in difesa dei beni ambientali e culturali e delle
autentiche vocazioni produttive del territorio, per il rigoroso rispetto
delle leggi vigenti in materia di ambiente e salute, in difesa del diritto
dei cittadini ad essere informati e a decidere insieme e consapevolmente su
scelte che possono avere conseguenze gravissime per tutti. Siamo lieti che
questo impegno riceva attenzione, apprezzamento e amichevole sostegno da
tante parsone, e tra esse alcune delle voci piu' vive della cultura e della
vita civile.

2. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: CONTRO IL TERZO AEROPORTO DEL LAZIO
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell’Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

La questione del terzo aeroporto del Lazio, ufficialmente "conteso" da
Viterbo, Latina e Frosinone, si potrebbe risolvere facilmente ricordando
l'auspicio di Alex Langer ad essere "piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi".
*
Solamente che oggi la nostra classe dirigente (mi riferisco al
centrosinistra, sul centrodestra inutile spendere parole) e' quanto di piu'
lontano dal pensiero di Alex Langer.
Cosi' si e' consumato il deterioramento del rapporto tra classe dirigente ed
il proprio elettorato. Una sorta di disaffezione e profonda delusione, nei
confronti dell'attuale governo, su qualsiasi tema; dai diritti civili al
fisco, dalle grandi opere alla politica estera, nessuno e' veramente
soddisfatto. Non e' solo un problema di interessi materiali, siano tasse o
Ici. Piu' semplicemente, il popolo di sinistra e' stato derubato di ogni
possibile coinvolgimento, su cento questioni: piccole e grandi.
Se e' duro governare con risorse scarse, vincoli europei e piccoli
tesoretti, non sarebbe invece costato nulla almeno ascoltare, dialogare,
spiegare in trasparenza le decisioni "dolorose". Non farlo indica
indifferenza, se non disprezzo; e la presunzione che la delega sia eterna,
indiscussa.
Citiamo per tutti la vicenda della base di Vicenza. Forse sbagliamo, ma la
nostra sensazione e' che siamo davanti ad un progetto consapevolmente
perseguito. Che si potrebbe enunciare cosi': la democrazia e' in crisi,
rivitalizzarla dal basso e' impossibile (e soprattutto pericoloso); meglio
allora deprimerla, favorire l'abbandono di chi ne ha ancora interesse o
passione. Se alla fine solo quattro su dieci voteranno, ebbene, meglio
cosi', pensano. Tutti gli altri vengano targati, con la volenterosa
collaborazione dei mass-media, come "radicali", "estremisti" o
"massimalisti".
*
La vicenda del terzo aeroporto del Lazio e' emblematica in questo senso.
I motivi che stanno alla base dell'opposizione della realizzazione di questo
progetto, (fondamentalmente per "low cost": voli a basso costo), ad iniziare
dall'impatto sul caos climatico, sono gia' stati descritti tanto bene dal
comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione
del trasporto aereo, che sarebbe inutile tornarvi sopra.
Citiamo solo una breve considerazione di Marinella Correggia: "I voli a
basso costo sono un classico meccanismo di offerta che crea una domanda che
altrimenti non ci sarebbe. Di conseguenza, ridurre le concessioni di volo a
queste compagnie (e ridurre i voli a corto raggio) anziche' aprire un nuovo
scalo apposta per favorirle, sarebbe un passo per ridimensionare un settore,
l'aviazione civile, la cui insostenibilita' e' ormai riconosciuta. In attesa
di vedere finalmente una tassazione sul carburante aereo e una riduzione
della pioggia di sussidi al settore aereo".
*
Il problema, nella sostanza, si puo' riassumere nel seguente interrogativo:
quale modello di sviluppo per la comunita' viterbese.
Una provincia fortemente penalizzata dalle servitu', da quelle militari a
quelle energetiche, queste ultime rappresentate dal polo di Civitavecchia e
Montalto di Castro.
Una provincia fortemente sottomessa al potere andreottiano, almeno fino agli
inizi degli anni Novanta. Con una forte penetrazione dei poteri criminali:
da Pippo Calo' (il "cassiere" della cupola mafiosa), a Gaspare Mutolo (boss
mafioso poi divenuto collaboratore di giustizia); entrambi abitavano in
comuni del viterbese. Fino alla presenza di imprese collegate ai "cavalieri
dell'apocalisse mafiosa" di Catania nei cantieri delle centrali di Montalto
e Civitavecchia.
Per chiudere, sul versante delle corruzioni, con le tangenti Enel per le
opere sempre a Montalto di Castro.
Una provincia che, pure faticosamente, ha cercato di opporsi a tutte queste
forme di oppressione. Le lotte vittoriose contro l'ampliamento del poligono
militare di Monteromano, contro la realizzazione della centrale nucleare di
Montalto, sono li' a testimoniarlo.
*
Non solo, credo sia opportuno ricordare la terza Conferenza economica
provinciale tenutasi nel 1995, da parte dell'Amministrazione Provinciale di
Viterbo, che per la prima volta assumeva come centrali i temi della pace e
della solidarieta': "la riflessione ecopacifista e solidale e' in grado di
dare significativi apporti teorici ed indicazioni operative sui modelli di
sviluppo e dello sviluppo umano"; assumeva la cultura come fonte di crescita
del territorio, puntando ad una pianificazione integrata basata sul sistema
dei parchi e delle aree protette; nei trasposti la scelta della centralita'
della ferrovia avrebbe finalmente sconfitto l'assurdita' della Supercassia.
Infine istituzionalizzava il ruolo degli enti pubblici in difesa della
legalita', della democrazia e dei diritti delle popolazioni locali contro
logiche speculative e devastatrici, contro l'economia illegale, il regime
della corruzione e la penetrazione dei poteri criminali.
Molte di queste aspettative sono state ampiamente disattese dalle
Amministrazioni Provinciali che si sono successivamente succedute fino ai
nostri giorni; ma oggi con la vicenda dell'aeroporto sono tornati di
drammatica attualita'. Primo glielo faremo capire, a chi vuol decidere sopra
le nostre teste, meglio e'.

3. EDITORIALE. PEPPE SINI: SALUTE E SICUREZZA, AMBIENTE VIVIBILE ANCHE PER
LE GENERAZIONI FUTURE, DIRITTO AL LAVORO. LE LIMPIDE E FORTI RAGIONI
DELL'OPPOSIZIONE ALL'AEROPORTO

Salute e sicurezza per tutte le persone, ambiente vivibile per l'umanita'
presente ma anche per le generazioni future, diritto al lavoro - certo,
dignitoso e adeguatamente retribuito - come espressione e realizzazione
delle proprie capacita' e come impegno di solidarieta' con la comunita'
umana.
Queste sono alcune delle limpide e forti ragioni dell'opposizione
all'aeroporto e dell'impegno per la riduzione del trasporto aereo.
Perche' la realizzazione del nuovo aeroporto danneggia gravemente la salute
delle persone con l'inquinamento dell'aria e l'inquinamento acustico;
danneggia gravemente l'ambiente non solo localmente ma a livello globale
poiche' il trasporto aereo e' responsabile in misura proporzionalmente assai
elevata del surriscaldamento del clima, che e' oggi la principale emergenza
ecologica planetaria.
E perche' il trasporto aereo e' insostenibilmente energivoro; e'
sostanzialmente scandalosamente antieconomico; pesa ignobilmente sulle
pubbliche casse poiche' riceve ingenti finanziamenti e gode di esenzioni ed
agevolazioni fiscali gigantesche cosicche' gli stessi stati che tagliano i
servizi sociali e sanitari per tutti sperperano immense risorse a vantaggio
della ristretta oligarchia superprivilegiata delle compagnie aeree;
danneggiando i beni culturali e ambientali danneggia le vocazioni produttive
delle comunita' locali, e quindi effettualmente deprime le potenzialita'
occupazionali; non da' lavoro sicuro ed anzi e' ambito in cui precariato e
ricatto, condotte padronali antisindacali, violazioni dei diritti dei
lavoratori, atteggiamenti prevaricatori, sono frequenti e massicci;
vampirizzando risorse pubbliche impedisce la crescita di una mobilita'
adeguata, sostenibile, democratica; con la sua presenza e la sua ideologia,
con le sue conseguenze materiali e sistemiche, con la sua effettiva
pericolosita' per la sicurezza sotto molteplici profili, colpisce e devasta
la possibilita' di modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie
appropriate e di assetti sociali e culturali autenticamente democratici e
non asserviti; avendo assai nocive conseguenze ambientali, sanitarie e
sociali danneggia non solo l'umanita' presente ma altresi' le generazioni
future.
Non solo: il traffico aereo e' anche assai iniquo dal punto di vista della
democrazia: solo il 5% della popolazione mondiale vi accede, ma i costi di
esso vengono pagati da tutti in varie forme e assai pesantemente. Si toglie
ai poveri per dare ai ricchi.
Piu' aeroporti e piu' traffico aereo significa piu' nocivita' e piu' degrado
ambientale e quindi economico e sociale.
Meno traffico aereo e quindi meno aeroporti significa piu' salute, miglior
qualita' della vita, piu' sicurezza per tutti, una convivenza piu' civile e
democratica, la possibilita' di un assai piu' adeguato uso delle risorse
pubbliche: e quindi e infine miglior sviluppo secondo i parametri
scientifici e statistici in base a cui si definisce e si valuta lo sviluppo
umano.
Opporsi a nuovi aeroporti e chiedere una drastica riduzione del trasporto
aereo e' diritto e dovere di ogni persona di buon senso, di ogni persona di
volonta' buona, di ogni persona sollecita del pubblico bene.

4. TESTIMONIANZE. DORIANA GORACCI: LA DISPERAZIONE DI CHI USA I MEZZI
PUBBLICI
[Ringraziamo Doriana Goracci (per contatti: dorianagoracci@hotmail.it) per
questo amaro intervento.
Doriana Goracci e' impegnata nel movimento delle Donne in nero e in molte
altre esperienze di pace e di solidarieta']

Ad un certo punto dell'anno nasce un "Project Work", cosi' lo chiamano i
soggetti "responsabili e pensanti", nasce l'idea di fare di Viterbo una
realta' aeroportuale. Diventa "un sogno dinamico" di "lavoro in progress",
di "ricadute positive, vantaggi immediati, implicazioni straordinarie". Ho
usato alcuni vocaboli scritti da alcuni fautori dell'aereoporto a Viterbo.
Si parla anche di enormi vantaggi per il turismo locale, un rilancio della
Tuscia. Un rilancio della Tuscia! Parole vergognose.
Oggi e' domenica, una tranquilla provinciale domenica d'agosto. Leggo di
tutte le iniziative culturali e/o meno impegnate che sono state organizzate
nella provincia viterbese e nella stessa citta' di Viterbo. Beato chi ha la
macchina.
*
Nel 2007 e' possibile in Italia, nel centro Italia, nell'Alto Lazio, non
poter contare sui servizi pubblici nei giorni feriali, figurarsi nei
festivi, nelle ore della prima serata.
Da Viterbo parte per Roma l'ultima corsa alle 19,40, si puo' ricorrere
all'ultima corsa del treno che e' alle 21. Ma si sa, il treno ferma solo ad
alcune stazioni.
Nel mese di agosto, le corse della ferrovia Roma-Viterbo si contraggono una
ogni due ore.
Normalmente, io residente a Capranica e non automunita e patentata, impiego
un'ora e mezza per arrivare al centro di Roma ed effettuare 53 chilometri; e
devo prima arrivare da sola alla stazione, che e' fuori dal paese.
Si deve contare su una buona cerchia di amici automuniti, per raggiungere
paesi lontani solo una manciata di chilometri dal mio, Capranica, che e'
sulla Cassia. Inutili gli inviti, sono tutti possibili solo se qualcuno ti
ci porta, con i mezzi suoi.
Le strade della Tuscia, non appena si lascia la Cassia, sono ferme agli anni
'50. Sembrano non esistere sistemi di illuminazione sicura stradale, neanche
quella minima che garantisce una navigazione accettabile per chi non conosce
a memoria il percorso, romantico e avventuroso...
I treni ogni mattina portano il loro inaudito carico di pendolari, i nuovi
cittadini che si aggiungono ai vecchi che si recano al lavoro e ai luoghi di
studio. Non sembrano esistere qua in provincia sconti per i residenti
sull'abbonamento annuale.
I cittadini di Orte (come era confortevole pronunciare questo nome quando
andavo a scuola e ci avevano insegnato che era un gran nodo ferroviario),
sembrano essere lontani infinitamente da noi. Bisogna tornare a Roma per
andare a Orte. Bisogna tornare a Roma per andare a Civitavecchia. Bisogna
tornare a Roma per andare a Tarquinia. Ho un amico che sta morendo, e'
ricoverato in una casa di cura convenzionata a Nepi: ci vogliono due ore per
fare 17 chilometri.
*
In tutto questo mare di rabbia, mista a rassegnazione, delle masse reali di
cittadini si muovono per obbligo e a volte vorrebbero anche per piacere, con
i mezzi pubblici, nasce qui nel viterbese una campagna propagandistica e di
potere pro aereoporto. Esordisce con i suoi proclami dallo stile a volte
marinettiano, a volte vagamente minatorio, scommettendo sulla presunta
ineluttabilita' della scelta che faranno i ministeri le compagnie aeree i
capitali gli investitori i politici i partiti i traffichini i manutengoli
gli avventurieri gli sponsor le direzioni provinciali regionali nazionali
l'universita' gli scienziati i giornalisti...
Cosa possiamo fare noi, che l'aereoporto non lo vogliamo, che siamo tanti ma
appariamo sempre di meno, che siamo la maggioranza inascoltata che lavora in
questo paese, che paga tutto, anche con la propria salute i danni di questa
scellerata casta politica? Le loro tracotanti dichiarazioni dilagano sulla
stampa locale e mettono olio negli ingranaggi della comunicazione mediatica,
piovono le solite promesse di lavoro e le solite minacce di disastri e di
abbandono se l'aereoporto non si fara'. La consapevolezza della nostra
solitudine l'abbiamo gia', da molto tempo. Nuova potrebbe divenire la
manifestazione dell'amarezza, della stanchezza profonda, che nessuno vuole
neanche piu' contenere: le consultazioni elettorali sono passate...
Occorre cambiare, con determinazione e responsabilmente.
*
Alla nascita del comitato di opposizione all'aereoporto ho deciso di farne
parte, col mio impegno di singola persona, facendo quanto mi e' possibile
per far conoscere il problema e le argomentazioni... La riuscita
dell'impegno richiede l'analisi obiettiva dei fatti: occorre la difesa della
salute dei cittadini residenti, la ripresa dei lavori per la ferrovia...
La proposta del comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo puo' diventare una forte e determinata
richiesta condivisa da molte persone delle piu' diverse opinioni, un
movimento e una richiesta "trasversale" come si usa dire oggi...

5. RIFLESSIONE. NORMANNA ALBERTINI: LA SAGGEZZA DI DEDALO
[Riproponiamo il seguente intervento di Normanna Albertini (per contatti:
normanna.a@libero.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza
in cammino".
Normanna Albertini e' nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo
ne' Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli
adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo
trovo bellissimo, perche' vivo nella verita' del mondo, non in un mondo
virtuale"); e' impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete
Radie' Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta', di pace, per i
diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna",
mensile dell'Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal,
Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore,
Taranto-Milano 2006.
Samir Amin e' nato al Cairo (Egitto) nel 1931, docente universitario, e'
stato consigliere economico di vari paesi del Sud del mondo usciti dal
colonialismo, attualmente dirige a Dakar, in Senegal, il Forum del Terzo
Mondo. E' uno degli economisti piu' noti, ed uno dei piu' lucidi critici del
capitalismo, dell'imperialismo, della globalizzazione. Tra le opere di Samir
Amin: L'accumulazione su scala mondiale, Jaca Book, Milano 1970; (con Andre'
Gunder Frank, Hosea Jaffe), Quale 1984, Istra-Jaca Book, Milano 1975; Lo
sviluppo ineguale, Einaudi, Torino 1977; La teoria dello sganciamento,
Diffusioni 84, Milano 1987; I mandarini del capitale globale, Edizioni
Associate, Roma 1994; La gestione capitalistica della crisi, Punto Rosso,
Milano 1995; La sfida della mondializzazione, Punto Rosso, Milano 1996; Il
capitalismo nell'era della globalizzazione, Asterios, Trieste 1997; Le fiabe
del capitale, Punto Rosso - La meridiana, Milano-Molfetta 1997; Il sistema
mondiale del secondo Novecento. Un itinerario intellettuale, Punto Rosso,
Milano 1997; Oltre la mondializzazione, Editori Riuniti, Roma 1999; Fermare
la Nato. Guerra nei Balcani e globalizzazione, Punto Rosso, Milano 1999; Il
capitalismo del nuovo millennio. L'economia politica dello sviluppo dal XX
al XXI secolo, Punto Rosso, Milano 2001; Oltre il capitalismo senile per un
XXI secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002; Il virus liberale. La
guerra permanente e l'americanizzazione del mondo, Asterios, Trieste 2004;
(con Ali' El-Kenz), Il mondo arabo. Sfide sociali, prospettive mediterranee
, Punto Rosso, Milano 2004; Geopolitica dell'impero, Asterios, Trieste 2004;
Per un mondo multipolare, Punto Rosso, Milano 2006; (con Francois Houtard),
Altermondialista, Punto Rosso, Milano 2007; vari saggi di Samir Amin sono
apparsi in libri collettanei, tra i piu' recenti: AA. VV., L'orizzonte delle
alternative. Contro la globalizzazione della miseria e dell'esclusione,
Punto Rosso, Milano 2000; in AA. VV., Le teologie della liberazione, Punto
Rosso, Milano 2001; in AA. VV., Acqua. Bene comune dell'umanita', Punto
Rosso, Milano 2002; in AA. VV., Oltre il capitalismo senile. Per un XXI
secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002]

"Ma stai attento - diceva Dedalo al figlio mentre insieme risalivano verso
il cielo - attento a non accostarti troppo al Sole, perche' si
scioglierebbe la cera che tiene salde e unite le ali".
Tuttavia Icaro non lo ascolto', esaltato com'era da quel prodigioso volo che
sempre di piu' lo avvicinava al baratro del sovrumano, all'immensita'
dell'universo, al luogo delle divinita'.
E' questo che alberga nel fondo del cuore umano: diventare come Dio. E'
nella natura umana, sin dal primo peccato nell'Eden, voler sfidare la vita e
farsi un paio di ali che, dopo aver costruito torri per sfidare la
divinita', facciano salire sempre piu' in alto per raggiungerla e mettersi
al suo posto. Il creato, pero', ha delle leggi sue, delle regole, dei
paletti entro cui anche la scienza deve muoversi, rispettandoli, altrimenti
l'umanita', e la vita stessa, ci rimette le penne, si brucia le ali. Come se
le incendio' Icaro, che al sole, per la sua presunzione, si era troppo
accostato.
Che il peccato originale biblico, interpretando il linguaggio semitico, sia
proprio questo? Che parlasse, la Bibbia, di un errore che non era
completamente concluso, ma che accompagnava tutta l'umanita', fino alla
cacciata finale da questo Eden, il nostro unico "paradiso terrestre": il
pianeta Terra?
Il calore cocente fece sciogliere la cera, le ali finte, come falso e'
spesso il progresso umano, che e' solo sviluppo e benessere per pochi e che
danneggia terra, acqua, suolo. Icaro, che impetuosamente si era levato nel
cielo, precipito' negli abissi marini e da essi venne per sempre
inghiottito.
*
Ora, a proposito della costruzione dell'aeroporto di Viterbo, e di un numero
impressionanti di nuovi aeroporti in Cina (fin sul Tibet) faccio mia la tesi
di Samir Amin sul capitalismo come tendenza al genocidio dell'umanita'. Ci
si trova a criticare la Cina quando crea problemi al nostro commercio
invadendoci con la sua merce a basso costo, poi ci comportiamo esattamente
allo stesso modo, anzi: e' la Cina che si e' appropriata del nostro sistema
capitalista, non viceversa.
La Caac (Civil aviation administration of China) ha recentemente annunciato
l'intenzione di costruire una cinquantina di nuovi aeroporti entro il 2010.
L'iniziativa si inserisce in un piano strategico complessivo che coinvolge
l'intero sistema aeroportuale del paese.
Per rendere il paese in grado di sostenere l'aumento di volume di traffico,
le autorita' cinesi hanno previsto uno stanziamento di 17,4 miliardi di
dollari che, oltre alla costruzione dei nuovi aeroporti, consentira' la
trasformazione degli scali di Beijing, Shanghai e Guangzhou in altrettanti
hub internazionali state-of-the-art e degli aeroporti di Chengdu, Kunming,
Xiían, Wuhan e Shenyang in hub regionali.
*
Dice Samir Amin: "Il capitalismo e' stato allo stesso tempo creatore,
liberando una forza creatrice terrena di espansione gigantesca, e
distruttore. Probabilmente, quello che Marx aveva in mente e' che il ruolo
storico del capitalismo e' stato per lungo tempo piu' positivo e costruttivo
che distruttivo. Rosa Luxemburg pensava gia' al tempo della prima guerra
mondiale che la dimensione distruttrice fosse molto piu' forte di quella
costruttrice, e che se l'umanita' non avesse rapidamente superato la logica
capitalista, sarebbe presto entrata in un periodo di barbarie. A mio avviso
aveva ragione gia' allora, ma avrebbe ancora piu' ragione oggi. La
dimensione distruttrice del capitalismo si puo' riassumere in tre elementi:
in primo luogo il capitalismo non e' naturale quanto alla produzione e
all'organizzazione sociale e alla produzione culturale e ideologica, fondata
non sulla considerazione dell'essere umano ma sulla riduzione dell'essere
umano a portatore di forza lavoro, trattato come merce. Questa alienazione
propria del capitalismo, su cui credo che Marx insista, e' stata purtroppo
progressivamente ridotta, dal marxismo storico, ad un argomento di
discussione filosofica senza un portato politico fondamentale. Il secondo
aspetto di questa dimensione distruttrice del capitalismo e' lo sviluppo
delle forze produttive, fondato sulla distruzione progressiva delle risorse
naturali sulle quali la produzione si fonda. La ragione e' che la
razionalita' del capitalismo - perche' si tratta di un sistema razionale -
e' una razionalita' di calcolo finanziario a breve termine o al massimo di
qualche anno. Forse per gli investimenti nelle miniere o nel petrolio, per
esempio, si ragiona in termini di una quindicina d'anni, ma questo termine
non e' nulla in rapporto alla lunga storia del pianeta e dell'umanita'.
Dunque la razionalita' del capitalismo e' storicamente irrazionale, nel
momento in cui si supera l'orizzonte limitato del suo calcolo. Questo, ne
sono sicuro, Marx l'ha detto e l'ha scritto nel Capitale, ma e' vero che il
marxismo storico l'ha dimenticato, e sono i temi che gli ecologisti, senza
aver letto Marx, probabilmente, hanno riscoperto".
*
Icaro vedeva la prudenza e la ponderatezza del padre, che suggeriva di
lasciarsi aiutare dai venti e di volare a media altezza, come una sorta di
debolezza, di poco coraggio, quella che viene imputata agli ecologisti come
ingenuita' (magari definendoli "anime belle"), una forma di esagerata
titubanza, perche' egli, Icaro, aveva capito tutto. Icaro aveva fretta di
volare in alto, rompendo con le leggi della natura, sfidandole fino alle
estreme conseguenze, incapace di fermarsi, seguendo, in cio', l'estremismo
infantile che caratterizza, poi, proprio la societa' capitalista.
Dovremmo ascoltare Dedalo, farci aiutare dai venti e volare a media altezza,
non per ritornare volontariamente a vivere nelle caverne, ma per evitare
proprio di essere costretti a ritornarci.

6. RIFLESSIONE. PAOLA DEL ZOPPO: ELOGIO DEL VIAGGIO LENTO
[Riproponamo il seguente intervento di Paola Del Zoppo (per contatti:
lilith_dz@yahoo.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Paola Del Zoppo, acuta germanista, autrice di un ponderoso studio sulle
traduzioni ottocentesche in lingua italiana del "Faust" di Goethe, sottile
traduttrice di autori come Peter Bichsel e Heinz Czechowski, ha svolto
attivita' di ricerca all'Universita' di Siena su temi di letteratura
comparata e traduzione del testo letterario; ma e' anche da sempre impegnata
nell'Agesci, e in molteplici iniziative di educazione e formazione, di
solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di pace, di nonviolenza. Ed
e' persona limpida e generosa, alla cui scuola sono maturati ragazze e
ragazzi divenuti anch'essi persone impegnate e valorose - e questo non e'
l'ultimo dei meriti suoi]

Quando ero piccola l'idea di volare era un sogno. Come per tutti. Volare era
il tappeto magico, la scopa delle streghe. Era la possibilita' di guardare
tutti dall'alto, di non soffrire piu', di poter fuggire quando ne avrei
sentito il bisogno. Mi sembrava un modo per conoscere luoghi lontani, per
scoprire qualcosa che gli altri non avrebbero mai saputo. Come in molti
adolescenti, erano bisogni che avvertivo spesso.
E' passato tanto tempo. Per molti adulti e' diverso. Volare e' una corsa
contro il tempo, e, a volte, l'indicazione di uno status, una dichiarazione
di potere, un modo per dire che si e' migliori degli altri.
*
Non condanno la possibilita' di volare, di spostarsi velocemente. Pero'
penso bisogni fermarsi a riflettere sull'effettiva poverta' del volo
rispetto ad altre forme di viaggio.
Innanzitutto, la velocita'. Non e' vero che ci vuole meno tempo a muoversi
in aereo, almeno non per le tratte brevi. Bisogna essere in aeroporto almeno
un'ora prima, bisogna aspettare i bagagli all'arrivo. Il tempo del viaggio
si moltiplica a dismisura. Per andare da Roma a Milano, con un treno, ci si
impiegano circa 5 ore. Contro le 4 dell'aereo (considerando trasporto a
Fiumicino, check in, arrivo in citta'). C'e' un treno ogni ora che parte dal
centro della citta' e arriva al centro della citta'. Se se ne perde uno, non
c'e' bisogno di sentirsi sperduti. Si aspetta, si prende il treno dopo. I
piu' bravi riescono a godere dell'attesa. Basta pensarci poco, prendere in
considerazione delle alternative. Ma per pensare ci vuole tempo. E' un
tempo che ormai non vuole piu' nessuno, cosi' come il tempo giusto per
viaggiare.
Ecco il treno. Guardando dal finestrino, si percepiscono le distanze, la
strada, i percorsi. Si puo' osservare, senza essere distratti da istruzioni
per la nostra prossima catastrofe, vendite di cioccolatini, profumi,
cosmetici e tutto cio' che di inutile puo' essere venduto su un enorme
oggetto in movimento. Un inno al consumismo.
Nel vagone di un treno le persone si alzano, chiacchierano, entrano in
contatto. Ad alcuni crea fastidio. Ma il viaggio e' incontro, e inizia nel
momento in cui mettiamo un piede fuori casa e ci troviamo sperduti nel
mondo. Se non guardiamo l'altro, il viaggio non ha senso. E l'incontro con
l'altro, nel viaggio in aereo, e' limitato. A volte lo stesso incontro con
l'altro, lontano, e' un alibi. Chi viaggia per conoscere, dovrebbe chiedersi
se conosce innanzitutto chi e' vicino. Se e' pronto a conoscere. Se non c'e'
giustizia difficilmente ci sara' incontro. Viaggiamo verso un paese in
difficolta', qualunque sia il motivo, anche "umanitario" e siamo quelli che
vanno la' a conoscere. "Loro" sono quelli che stanno la', e non possono far
altro che aspettare di essere conosciuti. In questo c'e' una profonda e
dolorosa disparita'.
Voliamo. Dal finestrino non vediamo gente, strade, paesi, case costruite
secondo concetti diversi, con materiali diversi. Guardiamo le nuvole. Il
cielo. Chi ha voglia, modo e tempo di riflettere sulla propria condizione in
quell'istante potrebbe sentirsi libero, come il mio piccolo io adolescente.
Ma e' liberta' non potersi prendere il tempo di maturare un cambiamento di
luogo? Ma anche questa e' una riflessione che richiede forse troppo tempo,
richiede lentezza.
La stessa percezione della bellezza e' differente. Il successo dei voli low
cost da Ciampino e' arrivato con le tratte per Londra, un'esplosione di
gioia per i turisti, i giovani, che potevano visitare l'Inghilterra. Ma chi,
anche solo una volta, e' arrivato in traghetto in Inghilterra e ha visto
pararsi davanti le bianche scogliere di Dover, ha visto la nebbia, ha
sentito il brusio sul ponte, il rumore del mare, potrebbe chiedere a tutti
quei turisti cosa hanno potuto vedere loro dal loro aereo. Chiedere se la
loro fretta, la sete di arrivare e non di partire, valeva tutto cio'.
*
E se non bastasse, ecco ci informiamo e scopriamo che volando cosi' tanto,
le tante cose belle che vorremmo vedere presto potrebbero non esserci piu'.
Quello che si dice un cambiamento climatico e' in realta' una catastrofe che
potrebbe far sparire tutto cio' che conosciamo e tutto cio' che diciamo di
voler conoscere. Diciamo di capire la bellezza e l'importanza della natura,
dei luoghi lontana, della gente lontana, tanto da voler vedere tutto con i
nostri occhi. Ma se davvero comprendiamo la bellezza, non dovremmo
preoccuparci di preservarla, piuttosto che di poterla vedere prima che non
esista piu'? Prendiamoci un po' di tempo per riflettere.

7. RIFLESSIONE. LETIZIA LANZA: PER AMORE DELLA TERRA
[Riproponiamo il seguente intervento di Letizia Lanza (per contatti:
letizialanza@libero.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza
in cammino".
Letizia Lanza e' una prestigiosa intellettuale e poetessa; laureata in
lettere antiche presso l'Universita' degli Studi di Padova (con una tesi in
archeologia cristiana), perfezionatasi presso l'Universita' degli Studi di
Urbino (con una tesi in scienze dell'antichita' - Indirizzo filologico), da
lunghi anni interessata alla attivita' di ricerca persegue una prospettiva
di indagine di filologia storico-femminile, esplicandola sia al riguardo dei
documenti del passato sia nei confronti delle voci letterarie (italiane e
straniere) del presente: nell'ambito della classicita', suoi filoni
privilegiati di studio sono la poesia epica, essenzialmente "omerica" (con
la dotta contre-partie rappresentata dalla produzione parodica), la lirica
greca arcaica, la tragedia di Sofocle ed Euripide, ampi stralci della
produzione storica e letteraria della latinita'; a cio' si aggiungono, ora
piu' frequenti, le appassionate incursioni nel mondo dell'archeologia;
nell'ambito della modernita', i suoi interessi si appuntano principalmente
su presenze femminili "forti" quali Christine de Pizan, Emily Dickinson,
Virginia Woolf, Maria Zambrano, Ingeborg Bachmann - sia pure non
trascurando, di entrambi i generi, voci magari piu' recenti e vicine
(bastino tra tanti i nomi di Cesare Ruffato e Paolo Valesio); sul piano
socio-politico e' impegnata anche con interventi scritti in difesa
dell'ambiente, della biodiversita', della pace, della convivenza aperta nei
confronti dell'altro/a, quindi aliena da violenza; oltre all'attivita' di
scrittura, assieme all'impegno in seminari o lezioni universitarie (facolta'
di lettere di Bologna e Padova) ha preso parte a conferenze, convegni e
iniziative presso varie strutture (fondazioni, associazioni, musei,
istituzioni culturali le piu' varie) e collaborato a molte riviste e siti
web; ha collaborato tra l'altro con la Fondazione Scientifica Querini
Stampalia Onlus di Venezia, con l'Associazione Iasos di Caria, con la
rivista della Boemia meridionale "Relationes Budvicenses", con la rivista
venezana "Nexus", con la Fondazione Luciano Bianciardi di Grosseto, con il
sito de "L'araba fenice", con la rivista on line "Senecio"; fa parte
dell'Associazione italiana di cultura classica, sezione di Venezia; fa parte
della Societa' italiana delle letterate; assieme a Luana Castelli, Francesca
Dissera, Anna Ponti e altre amiche veneziane fa parte del gruppo di ricerca
"Geografia di genere - Geografia di citta'" coordinato da Tiziana Plebani.
Tra le opere di Letizia Lanza: Archestrato, il cuoco degli dei (scritto in
collaborazione con C. D'Altilia, illustrato da M. Vulcanescu), Abano Terme,
Piovan Editore 1988; Sofocle. Problemi di tradizione indiretta (scritto in
collaborazione con L. Fort, premessa di M. Geymonat), Padova, Editoriale
Programma 1991; Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana,
Venezia, Supernova 1994; Scritti di donna, Venezia, Supernova 1995; Il gioco
della parola (1987-1995), Venezia, Supernova 1995; Eidola. Immagini dal fare
poetico, Venezia, Supernova 1996; Scripta selecta. Da oggi a oggi, Venezia,
Supernova 1997; Vipere e demoni. Stereotipi femminili dell'antica Grecia,
Venezia, Supernova 1997; Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg
Bachmann, Venezia, Supernova 2001; Grecita' femminile. L'altra Penelope,
Venezia, Supernova 2001; Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo
(postfazione di M. Ferrari), Venezia, Supernova 2002; Il diavolo nella rete
(premessa di F. Santucci, postfazione di G. Lucini), Novi Ligure, Edizioni
Joker 2003; Diabolica. Da oggi a ieri, Venezia, Supernova 2004; Poesie
soffocate, Venezia, Poligrafica 2005; Ludi, ghiribizzi e varie golosita',
Venezia, Supernova 2005; Levia Gravia 2004-2005, Venezia, Poligrafica 2006;
Le donne e l'antico. Ed. L. Fort - I. Lisovy, Ceske' Budejovice-Venezia,
Johanus 2006; Litora vitae honestae. Disputationes de magistro nostro,
collega et amico, Professore Franco Sartori (1922-2004). Ed. I. Lisovy - L.
Lanza, Ceske' Budejovice-Venezia, LaFOli 2006; Vino donne amori (di varia
antichita'), Venezia, Supernova 2006]

Senza dubbio alcuno - sembra perfino ozioso dirlo - il nostro sventurato
pianeta vien fatto sempre piu' oggetto di folle violenza - quotidiana,
inaudita: bastino i mille roghi criminali che, solo in questi mesi, hanno
insanguinato l'Italia con la distruzione massiccia di specie animali e
vegetali (oltre a malcapitati rappresentanti della nostra genia). Mancano le
parole a qualificare gli incendiari (e manca soprattutto la speranza di pene
adeguate...).
C'e' ormai - pervasiva, dominante - un'idea di sopraffazione e di profitto
talmente diffusa da sembrare incontrastabile. Non c'e' settore della
societa' cosiddetta "umana" che si presenti immune da calcoli di guadagno
selvaggio - se sporco o malavitoso poco importa. Latita a ogni livello
l'attenzione - la cura - per l'ormai devastata salute ambientale: ossia a
dire, banalmente, per la vita.
Si fa di tutto e di piu' pur di spalancare nuove direttrici al cosiddetto
"progresso".
*
Rientra in cio' (un esempio tra tanti) lo sviluppo fuori controllo del
traffico aereo nell'areoporto di Roma Ciampino, dovuto in buona misura
all'attivazione di compagnie low cost e avvenuto - come denuncia il relativo
Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale - "nella piu' totale
illegalita', al di fuori di ogni controllo", dunque in maniera tale da
causare seri "problemi alla popolazione di Ciampino, S. Maria della Mole e
di una parte consistente della citta' di Roma interessata dalla rotta di
atterraggio. I velivoli sorvolano le abitazioni 'ad altezza ravvicinata',
arrivano in talune fasce orarie ad una frequenza parossistica - un volo ogni
2 minuti - scaricando ingenti quantita' di gas e polveri inquinanti sulla
popolazione inerme, rendendo l'aria irrespirabile e generando rumore
intollerabile sia di giorno sia di notte".
Quanto mai opportuna, allora, la denuncia della grave situazione -
tristemente confermata dai dati ufficiali: "La centralina di monitoraggio
della qualita' dell'aria finalmente installata a Ciampino dopo le pressioni
dei cittadini, ha gia' raggiunto in soli due mesi di rilevazioni (al 6
febbraio 2007) il limite massimo di sforamento delle polveri sottili PM10
non superabile in un anno secondo la normativa vigente. La centralina, tra
l'altro, non registra altre fonti gravemente inquinanti come il benzene o il
biossido d'azoto, presenti in elevata concentrazione nei gas di scarico
degli aerei. Stanno emergendo dati preoccupati sull'insorgenza di malattie
respiratorie nei bambini di Ciampino... appare inquietante il dato che la
Asl di Ciampino risulterebbe essere quella con la piu' alta spesa per
farmaci pro capite in Italia, soprattutto per farmaci anti-tumorali".
*
Sulla medesima linea si muove il Comitato che contrasta la costruzione di un
aereoporto a Viterbo - al cui riguardo (cito un nome a caso) Alessandro
Pizzi, gia' autorevole sindaco di Soriano nel Cimino, ribadisce che "mentre
lo sviluppo e' illusorio (lo dimostra cio' che avviene in altri luoghi), di
sicuro rimane il problema dell'impatto ambientale (produzione immane di gas
serra, di polveri sottili e inquinamento acustico)".
*
Come risaputo non sono un'addetta ai lavori, dunque non mi permetto di
proporre suggerimenti "tecnici": da donna e cittadina tuttavia (oltre che da
studiosa) posso - e lo faccio con convinzione - aderire alle articolate
proteste, riproponendo tra l'altro in chiusa le parole, a mio avviso
decisive, di Peppe Sini: il quale, a proposito del traffico aereo (per parte
mia comunque poco frequentato), invoca la "riduzione di questa forma di
mobilita' cosi' fortemente inquinante, energivora, dissipatrice di pubbliche
risorse, realmente anche antieconomica, profondamente iniqua".

8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 5 del 13 agosto 2007

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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac@tin.it

Coi Piedi Per Terra 4

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COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 4 dell'11 agosto 2007

In questo numero:
1. Da una lettera apocrifa di Erostrato di Efeso a Ipazia di Alessandria
2. Paola Del Zoppo: Ma
3. Osvaldo Ercoli: Il volo di Icaro
4. Mauro Sarnari: Come ti propino un aeroporto
5. Marinella Correggia: Low cost? No, grazie
6. Cristina Mochi: E con gli aerei se ne va in vacanza la tutela
dell'ambiente
7. Elena Liotta: Contro l'aereo
8. Giovanni Sarubbi: Una vecchia canzone napoletana e la nostra madre Terra
9. Murray Bookchin: La dissociazione
10. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. ANTIQUARIA. DA UNA LETTERA APOCRIFA DI EROSTRATO DI EFESO A IPAZIA DI
ALESSANDRIA

Vorresti tu dunque che il cielo fosse solo delle fulgide stelle e dei lievi
figli del vento?
Ma sai bene che esso e' fatto perche' vi si innalzino falo' e vi galoppino
carri di ferro che recano morte agli infelici afgani, e traggono i patrizi
alle piu' esotiche villeggiature ove la schiavitu' dei molti sancisce il
godimento dei potenti.
*
Vorresti tu dunque prenderti cura della salute, della sicurezza, della
dignita' di tutti?
Ma sai bene che e' destino che il pesce grosso il piccino divori, e che non
vi e' altra legge che quella della giungla, e chi non sa far male e' d'uopo
che schiacciato sia.
*
Vorresti tu dunque preservare questo mondo dalla catastrofe?
Ma sai bene che la catastrofe verra', e la tua volonta' buona non sara'
valsa a riparo. Coi miei amici innalziamo sui labari il sagace ed invero
aulico ed elegante motto "Me ne frego". Che ce ne importa a noi se tutto va
in malora?
*
E smettila, infine, di darci noia con questo tuo vaneggiare di
responsabilita', di solidarieta', di condivisione, di cura, di amore per il
prossimo e il mondo, di pratica della virtu'. E bada a te, signora filosofa,
che ci hai di gia' stancato.
*
E adesso basta di scrivere, che devo andare al tempio di Diana per un
affaruccio che se mi dice bene vedrete se non finisco in qualche talk-show.

2. EDITORIALE. PAOLA DEL ZOPPO: MA
[Ringraziamo Paola Del Zoppo (per contatti: lilith_dz@yahoo.it) per questo
intervento di solidarieta' con l'impegno del nostro comitato.
Paola Del Zoppo, acuta germanista, autrice di un ponderoso studio sulle
traduzioni ottocentesche in lingua italiana del "Faust" di Goethe, sottile
traduttrice di autori come Peter Bichsel e Heinz Czechowski, ha svolto
attivita' di ricerca all'Universita' di Siena su temi di letteratura
comparata e traduzione del testo letterario; ma e' anche da sempre impegnata
nell'Agesci, e in molteplici iniziative di educazione e formazione, di
solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di pace, di nonviolenza. Ed
e' persona limpida e generosa, alla cui scuola sono maturati ragazze e
ragazzi divenuti anch'essi persone impegnate e valorose - e questo non e'
l'ultimo dei meriti suoi.
Bertolt Brecht (1898-1956), scrittore, poeta, drammaturgo tedesco tra i
maggiori del Novecento, nella sua opera e' rilevante l'impegno contro la
guerra e contro l'oppressione sociale. Tra le opere di Bertolt Brecht
segnaliamo in particolare l'utile volumetto per la scuola curato da Renato
Solmi e dal Ccm di Torino: Bertolt Brecht, L'abici' della guerra, Einaudi,
Torino 1975, ed ovviamente almeno le Poesie di Svendborg, Einaudi, Torino
1976, ma anche altrettanto ovviamente le Poesie e canzoni, Einaudi, Torino
1959; per l'opera teatrale ovviamente Teatro, Einaudi, Torino 1963; cfr.
anche la raccolta de I capolavori di Brecht, e i Drammi didattici, sempre
presso Einaudi; tra le prose ad un tempo narrative e di pensiero cfr. almeno
i Dialoghi di profughi, Gli affari del signor Giulio Cesare, Me-ti. Libro
delle svolte, e le Storie da calendario, tutte presso Einaudi; cfr. inoltre
almeno il Diario di lavoro, Einaudi, Torino 1976. Ma altre sue opere
occorrerebbe citare qui, tutte in Italia edite da Einaudi. Opere su Bertolt
Brecht: per un'introduzione cfr. il volume a cura di Roberto Fertonani, Per
conoscere Bertolt Brecht, Mondadori, Milano 1970; Paolo Chiarini, Bertolt
Brecht. Saggio sul teatro, Laterza, Bari 1959, 1967; Hans Mayer, Brecht e la
tradizione, Einaudi, Torino 1972; ed ovviamente Klaus Voelker, Vita di
Bertolt Brecht, Einaudi, Torino 1978]

... invio una riflessione molto poco "tecnica" ma molto dal cuore.
Mi e' venuta in mente quella poesia di Brecht che alla fine dice:

Generale, l'uomo fa di tutto.
Puo' volare e puo' uccidere.
Ma ha un difetto:
puo' pensare.

3. RIFLESSIONE. OSVALDO ERCOLI: IL VOLO DI ICARO
[Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti: osvaldo.ercoli@fastwebnet.it) per
averci messo a disposizione questo suo intervento del 3 agosto 2007.
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia'
consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa
dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel
viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e
la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori
del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per una
riduzione del trasporto aereo]

La presenza al consiglio provinciale aperto del 30 luglio 2007 del comitato
per un ripensamento e un confronto sulle problematiche che solleva la
costruzione di un aeroporto a Viterbo ha sollevato tra coloro che sostengono
la bonta' dell'opera non poche polemiche, con inaspettate prese di
posizione, con caustiche illazioni, con superficiali deduzioni, con tanta
esaltazione di verita' dogmatiche e precostituite.
Dice la propaganda dominante, tanto retorica quanto poco meditata:
l'aeroporto e' cosa buona, bella e giusta, l'Enac (Ente nazionale aviazione
civile) avrebbe dato un parere tecnico favorevole alla fattibilita', quindi
quest'opera "s'ha da fare".
I maggiorenti politici presenti in aula, nello sforzo di presentarsi come
sensibili alle tematiche dell'ambientalismo, hanno promesso rispetto ed
attenzione per la valutazione dell'impatto ambientale, da eseguirsi pero'
solo dopo la realizzazione dell'opera (una grottesca sciocchezza che denota
l'ignoranza della legislazione in vigore: la valutazione dell'impatto
ambientale di una grande opera ovviamente va fatta prima della sua
realizzazione, non dopo).
L'esperienza rovinosa del volo di Icaro dovrebbe insegnare che e' piu'
saggio prima confrontarsi, e poi realizzare le opere.
*
Da persone che evidentemente poco sanno della storia del pensiero
scientifico e' stato detto che le "conquiste" della scienza e della tecnica
sono tutte e sempre fonti di sviluppo e benessere, e che quindi nessuno puo'
mettere in discussione la loro utilizzazione... dimenticando che le
conquiste e i nobili fini della scienza hanno sempre aspetti complessi e
spesso contraddittori; e che lo sfruttamento delle risorse naturali e
l'utilizzo delle tecnologie pesanti hanno sempre effetti sistemici ed
impatti ambientali rilevanti, e possono avere conseguenze non sempre
desiderabili ed anzi talvolta assolutamente nocive... si pensi
all'esaurimento delle fonti energetiche non rinnovabili, alla
deforestazione, all'inquinamento dell'aria, al surriscaldamento del clima,
ai pericoli legati alla tecnologia nucleare, tutti fenomeni che mettono in
pericolo la sopravvivenza dell'intero pianeta.
*
Noi ambientalisti abbiamo questa consapevolezza che, con democratico
confronto, vorremmo comunicare anche a tutti i nostri interlocutori: la
consapevolezza che le conquiste della scienza, e le loro applicazioni
tecniche, vanno si' utilizzate, ma non prima di aver valutato le conseguenze
in termini di danni che provocano all'ambiente, di nocivita' per la salute
delle persone, di pericoli possibili e lesioni certe alla vivibilita' del
pianeta, anche per i nostri figli (in campo ambientale non basta valutare
gli effetti immediati, ma occorre porsi sempre anche dal punto di vista
delle generazioni future).
La nostra linea di condotta prevede quindi scelte meditate e mirate al
massimo benessere compatibile con il minimo danno ambientale, che non e' il
presunto "benessere" incarnato dal solo profitto e dal solo utile immediato
ed egoistico, ma un benessere autentico, sobrio e consapevole, equo e
solidale, costellato di rose e spine, fatto di vantaggi e rinunce, di
opportunita' e di limiti; scelte responsabili che ci permetteranno di
frenare la china pericolosa della distruzione del pianeta provocata da tante
superficiali, egoistiche ed irrazionali scelte finora fatte sulla base della
infondata e dannosa convinzione che le risorse del pianeta siano infinite ed
i processi sempre reversibili.
*
Alla luce di una riflessione in termini di modello di sviluppo, di difesa
degli ecosistemi e dei diritti degli esseri umani, di applicazione del
principio di precauzione, chiedersi se sia poi davvero "necessario"
quell'aeroporto (i cui effetti gravemente nocivi per ambiente e salute sono
evidenti), e se quell'ipotetico "impulso allo sviluppo" con cui viene
propagandato non possa essere invece dato in forma alternativa e adeguata
dalla realizzazione di quelle infrastrutture meno inquinanti e da troppo
tempo promesse e mai eseguite (in primo luogo una rete ferroviaria
finalmente efficiente), e' logico, ragionevole e possibile.

4. RIFLESSIONE. MAURO SARNARI: COME TI PROPINO UN AEROPORTO
[Ringraziamo Mauro Sarnari per questo intervento.
Mauro Sarnari, per decenni apprezzato docente nelle scuole del viterbese, e'
stato protagonista di rilevanti esperienze educative sia con i giovani e
giovanissimi che con gli adulti, e uno dei protagonisti di importanti
iniziative socioculturali e di non dimenticate testimonianze di impegno
civile; e' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di
Viterbo e s'impegna per una riduzione del trasporto aereo]

Penso alla vicenda Tav e al modo in cui da troppo tempo procedono le cose
nel nostro paese e nella nostra provincia.
L'Europa, che in tanti si chiedono quale rapporto reale abbia con i problemi
della gente, decide che si debbano attraversare ad alta velocita' zone ad
alta vocazione naturale, naturalistica, turistica, agricola doc.
Quando tutto sembra deciso in modo irreversibile, solo allora, cominciano a
porsi il problema le associazioni, le associazioni di comuni, i partiti, non
tutti, e pian piano la gente, che viene a sapere, in modo sempre piu'
puntuale, percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine
e dunque all'economia.
E mentre il Comitato Pro Tav pubblicizza, in modo semplicistico, la
connessione progetto-posti di lavoro-sviluppo, qualcuno, al contrario,
comincia a connettere la questione Alta Velocita' agli interessi delle
imprese-lobby, che spingono per la sua realizzazione in tempi brevi:
miliardi e miliardi di euro.
I partiti, quasi tutti, specialmente alcuni, fiduciosi della capacita' di
convincere la gente, in grado come sono di disporre di danaro e relazioni
con organi di stampa che danno alla parola sviluppo un'univoca,
economicistica interpretazione, quando non legati a doppio filo alle lobby,
i partiti, dicevo, quasi tutti, fanno i conti con i voti e con i soldi.
Quando la protesta esplode e si allarga sempre piu', quando le macchinette
contavoti cominciano a dare risultati negativi, per l'appoggio che i No Tav
ricevono in tutta Italia, oltre che dalla stragrande, trasversale,
maggioranza della gente del posto, sindaci compresi, allora partiti, Regione
Piemonte e Governo cominciano a trattare: a mettere sul tavolo, cioe',
percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine e dunque
all'economia vera dei diversi paesi interessati.
*
Anche per l'aeroporto, che personalmente non auspico, sia esso di Viterbo,
di Frosinone o di Latina, si cerca di provocare, come al solito, nella
gente, davanti alle vuote, ma mitiche parole sviluppo, occupazione, una
reazione fideistica e campanilistica da stadio: dei problemi, pur gravi,
relativi alla salute, alla radicale trasformazione del territorio
provinciale e cittadino, ai tempi e ai modi della sua realizzazione, alla
possibile caduta di valore dei prezzi delle case di fronte al pericolo, ai
rumori e alle emissioni di CO2, spaventosi ed eternamente presenti, in un
aeroporto internazionale, specialmente in fase di decollo ed atterraggio,
non si deve parlare!
Del fatto che nelle zone limitrofe agli aeroporti aumentino i casi di
tumore, dell'aumento del traffico merci e dunque dell'intasamento delle
strade e delle ferrovie che sono oggi, purtroppo, nella condizione che tutti
sanno, specialmente i pendolari, meglio non parlare!
Di tutto cio' ed altro, come della presenza diffusissima sulle strade del
nostro territorio di trattori e mezzi agricoli che si spostano a velocita'
ridottissime (20-25% della produzione nazionale di nocciole doc, solo per
fare un esempio), e' meglio non parlare.
Meglio non parlare: la gente che sa e' pericolosa: meglio non dare
occasione; meglio che parlino gli Eletti, i guru, come alcuni si sentono e
dicono di si', che, lontani dal fare e dal sentire popolare, rendono sempre
piu' appropriata l'indicazione di Indro Montanelli, allora rivolta alla DC,
ora a tutti i partiti, di turarsi il naso nell'andare a votare.
*
Non facciamoci prendere per il naso: chiediamo con sempre piu' forza che si
discutano, nei vari quartieri, nei paesi e nei consigli comunali aperti
della provincia, dopo aver dato semplice, ma puntuale e approfondita
informazione, i problemi reali: aree interessate, percorsi, interessi,
tempi, quali e quanti cittadini ci guadagneranno e/o ci rimetteranno e
perche'.
Ai partiti tutti chiediamo di fermarsi: senza la partecipazione alle
decisioni e la collaborazione continua dei cittadini, i problemi, gia'
gravi, non potranno che aumentare.
Avremo tutti molto da guadagnare se e quando staccheremo la spina delle
ambiguita', delle falsita' e della denigrazione; quando daremo spazio alla
ricerca seria, attenta, allargata, attraverso la quale i cittadini possano
divenire sempre piu' guru e i guru sempre piu' (se mi e' permesso) cittadini
qualsiasi.

5. RASSEGNA STAMPA. MARINELLA CORREGGIA: LOW COST? NO, GRAZIE
[Ringraziamo Marinella Correggia (per contatti: mari.cor@libero.it) per
averci messo a disposizione il suo articolo apparso sul quotidiano "Il
manifesto" del 9 agosto 2007, col titolo "Low cost, Viterbo contro il
progetto di terzo aeroporto del Lazio".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

Il teatro comunale e' coperto da una gigantografia plasticosa a cura
dell'amministrazione: "Viterbo, una citta' pronta a decollare". Insieme a
Latina e Frosinone, Viterbo e' la provincia candidata a ospitare il terzo
aeroporto del Lazio, regalato ai low cost e in particolare a quella
compagnia Ryan Air che ben conoscono orecchie e polmoni degli abitanti di
Ciampino, Marino e decima circoscrizione di Roma. Decisioni ministeriali in
merito a questo terzo scalo sono annunciate per meta' settembre.
E nel viterbese - dove per ora le forze politiche e le istituzioni sono
schierate a favore; uniche voci critiche il Prc e i verdi - un gruppo di
cittadini e attivisti ha dato vita al Comitato contro l'aeroporto. La sua
portavoce , il medico di base Antonella Litta, chiede alle istituzioni "piu'
studio e informazione, decisioni partecipate, condivise e che tengano conto
degli aspetti ambientali e sanitari; due aspetti che finora sono stati
ignorati dal coro di si'".
Il Comitato contesta a livello locale e globale un modello di mobilita'
insostenibile che fa nascere un altro aeroporto (quando l'aviazione civile
ha un grande impatto sul caos climatico) mentre languono i collegamenti
ferroviari e di bus con Roma: ferrovie a un binario e tratti nemmeno
elettrificati.
Il punto alla fine e': quale modello di sviluppo per la comunita' viterbese.
I sostenitori della "grande opera" ritengono che portera' lavoro e turismo.
"Lo propongono come una panacea a tutte le difficolta' di quest'area.
Insomma: aeroporto o morte. Noi riteniamo che al contrario qest'opera sia
un'ennesima devastazione" dice ancora Antonella Litta. "Non siamo noi gli
attuali amministratori e non spetterebbe a noi proporre, accanto al no a un
progetto sbagliato, anche il pacchetto di cosa si dovrebbe fare per
l'occupazione e il rilancio della nostra terra" sottolinea Peppe Sini,
pacifista storico.Comunque, le proposte le fanno.
Spiega l'architetto Giuseppe Tacconi: "bisogna finalmente far conoscere ai
tre milioni di romani le meraviglie archeologiche, paesaggistiche, culturali
della Tuscia con una seria campagna di promozione turistica nella capitale,
oltre a sviluppare le nostre peculiari attivita' agricole e di
trasformazione".
Insomma, invece di far atterrare inglesi, low cost mordi e fuggi, in
transito, diretti al Colosseo, si potrebbe attirare in Tuscia "il turismo di
vicinato, per un diverso modello di sviluppo e di mobilita' visto che quello
attuale e' dannoso" dice Alessandro Pizzi, ex sindaco di Soriano nel Cimino.
A chi dice che tanto il terzo aeroporto si fara', se non a Viterbo a
Frosinone, il Comitato risponde decisamente: "Vogliamo lavorare in
solidarieta' con gli altri comitati. E confidiamo che il progetto non sia
inevitabile e che la scelta del low cost nel Lazio sia reversibile".
I voli a basso costo sono un classico meccanismo di offerta che crea una
domanda che altrimenti non ci sarebbe. Di conseguenza, ridurre le
concessioni di volo a queste compagnie (e ridurre i voli a corto raggio)
anziche' aprire un nuovo scalo apposta per favorirle, sarebbe un passo per
ridimensionare un settore, l'aviazione civile, la cui insostenibilita' e'
ormai riconosciuta. In attesa di vedere finalmente una tassazione sul
carburante aereo e una riduzione della pioggia di sussidi al settore aereo.
Intanto, conclude l'ambientalista viterbese Osvaldo Ercoli, "il merito del
nostro Comitato e' che adesso si discute. Dell'aeroporto, delle
infrastrutture sostenibili che ci hanno negato finora...".

6. RASSEGNA STAMPA. CRISTINA MOCHI: E CON GLI AEREI SE NE VA IN VACANZA LA
TUTELA DELL'AMBIENTE
[Dal supplemento "Il Venerdi" del quotidiano "La Repubblica" del 3 agosto
2007 riprendiamo il seguente articolo.
Cristina Mochi e' giornalista, esperta di beni ambientali e culturali,
docente di storia dell'arte]

Era uno dei giochi infantili piu' romantici: quando si vedeva la scia di un
aereo significava che qualcuno ci stava pensando. Sogni infantili, appunto.
Oggi scomparsi non solo per via dell'eta', ma perche' di scie in cielo ce ne
sono sempre di piu'. Troppe. Sono la spia del moltiplicarsi dei voli e, con
loro, dell'inquinamento. "Il settore aeronautico e' cresciuto pi'u
velocemente di qualsiasi altra fonte di gas serra" dice George Monbiot, noto
ambientalista inglese autore di Calore! (Longanesi, pp. 377, euro 18,60).
Attualmente gli aerei sono responsabili del 10% delle emissioni globali di
Co2 e ogni giorno si alzano 80.000 velivoli. Perlopiu' trasportano turisti,
allettati da tariffe sempre piu' convenienti e sogni esotici da realizzare a
buon mercato. Nel 1971, secondo i dati Unwto (Organizzazione mondiale del
turismo), sono stati 170 milioni gli spostamenti turistici, nel 2006 sono
saliti a 840 milioni, per il 2010 si prevede che superino il miliardo.
E tutti lasciano una scia: fatta di Co2. Ma non solo. Gli aerei emettono
anche ossido di azoto e anidride solforosa, che contribuiscono a formare
piogge acide. "L'impatto complessivo delle emissioni" dice Monbiot "e' di
2,7 volte superiore a quello della sola Co2. E questo dipende dalla
mescolanza dell'aria caldo-umida degli scarichi dei motori a getto con
l'aria fredda nei livelli superiori della troposfera, dove vola la maggior
parte dei mezzi di grandi dimensioni". Quando condensa, infatti, l'umidita'
forma cirri (le scie) che intrappolano il calore dell'atmosfera e
contribuiscono al surriscaldamento globale.
"Il vero guaio e' che le responsabilita' climatiche degli aerei non sono
contemplate nel protocollo di Kyoto" dice Marinella Correggia, autrice del
volume La rivoluzione dei dettagli, manuale di ecoazioni individuali e
collettive, molte delle quali riservate anche al tema turismo e trasporti
(Feltrinelli, pp. 270, euro 14). L'aviazione gode anche di privilegi
economici che hanno prodotto il boom dei law cost: "Non esistono tasse sul
cherosene e vengono concessi parecchi sussidi anche per l'ampliamento degli
aeroporti". Il che si traduce in una sostanziale impunita', che tanti pero'
si dichiarano pronti a rivedere. Ultimo nato in Inghilterra e' un movimento
dal titolo eloquente, Plane Stupid (www.planestupid.com), che per il mese di
agosto ha proposto di tenere un campo di sensibilizzazione ad Heathrow: con
i suoi 1.300 voli giornalieri e' in assoluto l'aeroporto piu' trafficato del
mondo. Anche le istituzioni si stanno muovendo: in autunno si discutera' del
problema voli-clima al Parlamento europeo. E la Iata (International air
transportation association) ha dato segni di apertura. Ma la soluzione non
e' dietro l'angolo. Non esistono, per esempio, alternative tecnologiche
pronte all'uso: il biodiesel di origine vegetale, per esempio, farebbe
gelare i serbatoi, l'etanolo provocherebbe esplosioni, l'idrogeno e' ancora
troppo costoso e ha scarso potere energetico. Controllare meglio il
traffico, per consentire rotte piu' razionali, farebbe risparmiare appena il
10% del carburante, mentre volare a quote piu' basse ridurrebbe le scie di
condensazione, ma essendo l'aria piu' densa si consumerebbe ancora di piu'.
Dunque non resta che "compensare", cioe' stimare quanta Co2 si produce con
un volo e risparmiarne altrettanta con comportamenti virtuosi. "AzzeroCo2",
collegata a Legambiente e Kyoto Club, e' una delle societa' che appianano i
debiti ambientali di cittadini ed aziende calcolando quanta anidride
carbonica producono e chiedendo loro di azzerarla con investimenti in
energia pulita, riforestazione, risparmio energetico. Ma siamo sicuri che
questi calcoli siano esatti? "I dati per fare le stime provengono da diversi
enti di ricerca (Dekra, Ipcc, Wri, Wbcsd) che analizzano il consumo di
energia o carburante e di conseguenza la produzione di Co2" spiega il
responsabile marketing Andrea Seminara. "Per essere precisi, pero', si
dovrebbe valutare l'intero ciclo di produzione: nel caso di un aereo ci sono
2.500 componenti. E' impensabile considerarli tutti. Noi cerchiamo di fare
sempre un conto leggermente in eccesso, che copra eventuali errori. Il che
ovviamente non e' scientifico. Il mercato delle emissioni e' imperfetto: in
futuro si spera che ogni azienda calcoli la sua Co2 e la annulli". E per
tornare agli aerei, il futuro ha bisogno di piu' voli, ma di fantasia. Per
scegliere mete turistiche che ridiano il gusto della scoperta, anche se
dietro casa. Il turismo di massa ha gia' prodotto danni seri. Li racconta
Leo Hickman, giornalista del "Guardian", nel suo The final call (Guardian
Books, pp. 400, 12,99 sterline, non ancora tradotto in Italia): lo tsunami
non ha danneggiato la barriera corallina, i turisti che la toccano
continuamente, si'. E cos'e' rimasto del paradismo di Ko Phi Phi immortalato
nel film The Beach con Leonardo Di Caprio? Spazzatura galleggiante e
traffico di barche da ora di punta. "Torniamo tutti coi piedi per terra"
conclude Marinella Correggia. "Anche perche' solo il 5% della popolazione
mondiale vola. Ma tutti ne pagano le conseguenze".

7. RIFLESSIONE. ELENA LIOTTA: CONTRO L'AEREO
[Riproponiamo il seguente intervento di Elena Liotta (per contatti:
e_liotta@yahoo.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Elena Liotta, nata a Buenos Aires il 25 settembre 1950, risiede a Orvieto,
in Umbria; e' psicoterapeuta e psicologa analista, membro dell'Ordine degli
Psicologi dell'Umbria, membro dell'Aipa (Associazione Italiana di Psicologia
Analitica), dell'Iaap (International Association Analytical Psychology),
dell'Apa (American Psychological Association), socia fondatrice del Pari
Center for New Learning; oltre all'attivita' psicoterapica, svolta
prevalentemente con pazienti adulti, in setting individuale, di coppia e di
gruppo, ha svolto e svolge altre attivita' culturali e organizzative sempre
nel campo della psicologia e della psicoanalisi; tra le sue esperienze
didattiche: professoressa di Psicologia presso la "American University of
Rome"; docente in corsi di formazione, e coordinatrice-organizzatrice di
corsi di formazione a carattere psicologico, per servizi pubblici e
istituzioni pubbliche e private; didatta presso l'Aipa, societa' analitica
accreditata come scuola di specializzazione post-laurea, per la formazione
in psicoterapia e per la formazione di psicologi analisti; tra le altre
esperienze parallele alla professione psicoterapica e didattica: attualmente
svolge il ruolo di Coordinatrice psicopedagogica e consulente dei servizi
sociali per il Comune di Orvieto, e di Coordinatrice tecnico-organizzativa
di ambito territoriale per la Regione Umbria nell'Ambito n. 12 di Orvieto
(dodici Comuni), per la ex- Legge 285, sul sostegno all'infanzia e
adolescenza e alle famiglie, occupandosi anche della formazione e
monitoraggio dei nuovi servizi; e' stata assessore alle politiche sociali
presso il Comune di Orvieto; dopo la prima laurea ha anche lavorato per
alcuni anni in campo editoriale, redazionale e
bibliografico-biblioteconomico (per "L'Espresso", "Reporter", Treccani,
Istituti di ricerca e biblioteche). Autrice anche di molti saggi apparsi in
riviste specializzate e in volumi collettanei, tra le opere di Elena Liotta
segnaliamo particolarmente Educare al Se', Edizioni Scientifiche Magi, Roma
2001; Le solitudini nella societa' globale, La Piccola Editrice, Celleno
(Vt) 2003; con L. Dottarelli e L. Sebastiani, Le ragioni della speranza in
tempi di caos, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2004; Su Anima e Terra. Il
valore psichico del luogo, Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2005; La
maschera trasparente, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2006]

Tra le invenzioni che l'industria e il mercato economico hanno imposto
all'umanita' nel corso degli ultimi decenni, l'aereo e' oggetto di reazioni
psicologiche estreme che vanno dall'indifferenza - salirci e' come andare in
autobus - alla fobia vera e propria. Gli indifferenti, che sarebbero i
viaggiatori ideali per le compagnie aeree, sono pochi rispetto ai moltissimi
terrorizzati (che non ci salgono) e agli ansiosi che ci salgono preoccupati.
Nessuno, comunque, sembra interrogarsi sugli effetti che i loro lussi e
privilegi producono sull'ambiente naturale, sul clima, sulle risorse di
tutto il pianeta. Mentre si chiede ai cittadini di usare le lampadine a
basso consumo!
*
L'induzione a viaggiare in aereo viene dal turismo, altra industria pompata
a dismisura dai media, piena di ombre nefaste incarnate nelle disfunzioni
aeroportuali, nelle truffe e nelle insoddisfazioni dei clienti. Immagini
fortemente simboliche di un sistema che si sta disgregando e di un girare a
vuoto che a tutto fa pensare meno che alla vacanza rilassante e spensierata.
Il sistema vacilla e allora invita a volare con periodici sconti per ovviare
al problema degli apparecchi mezzi o tutti vuoti, seducendo i viaggiatori.
Incidenti? Manutenzione superficiale? Scioperi e altro? L'aereo, continuano
a dirci rimane il mezzo piu' sicuro di viaggiare: guardate agli incidenti
auromobilistici! Ma sara' vero? E poi le due forme di trasporto non sono
affatto alternative. Si usa l'uno e l'altra, e anche se la sicurezza
scarseggia per la mancanza di personale e strutture adeguate non importa, si
va avanti lo stesso. Verso dove? L'importante e' muoversi, "far finta di
essere sani", fare come fanno gli altri, sentirsi nella corrente, anche se
inquinata e inquinante.
*
Ho ascoltato per anni confessioni di viaggiatori "per forza" se cosi' si
puo' dire, per lavori particolari, incluso personale di volo, piloti,
hostess, assistenti, dai quali emergevano sospetti su quella strana tensione
in fondo allo stomaco, tacitata dalla ragione scientifica, che ci ricorda la
nostra natura inesorabilmente terrestre. Ho dovuto rivedere in questa luce
quelle che vengono definite "fobie" rispetto ai mezzi di trasporto e darne
una lettura di salute, con buona pace di chi ne soffre. L'aereo produce
angoscia e quindi bisogna imbottirsi di farmaci per sopportare il transito?
A che pro, quale motivo puo' spingere ad andare contro se stessi, contro i
messaggi del proprio corpo? Se non ragioni ben fondate, che sono infrequenti
e che se ci si limitasse ad esse, la mole del traffico aereo e relativo
inquinamento si ridurrebbero sensibilmente?
Gli esseri umani non hanno le ali, non hanno mai volato, se non con la
fantasia e nei sogni. Perche' e' cosi' ossessiva questa tendenza moderna a
"trasformare i sogni in realta'", perche' non ci teniamo aperti e integri
entrambi i mondi?
*
Il senso della profondita' e del vuoto e' adattativo per la sopravvivenza
fin dalla nascita. Ignorare la profondita' e' grave da tutti i punti di
vista. Non avere reazioni di sorta di fronte al vuoto - gia' l'esserne
affascinati e' piu' comprensibile - puo' essere considerato un sintomo
preoccupante. Passare "sopra" al mondo, leggendo un giornale o addirittura
guardando un film, manifesta indifferenza sensoriale, percettiva, emotiva,
una "scorporazione" che travalica il senso del tempo e dello spazio
stravolgendolo. Oppure difesa quasi autistica? Non averne coscienza, essere
"ottusi" al vibrare interno delle difese naturali e' pericoloso.
*
Ma ancora la domanda, a che pro? Per andare a fare da un'altra parte quello
che piu' o meno si fa abitualmente cambiando scenario estetico, mantenendo
lo stesso stile di vita con blande differenze tenute a distanza (le catene
alberghiere nel mondo!)? Per divagarsi? Non certo attraverso il viaggio!
L'aereo ammazza l'idea del viaggio. Anzi lo vuole letteralmente annientare
con la velocizzazione che divora energia e immette sempre piu' veleni
nell'aria, verso una imposssibile ubiquita'. Essere qui e la' e altrove
sempre piu' in fretta. Il viaggio casomai si deve svolgere in un "altrove",
dopo il trasporto - che non e' piu' il viaggio - compiuto in aereo. Chissa'
perche' la scoperta, l'esplorazione, l'avventura non puo' coincidere con il
viaggio stesso, a piedi, con altri mezzi piu' graduali, lenti, rispettosi di
se' e degli altri? Perche' il corpo dev'essere scosso per giorni dal
jet-lag?
Infine, perche' tutto questo viaggiare, scappare da o scappare verso, avida
ricerca di qualcosa che gia' si deve conoscere prima, attraverso internet,
depliant, guide, "per essere piu' sicuri". Nel mio libro Su anima e terra,
al capitolo sul viaggio, ipotizzo la creazione di "guide per perdersi" cosi'
da rianimare l'esperienza della scoperta. Invece si persiste nell'ossessione
del controllo, addirittura satellitare ormai.
*
Gli attacchi di panico non risparmiano neanche i piloti o le hostess, in
media tra i passeggeri di un volo sono piu' gli ansiosi, dichiarati o meno,
che non i pochi indifferenti. A ogni lieve e non identificato rumore un
sussulto interno, viscere e cuore, respiro sospeso, da contenere, sempre
fingendo di essere sani. Le turbolenze, i vuoti d'aria. Questo e' cio' che
realmente, sottaciuto, avviene durante il percorso, lungo o breve che sia.
Il senso di una trasgressione ancora attiva nell'inconscio, quell'Icaro che
si dirige, presuntuosamente, verso la sua punizione, fino al rilascio della
tensione con l'atterraggio. Terra, finalmente, anche questa volta e' andata
bene. Perdere la valigia? Che vuoi che sia rispetto alla vita?
*
Gli aerei come oggetti contundenti, armi scagliate verso le due torri. Gli
aerei che trasportano armi e soldati, che scaricano bombe. La cesura nella
storia, la seconda guerra mondiale, trionfale ingresso dell'aereo.
Hiroshima. Terrore dentro e fuori, terrorismo. L'invenzione piu'
sorprendente della nostra epoca, insieme alla tele-visione. Gli aerei hanno
portato in fretta in giro per il mondo le diverse umanita', nel bene e nel
male, come la televisione. Ma la simultaneita' non si addice ancora alla
mente umana che non e' mutata come e quanto si crede. Le ombre di questa
accelerazione sono ovunque. Le opinioni di chiunque, mie comprese, contano
assai poco. I fatti distruttivi sono sotto gli occhi di tutti. Grazie anche
alla televisione e agli aerei. E' quasi buffo. Alla fine il problema e'
sempre nella testa e nel cuore dell'essere umano, non negli oggetti che ha
prodotto senza pensare alle loro conseguenze. Il problema e' nel non
correggersi, fermarsi, ripensare, quando si accorge di avere sbagliato, di
aver esagerato e non aziona i freni.

8. RIFLESSIONE. GIOVANNI SARUBBI: UNA VECCHIA CANZONE NAPOLETANA E LA NOSTRAMADRE TERRA
[Riproponiamo il seguente intervento di Giovanni Sarubbi (per contatti:
redazione@ildialogo.org) gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino".
Giovanni Sarubbi, amico della nonviolenza, promotore del dialogo
interreligioso, giornalista, saggista, editore, dirige l'eccellente rivista
e sito de "Il dialogo" (www.ildialogo.org)]

Sostengo senza riserve l'iniziativa contro il nuovo aeroporto di Viterbo, il
terzo nel Lazio, ed il pesantissimo impatto ambientale del trasporto aereo,
sia sul clima del pianeta, sia sulle popolazioni a diretto contatto con gli
scali aeroportuali.
La sostengo a tal punto che ho aperto immediatamente sul nostro sito una
sezione apposita dove vengono riportati gli articoli che "La nonviolenza in
cammino" quotidianamente diffonde. (www.ildialogo.org/ambiente).
*
L'attenzione alla questione ambientale e' assolutamente assente in tutto
cio' che concerne il ciclo di vita di un aeromobile, dalla sua
progettazione, al primo volo, alla sua commercializzazione. Il fatto che gli
aerei inquinano terribilmente non sfiora nemmeno lontanamente ne' i
dirigenti delle aziende produttrici di aerei ma neanche nessun progettista.
Il parametro di riferimento e l'economicita' del trasporto, la quantita' di
carico pagante che si riesce a trasportare al minor costo possibile. E
l'ambiente per le aziende non e' un costo. E carico pagante sono le merci e
i passeggeri ma anche le bombe o gli armamenti di un aereo militare.
*
Lo si vede sia negli aerei gia' in servizio, sia nei nuovi aerei che sono in
costruzione quali l'A380 dell'europea Airbus, l'aereo commerciale piu'
grande mai realizzato, o il 787 dell'americana Boeing, anche se quest'ultimo
viene presentato come "aereo ecologico", perche' pesa il 30% in meno per
l'uso di materiali non metallici. Nessuno dice l'inquinamento prodotto sia
per realizzare questi nuovi materiali, sia per metterli in opera e
realizzare parti di velivoli o velivoli interi.
In realta' gli aerei, per quanto leggeri possano essere, consumano una
quantita' enorme di petrolio perche' altrimenti non riuscirebbero a stare in
volo.
C'e' bisogno di un motore, ad elica o a getto, che faccia acquisire
all'aereo la velocita' necessaria per generare la forza ascensionale capace
di vincere la forza di gravita'. Senza questo motore nessun aereo e' in
grado di stare in aria. Gli stessi alianti vengono portati in quota da aerei
a motore e poi planano verso terra.
Mi diceva, con molto cinismo, un amico pilota di aerei: "il problema degli
aerei e' andare su perche' tanto a terra comunque ci arriveranno, in un modo
o nell'altro".
*
Particolarmente nocivi da un punto di vista ambientale sono gli aerei
militari, soprattutto quelli che volano ad alta quota e che sono i
responsabili della distruzione dello strato di ozono e delle piogge acide
che, durante il periodo della cosiddetta guerra fredda, hanno distrutto
vaste estensioni di foresta nel centro Europa e che continuamente riempiono
di scie chimiche i nostri cieli.
Pochi sanno, ancora, che per lunghi anni e' stato usato l'uranio esaurito,
per il suo elevato peso specifico, quale contrappeso per i timoni dei
velivoli.
Nessuno sa quanti siano gli aerei caduti che avevano tali contrappesi che,
nell'urto, hanno il difetto di polverizzarsi.
E quando si parla di aerei militari vengono alla mente i casi come quello
del Cermis, dove piloti militari Usa giocavano a fare lo slalom fra i piloni
della funivia, o quello della scuola di Casalecchio sul Reno (Bo) sventrata
da un aereo militare in avaria.
*
Ho avuto modo di vedere per caso qualche anno fa il filmato del battesimo
dell'aria di un allievo pilota dell'Aeronautica militare italiana. Una scena
che, molto piu' di tante parole, rende bene l'idea del tipo di formazione a
cui vengono sottoposti i piloti militari che, spesso, diventano poi piloti
civili. Una formazione che tende a privare questi giovani di 18-20 anni di
qualsiasi personalita'.
All'atterraggio il giovane pilota reduce dal suo volo in solitario, dopo
aver sbrigato le formalita' di rito, viene portato a spalla dagli altri
allievi del corso dall'aereo verso una piscina circolare posta all'interno
della base che si trova nel basso Lazio.
Durante questo tragitto di tre o quattrocento metri, il neopilota viene
letteralmente riempito di botte dai suoi commilitoni che usano il fodero dei
pugnali di ordinanza che ogni pilota possiede nella sua dotazione di volo. E
non si tratta di botte finte a giudicare dai gridi di dolore del neopilota,
che avra' modo di sfogarsi anche lui sui suoi colleghi. Giunti davanti alla
vasca il pilota viene buttato in acqua. Ma non e' ancora finito. Il
neopilota deve fare per tre volte il giro della vasca in ginocchio e poi
andare a baciare la statuina da cui esce l'acqua che riempie la vasca e a
quel punto viene accolto dal comandante della base. E a quel punto il
neopilota urla e salta di gioia come un bambino che ha da poco ricevuto un
regalo inaspettato.
E ancora piu' dura e selettiva e' la formazione che segue nei tre anni
successivi. E' da tale formazione che nascono persone che vanno a bombardare
citta' inermi senza battere ciglio, anche con bombe atomiche come e'
successo a Hiroshima e Nagasaki.
La mamma che ha un figlio pilota dell'aeronautica lo ha di fatto gia' perso.
E' meglio fare figli "zappatori" che, come dice una vecchia canzone
napoletana, la mamma non la dimenticano. E la mamma in questione e' la
nostra madre Terra, l'unica che abbiamo e da cui non riusciremo a scappare
quando manchera' l'aria, o i ghiacci si saranno sciolti, o i mari totalmente
inquinati.

9. MAESTRI. MURRAY BOOKCHIN: LA DISSOCIAZIONE
[Da Murray Bookchin, L'ecologia della liberta', Eleuthera, Milano 1986,
1988, p. 463.
Murray Bookchin, pensatore e militante libertario americano, e' stato tra i
principali punti di riferimento della "ecologia sociale"; nato a New York
nel 1921, figlio di emigrati russi (la nonna materna era una rivoluzionaria
populista), ha fatto l'operaio metalmeccanico, il sindacalista, lo
scrittore, il docente universitario; e' deceduto sul finire di luglio 2006.
Tra le opere di Murray Bookchin: I limiti della citta', Feltrinelli, Milano
1975; Post-scarcity anarchism, La Salamandra, Milano 1979; L'ecologia della
liberta', Eleuthera, Milano 1988 (terza edizione); Per una societa'
ecologica, Eleuthera, Milano 1989; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila
Palma, Palermo 1993; Democrazia diretta, Eleuthera, Milano 1993. Un'ampia
scheda biografica e un'ampia bibliografia di Bookchin sono nel n. 1438 de
"La nonviolenza e' in cammino"]

La dissociazione che abbiamo operato tra societa' e natura, a livello
dapprima mentale e poi fattuale, poggia sulla barbara reificazione degli
esseri umani a mezzi di produzione e oggetti di dominio, reificazione che
abbiamo proiettato su tutto il mondo vivente.

10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DIVITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org ,
sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 4 dell'11 agosto 2007

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Coi Piedi Per Terra 3

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 3 del 10 agosto 2007

In questo numero:
1. On line il sito del comitato: http://www.coipiediperterra.org/
2. Un percorso di riflessione
3. Legambiente Lazio e Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale
dell'aeroporto di Ciampino: L'aeroporto di Roma-Ciampino avvelena l'aria di
Roma, Ciampino e Marino
4. I Verdi di Anagni: No all'aeroporto a Frosinone
5. "La provincia di Viterbo": La portavoce del comitato contro l'aeroporto
si racconta
6. Maria G. Di Rienzo: "Beati i miti". Una lettera di solidarieta'
7. "Nepi per la pace": Un documento del 6 luglio 2007
8. Alexander Langer: Il cuore della traversata
9. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. BUONE NUOVE. ON LINE IL SITO DEL COMITATO: http://www.coipiediperterra.org/

E' on line il sito del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
L'indirizzo e' http://www.coipiediperterra.org/
Il sito contiene gia' varia utile documentazione che sara' consistentemente
ampliata nei prossimi giorni.
Il comitato sara' grato a quanti lo visiteranno e invieranno osservazioni,
suggerimenti e proposte per arricchirlo.
La nuova e definitiva e-mail del comitato e' la seguente:
info@coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it

2. MATERIALI DI LAVORO. UN PERCORSO DI RIFLESSIONE

Un aeroporto a Viterbo? No, grazie.
E' necessario invece ridurre il trasporto aereo.

*
Diciamo alcune semplici verita' fin qui sottovalutate o tenute nascoste:
1. Un aeroporto provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive
nei dintorni
- sia attraverso l'inquinamento dell'aria, che causa gravi patologie;
- sia attraverso l'inquinamento acustico.
*
2. Il trasporto aereo provoca gravissimi danni al clima
- contribuisce enormemente al surriscaldamento del clima del pianeta.
*
3. Il trasporto aereo danneggia gravemente l'ambiente
- sia a livello globale;
- sia a livello locale.
*
4. Il trasporto aereo e' antieconomico
- consuma piu' energia di ogni altro mezzo di trasporto;
- danneggia gravemente la biosfera;
- costa molto alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da da
finanziamenti pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mente si
effettuano sciagurati tagli di bilancio per sanita' ed assistenza):
paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo li pagano i
cittadini che non lo usano;
- danneggiando l'ambiente e sottraendo risorse pubbliche non aiuta le
economie locali ma le impoverisce;
- l'occupazione nel settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie
hanno spesso condotte gravemente antisindacali.
*
5. Il trasporto aereo e' iniquo
- statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei ricchi;
- ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, usando i fondi della
fiscalita' generale ricavati cioe' dalla tassazione di tutti i cittadini:
chi paga le tasse e' costretto, a sua insaputa e contro la sua volonta', a
finanziare le compagnie aeree (le quali invece le tasse le pagano ben poco,
godendo di agevolazioni e addirittura di esenzioni incredibili);
- le nocive conseguenze del trasporto aereo le pagano innanzitutto i poveri.
*
6. Il trasporto aereo non e' sicuro
- di tutte le modalita' di trasporto e' la piu' pericolosa, per i
viaggiatori e per chi vive nelle aree sorvolate.
*
7. Nel caso specifico dell'aeroporto a Viterbo manca completamente la
Valutazione d'impatto ambientale

- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni
ed impatto senza rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente?
- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni
ed impatto senza neppure uno straccio di studio sulle conseguenze
ambientali, sanitarie, sociali e sul modello di sviluppo del territorio?
*
8. Non solo non e' affatto certo che l'aeroporto avra' un benefico effetto
sull'economia viterbese, ma anzi e' piu' che lecito dubitarne

- il turismo low cost (cui l'aeroporto sarebbe destinato) e' un turismo
"mordi e fuggi" che in grandissima parte atterrerebbe a Viterbo solo per
arrivare al piu' presto a Roma (come gia' accade a Ciampino e a Fiumicino);
- se si investiranno ingenti risorse statali e regionali nell'Alto Lazio per
realizzarvi un aeroporto, e' evidente che - per un ovvio ragionamento di
ripartizione delle risorse tra le diverse realta' territoriali - non
potranno essere assegnate alla stessa zona ulteriori risorse statali e
regionali per altre strutture ed attivita', ovvero per opportunita' di
sviluppo esse si' utili e coerenti con la valorizzazione dei beni ambientali
e culturali e con le vocazioni produttive della nostra terra (beni e
vocazioni che l'impatto dell'aeroporto puo' pesantemente danneggiare,
rivelandosi per quello che e': un'ennesima gravosa servitu');
- Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno innanzitutto di migliorare
la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, con Orte e con
Civitavecchia.
*
9. La popolazione viterbese non e' stata fin qui informata sui danni certi e
sui pericoli probabili
- gli enti locali hanno fatto molta pessima propaganda (sperperando a tal
fine tempo e risorse che potevano e dovevano essere diversamente utilizzati)
ed hanno scandalosamente taciuto su tutte le questioni sopra indicate;
- le cittadine e i cittadini sono stai ingannati da una propaganda da parte
di pubblici amministratori poco cauti e poco scrupolosi fatta di false
alternative, di esasperato campanilismo con punte di xenofobia, di
grottesche baruffe, di ultimatum costantemente smentiti dai fatti.
*
E' ora che tutte le cittadine e tutti i cittadini siano onestamente
informati, perche' una decisione cosi' grave e dagli effetti cosi'
irreversibili non puo' essere presa da pochi rappresentanti di enti ed
imprese che peraltro avendo degli interessi economici direttamente implicati
sono parte in causa e non super partes.
*
Chiediamo che tutte le persone che vivono nell'Alto Lazio conoscano la
verita', che tutte le persone possano esprimere la loro opinione, che
l'intera popolazione sia coinvolta in un processo decisionale onesto,
partecipato, informato su basi rigorosamente scientifiche, in un autentico
esercizio di sovranita' popolare e di democrazia.
*
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla salute.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla sicurezza.
Chiediamo che sia rispettato il diritto a un ambiente vivibile.
Chiediamo che sia rispettato il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla mobilita' per tutti e non solo
per pochi privilegiati.
Chiediamo che decisioni che riguardano tutti siano discusse da tutti e prese
in modo democratico.
Chiediamo che prevalga la responsabilita', la solidarieta', la democrazia.
*
Siamo solidali con i cittadini di Ciampino, vittime dell'estrema nocivita'
dell'aeroporto.
Siamo solidali con tutti gli esseri umani che subiscono le conseguenze
dell'effetto serra cui il trasporto aereo contribuisce in misura cosi'
rilevante.

3. DOCUMENTAZIONE. LEGAMBIENTE LAZIO E COMITATO PER LA RIDUZIONE
DELL'IMPATTO AMBIENTALE DELL'AEROPORTO DI CIAMPINO: L'AEROPORTO DI
ROMA-CIAMPINO AVVELENA L'ARIA DI ROMA, CIAMPINO E MARINO

[Dal sito del Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale
dell'aeroporto di Ciampino (http://www.comitatoaeroportociampino.it/) riprendiamo il
seguente documento del 3 agosto 2006]

Polveri sottili anche dai cieli di Roma, Ciampino e Marino: gli aerei
diretti a Roma-Ciampino lasciano una scia di smog lungo le aree della rotta
di atterraggio e decollo.
301,83 microgrammi al metro cubo, sotto la rotta di atterraggio, nel cuore
del Parco degli Acquedotti nel Comune di Roma, il piu' elevato valore
registrato per le polveri sottili PM10.
Altri picchi: 235,69 microgrammi/metro cubo a Santa Maria delle Mole; 193,87
microgrammi/metro cubo a Cava dei Selci, nel Comune di Marino, sotto la
rotta di decollo.
Dati allarmanti anche per i valori medi per le PM10: 9 rilevamenti su 10
sono al di sopra del limite di legge.
Misurate anche le polveri PM2,5, le ultrasottili, piu' pericolose per la
salute: 47,40 microgrammi/metro cubo a Largo Europa Unita a Ciampino, 40,26
microgrammi/metro cubo a Santa Maria delle Mole nel Comune di Marino.
*
Duemilacento valori misurati per le polveri sottili, in ventiquattro luoghi:
e' la prima vera campagna di misurazioni dell'impatto dell'aeroporto
"Pastine" di Roma-Ciampino, realizzata da Legambiente Lazio e dal Comitato
per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino.
All'aeroporto di Roma-Ciampino: + 338% di voli commerciali negli ultimi
cinque anni, ecco il problema. Legambiente Lazio e Comitato denunciano:
"Dati allarmanti per lo smog dai cieli a Roma, Ciampino e Marino: urgente e
necessaria una diminuzione dell'impatto dell'aeroporto di Roma-Ciampino. Il
dossier al nuovo Ministro dei Trasporti, per chiedere un rapido intervento".
*
301,83 microgrammi al metro cubo nel cuore del Parco degli Acquedotti nel
Comune di Roma: e' questo in assoluto il piu' elevato valore registrato per
le polveri sottili PM10, durante il monitoraggio realizzato dai tecnici di
Legambiente Lazio, con la collaborazione del Comitato per la riduzione
dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino, i cui risultati sono
stati presentati questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso
la sede di Legambiente Lazio a Roma.
Duemilacento valori misurati per le polveri sottili, in ventiquattro luoghi
complessivamente monitorati per tre giorni dal 17 al 19 luglio, nei Comuni
di Roma (4 luoghi), Marino (6 luoghi) e Ciampino (14 luoghi) costituiscono
la prima vera campagna di misurazioni effettuata per misurare l'impatto
dell'aeroporto "Pastine" di Roma-Ciampino, dopo mesi e mesi di denunce da
parte dei cittadini e di annunci da parte delle istituzioni.
Per i valori massimi registrati per le PM10, le altre peggiori situazioni
monitorate si trovano in due frazioni nel Comune di Marino, stavolta in aree
sotto la rotta di decollo degli aerei in partenza dall'aeroporto di
Roma-Ciampino: a Santa Maria delle Mole, dove lo strumento ha segnato 235,69
microgrammi/metro cubo, ed a Cava dei Selci, che, con 193,87
microgrammi/metro cubo, completa la parte alta di questa triste classifica
dello smog.
Dati allarmanti, anche per i valori medi registrati per le PM10: ventisette
su ventinove sono fuorilegge (il 93%), al di sopra del limite per la
concentrazione media giornaliera stabilita dalla normativa in 50
microgrammi/metro cubo.
Con 178,97 microgrammi/metro cubo e' Via Niccolo' Tommaseo, nella frazione
di Santa Maria delle Mole nel Comune di Marino, a guadagnarsi il peggior
valore per le polveri sottili PM10, piu' del triplo del limite di legge.
Entra nella top five dei valori piu' alti per le Pm10, anche quello di 85,63
microgrammi/metro cubo monitorato nel Parco degli Acquedotti, nel Comune di
Roma.
E' interessante evidenziare che nelle giornate, leggermente ventose, in cui
sono stati effettuati i rilevamenti le concentrazioni medie rilevate dalla
centraline di monitoraggio nel Comune di Roma erano sempre nei limiti di
legge, con valori piuttosto bassi, compresi tra i 25 microgrammi/metro cubo
ed i 48 microgrammi/metro cubo (quest'ultimo, registrato nella sola
centralina Arenula).
Per líoccasione i tecnici hanno anche monitorato, con lo strumento Model
GT-331 Met One Aerosol Mass Monitor, le polveri totali sospese (TSP), le cui
situazioni peggiori complessivamente si registrano, per i valori medi,
ancora nelle aree lungo la rotta di decollo degli aerei: per le polveri
sottili TSP e' ancora la frazione di Santa Maria delle Mole nel Comune di
Marino, con 261,55 microgrammi/metro cubo nel punto a Via Niccolo' Tommaseo,
a guadagnare il peggior valore medio, ben al di sopra della soglia di
attenzione stabilita dalla legge (150 microgrammi/metro cubo); seguono Via
Bassini nella frazione di Cava dei Selci a Marino, con 195,90
microgrammi/metro cubo e Largo Europa Unita a Ciampino con 151,31
microgrammi/metro cubo. Per quanto riguarda i valori massimi, i cosiddetti
"picchi", anche per le TSP rimane quello del Parco degli Acquedotti a Roma
il valore peggiore, con 360,35 microgrammi/metro cubo, dato che supera
abbondantemente il valore di allarme stabilito dalla normativa (360
microgrammi/metro cubo).
Di grande interesse anche le misurazioni che riguardano le polveri PM2,5, le
piu' pericolose per la salute umana perche' ultrasottili, capaci cioe' di
superare la barriera alveolo-polmonare entrando direttamente in circolo nel
sangue: i valori medi piu' elevati, per i quali non esiste ancora una soglia
di legge ma solo una raccomandazione dell'Unione Europea ad avviare i
monitoraggi, si registrano nelle aree lungo le rotte di decollo con 47,40
microgrammi/metro cubo a Largo Europa Unita a Ciampino, 40,26
microgrammi/metro cubo a Santa Maria delle Mole nel Comune di Marino e 39,67
microgrammi/metro cubo ancora a Largo Europa Unita a Ciampino. I "picchi"
dei valori massimi per le PM2,5 si registrano ancora a Largo Europa Unita a
Ciampino con 255,14 microgrammi/metro cubo, un valore davvero elevato, molto
preoccupante per le conseguenze sulla salute dei cittadini; a Via Campo
Farnia nel Comune di Roma con 92,41 microgrammi/metro cubo e ancora Largo
Europa Unita a Ciampino con 80,84 microgrammi/metro cubo.
*
"Lo smog viene anche dai cieli, i dati che abbiamo rilevato sono allarmanti
e confermano la necessita' di una diminuzione dell'impatto dell'aeroporto di
Roma-Ciampino, troppo sovraccarico di voli e passeggeri, collocato in un
luogo che porta gli aerei a sorvolare aree molto urbanizzate, sia nella fase
di decollo che in quella di atterraggio. Questi dati oggi ci dicono che il
problema non e' solo a Ciampino, ma anche a Marino e soprattutto a Roma, che
viene inutilmente attraversata da centinaia di aerei ogni giorno, che
lasciano una pesante scia di inquinanti nel nostro cielo, che ricadono sui
cittadini ma anche sui monumenti", dichiara Lorenzo Parlati, presidente di
Legambiente Lazio.
"Dopo mesi e mesi di proteste, di manifestazioni e di annunci, questa
campagna che Legambiente Lazio con il comitato dei cittadini ha progettato e
realizzato e' uno tra i pochi fatti concreti per comprendere meglio la
situazione, verificando per la prima volta che l'impatto dell'aeroporto e'
davvero pesante in termini di inquinamento atmosferico, forse piu' di quanto
non lo fosse nelle impressioni di ciascuno di noi.
"L'aeroporto di Roma-Ciampino non puo' continuare ad andare avanti in questo
modo, senza alcuna programmazione, senza valutare gli impatti delle
iniziative che si attuano, ma solo rincorrendo l'incremento del numero dei
passeggeri e ritrovandosi poi ovvii problemi di smog e di rumore. La
richiesta non e' ovviamente quella di ridurre la mobilita' delle persone,
dei turisti, ma certo va definita presto una soluzione che preveda un deciso
alleggerimento per questo aeroporto, per tutelare anche i cittadini romani
che vivono nelle aree della rotta di avvicinamento che attraversa tutta
Roma, ma pure le popolazioni di Santa Maria delle Mole nel comune di Marino
che invece sono sotto la rotta di decollo. La prima strada da valutare e'
quella dello spostamento di voli su Fiumicino, verificandone la possibilita'
senza sovraccaricare quello scalo. Se questa ipotesi non dovesse essere
praticabile, allora bisognerebbe valutare l'ipotesi di spostare voli in
altri aereoporti, verificando con grande attenzione la situazione dello
scalo Latina, valutando gli impatti e coinvolgendo le popolazioni, al
contrario di quanto e' stato fatto a Ciampino, per non trovarsi nella stessa
situazione.
"Allo stesso tempo vanno resi noti i risultati dell'indagine sul rumore che
l'Arpa ha affermato di aver iniziato, anche realizzando subito un piano per
utilizzare i soldi dell'imposta regionale sul rumore fissata cinque anni fa
che non sono ancora mai arrivati a destinazione. Da subito, credo che Enac e
Ryan Air che sono i principali attori in questa partita, sarebbe davvero
utile che facessero un passo avanti, mostrando maggiore disponibilita'.
Oggi, intanto, invieremo questo dossier al nuovo Ministro dei Trasporti, che
speriamo possa rispondere presto a questi problemi con tutte le azioni che
riterra' piu' utili", conclude Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente
Lazio.
*
Per capire bene il problema, basta leggere i dati relativi al traffico aereo
nell'aeroporto di Roma-Ciampino: 29 voli commerciali al giorno del 2001 sono
diventati 32 nel 2002, 108 nel 2005 e 127 nel 2006, secondo i dati e le
proiezioni tratte dal sito di Assaeroporti, l'Associazione Italiana Gestori
Aeroporti. Un incremento di numero di voli commerciali del 338% negli ultimi
cinque anni, del 17,6% nell'ultimo anno, a cui e' corrisposto un incremento
in termini di passeggeri del 645% in cinque anni e del 26,4% nel solo ultimo
anno. Questo in certi orari significa un volo ogni quattro cinque minuti,
praticamente in continuo.
*
Tabella 1. Incremento passeggeri/voli giornalieri dell'aeroporto
Roma-Ciampino 2001/2006.
Anno
a) passeggeri totali
b) voli al giorno totali (commerciali + aerotaxi)
c) voli al giorno di linea (solo commerciali)
*
2001
a) 718.562
b) 72
c) 29
*
2002
a) 960.263
b) 80
c) 32
*
2005
a) 4.234.999
b) 161
c) 108
*
2006 (proiezione sulla base dei dati gennaio-giugno 2006)
a) 5.353.257
b) 190
c) 127
(Fonte: http://www.assaeroporti.it/)
*
Proprio per sottolineare questi problemi, ma anche una gestione fuori dalle
norme dell'aeroporto di Roma-Ciampino, nei giorni scorsi Legambiente Lazio
ed il Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto hanno
anche inviato un esposto all'Unione Europea, chiedendo l'attivazione di una
procedura di infrazione a carico della Repubblica Italiana per diverse
violazioni delle direttive comunitarie, nella gestione dell'aeroporto di
Roma-Ciampino.
Sono sei le principali inadempienze segnalate: l'assenza di sistemi di
monitoraggio del rumore (previsti dall'art. 2 del Dpr 496/97, non e' mai
invece stata installata da AdR alcuna centralina di monitoraggio del rumore,
pregiudicando, di fatto, ogni possibile azione di controllo e di risanamento
acustico); l'assenza di controllo sui sistemi di monitoraggio del rumore (a
carico dell'Arpa Lazio, che ai sensi del Dpr 496/97 avrebbe dovuto
presentare al Ministero dell'Ambiente relazioni semestrali sullo stato dei
sistemi di monitoraggio del rumore aeroportuale a Ciampino, relazioni che
non risultano essere state mai presentate, e che avrebbero evidenziato
l'assenza dei sistemi di monitoraggio, costringendo AdR a rispettare la
legge); l'assenza della valutazione di impatto ambientale (non e' mai stata
effettuata, anche se gli aeroporti rientrano tra le opere inserite nel primo
decreto di recepimento della direttiva europea sulle procedure di VIA, il
Dpcm 377 del 10 agosto 1988); la mancanza della zonizzazione acustica
dell'intorno aeroportuale e l'assenza di piani di risanamento e piani di
abbattimento e contenimento del rumore (previsti dall'art. 3 comma 1 del Dpr
496, a carico di AdR, con i Comuni e la Regione); il mancato rispetto del
divieto del volo notturno dalle 23 alle 6.

4. DOCUMENTAZIONE. I VERDI DI ANAGNI: NO ALL'AEROPORTO A FROSINONE
[Dal sito http://www.dedalonews.it/ riprendiamo l'articolo del 4 luglio 2007 a firma
di P. Varriale che (introducendola con l'incipit "Il circolo dei verdi di
Anagni interviene con una nota sulle vicende della scelta di Frosinone quale
terzo scalo aeroportuale del Lazio affermando che") riporta testualmente -
ed integralmente virgolettata - la posizione dei Verdi di Anagni
sull'ipotesi di realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio a
Frosinone]

Il differimento del tavolo tecnico del 30 giugno al mese di settembre segna
a nostro avviso il crepuscolo dell'esiziale ipotesi di un aeroporto nella
Valle del Sacco.
Ci siamo sempre augurati che nella scelta del terzo scalo avrebbero prevalso
le ragioni tecniche. Queste ragioni emergono in forma ufficiale con il
rapporto consegnato una settimana fa dall'Enac e dall'Enav al Ministero dei
Trasporti, che assegna a Frosinone un punteggio molto piu' basso rispetto
allo scalo viterbese. Abbiamo piu' volte sostenuto che l'insensatezza di
fare un aeroporto in una valle contornata da montagne come la nostra
dovrebbe essere immediatamente evidente, e che seri studi non prezzolati non
avrebbero potuto che confermarne l'inadeguatezza per motivi di logistica, di
sicurezza, di inquinamento ambientale, di tutela della salute pubblica, di
inquinamento acustico.
Tali considerazioni, che larga parte della cittadinanza condivide per mero
buon senso, sono infatti confermate dai parametri considerati nel rapporto
in questione.
"Di fronte alla pervicacia delle lobbies politico-economiche trasversali del
frusinate - prosegue la nota - che vantano superabili vantaggi nei
collegamenti via terra e soprattutto un cospicuo patrimonio di promesse
elettorali, siamo fiduciosi che questa procrastinazione sia stata ritenuta
utile per far emergere con argomenti ancor piu' schiaccianti una scelta che
non potra' accontentare i loro appetiti e non, al contrario, per cercare di
saziarli.
Del resto, per iniziativa dei Verdi e del Prc, il Consiglio regionale
straordinario del 23 novembre 2006 ha gia' bocciato, nel corso della
ridefinizione del Piano dei trasporti regionale, il progetto di un aeroporto
a Frosinone, riconoscendone solo la vocazione elicotteristica. All'epoca
furono soprattutto questi due partiti, a nord della Ciociaria, che presero
una netta posizione contro l'aeroporto. E oltre a Ferentino, in primis
grazie all'infaticabile opera di Marco Maddalena, Anagni si segnalo' per la
presa di posizione non solo di Verdi e Prc, ma anche del Pdci, del Circolo
'Il Ponte', e per i dubbi avanzati dagli stessi Ds.
Sollecitiamo queste e le altre forze locali sensibili ai principi dello
sviluppo sostenibile, della tutela ambientale e della salute a proseguire
quest'ultimo tratto di strada che ci separa dalla conclusione della vicenda
sostenendo le nostre ragioni a livello di opinione pubblica e presso i
rispettivi referenti regionali e nazionali.

5. RASSEGNA STAMPA. "LA PROVINCIA DI VITERBO": LA PORTAVOCE DEL COMITATO
CONTRO L'AEROPORTO SI RACCONTA
[Dal sito www.laprovinciadiviterbo.it riprendiamo per stralci la seguente
intervista.
Antonella Litta (per contatti: antonella.litta@libero.it) e' la portavoce
del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo;
svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di
Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa
attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza"
e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi
scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi
viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental
Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. Gia' responsabile dell'associazione
Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata
organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di
medico volontario nei paesi africani. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' nazionale ed internazionale. Presidente del
Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla
pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto ambientale]

Viterbo, 6 agosto 2007 - Se Viterbo volera' o meno sta solo al Ministro
Alessandro Bianchi deciderlo... Al di sotto delle nuvole del potere e'
emersa anche nella Tuscia una voce fuori dal coro. E' la voce di chi
prospetta un diverso modello di sviluppo. Una voce che dice a Bianchi non
solo di non indicare Viterbo come sede di un nuovo aeroporto ma di dire no
alla logica del proliferare degli scali aerei per i low cost. Fuori dal
tempo e dal mondo o profeti di un mondo ancora troppo lontano per essere
visto dai piu'? Ognuno pensi cio' che vuole.
Noi de "La Provincia" abbiamo deciso di mantenere fede al nostro lavoro di
raccontare e informare il territorio. Per questo "zoomiamo" su un
personaggio recentemente emerso alle cronache del Viterbese: Antonella
Litta, portavoce del Comitato contro l'aeroporto.
*
"Sono medico di base a Nepi da piu' di 13 anni e ho scelto questa
professione veramente per passione e con la consapevolezza che il contatto e
l'ascolto delle persone e' alla base di ogni cura. Anche se questo costa
tempo e fatica e' una fatica ripagata dal rispetto e dall'affetto. Questo e'
molto gratificante. Da 15 anni vivo nel viterbese. Amo questo territorio, le
sue affascinanti citta' e i viterbesi, che all'inizio sono sempre un po'
diffidenti verso chi viene da fuori ma poi aprono il proprio generoso cuore
e danno vita a solide amicizie.
"Prima di intraprendere l'attivita' di medico di medicina generale e mentre
seguivo i corsi di specializzazione ho svolto attivita' di ricerca,
collaborando con il prof. Guido Valesini, immunologo di chiara fama
internazionale e attuale direttore della scuola di Reumatologia
dell'Universita' 'La Sapienza di Roma'. La ricerca da me condotta, alla
quale tengo moltissimo, e' uno dei primi e piu' importanti studi scientifici
italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi. In
un piccolissimo paese alle porte di Roma avevamo rilevato un numero elevato
di pazienti affetti da sclerodermia, una malattia grave e rarissima. Abbiamo
studiato per piu' di un anno questa situazione e tra i fattori di rischio
presi in considerazione vi era l'elevato numero di ripetitori televisivi e
di telefonia situati al centro del paese.
"Fu uno studio veramente entusiasmante che ha meritato la pubblicazione
sulla rivista 'Clinical and Esperimental Rheumatology' (rivista di grande
valore scientifico, come sanno gli esperti di questo settore).
"Quindi il mio interesse per la salvaguardia dell'ambiente anche in funzione
della tutela della salute viene da molto lontano. Ho sempre pensato che
essere medico significhi farsi carico dell'essere umano in tutti i suoi
aspetti e per questo sento coerente il mio impegno per le politiche di pace,
legalita' e salvaguardia ambientale.
"Nella mia vita c'e' anche l'Africa. Il mio impegno in Africa nasce dalla
collaborazione con l'istituto delle Suore Missionarie della Consolata.
"Un mese fa ero ancora in Etiopia, nella citta' di Modjo, unico medico in un
ospedale pediatrico che serve una popolazione di trentamila persone. Il
ricordo di quella esperienza e delle sofferenze che ogni giorno quelle
persone vivono, e soprattutto il ricordo dei bambini, e' ancora vivo e ogni
volta molto difficile da affrontare. Quelle persone non saliranno mai su un
aereo, e chiedere un modello di sviluppo piu' giusto per tutti, piu'
rispettoso dell' ambiente, e che tenga conto anche della vita di queste
persone, mi sembra molto coerente con le ragioni che il Comitato contro
l'aeroporto sta diffondendo".

6. RIFLESSIONE. MARIA G. DI RIENZO: "BEATI I MITI".
UNA LETTERA DI SOLIDARIETA'
[Riproponiamo il seguente intervento di Maria G. Di Rienzo (per contatti:
sheela59@libero.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza".
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un
piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in
"Notizie minime della nonviolenza" n. 81]

Le emissioni degli aeroplani, in rapporto all'effetto serra, sono tra le
piu' devastanti e la tecnologia da essi impiegata viene definita tra le piu'
"sporche" di quelle relative alla mobilita'. Raramente pensiamo all'aria che
respiriamo (anche se si tratta di migliaia e migliaia di litri al giorno,
per ciascun individuo), ma la sua contaminazione interessa tutte le forme di
vita sulla Terra ed e' strettamente legata all'inquinamento di acqua e
suolo.
Un aereo che voli per mille chilometri con un centinaio di passeggeri a
bordo contribuisce per 87 tonnellate di gas all'effetto serra. Il che
significa che un altro pezzetto della sfera di ozono se ne va, e che un bel
po' di radiazioni in piu' raggiungono la superficie del pianeta distruggendo
sementi e la vita negli oceani.
Ripensare alle scelte che facciamo, come produttori e consumatori di energia
e beni, e considerare che le nostre azioni hanno impatto sulla salute di
tutto il pianeta non e' piu' un'opzione che si possa scegliere o meno,
magari sentendosi piu' "buoni" di altri: si tratta di una drammatica,
urgentissima necessita'. Sempre che noi si voglia sopravvivere, beninteso.
Se ci accontentiamo di registrare l'aumento di tumori fra amici e parenti
(avete notato che le persone afflitte dal male sono sempre piu' giovani?)
incrociando le dita, e di scuotere la testa perche' "sono sparite le mezze
stagioni", non andremo molto lontano.
*
So che i politici e gli amministratori vi parleranno di "bisogni": il
territorio ha bisogno di questo e quello, l'industria ha bisogno, e il
commercio ha bisogno. Si tratta di necessita' espresse in modo un po'
etereo, e dipingono di solito un orizzonte in cui gli esseri umani tendono a
svanire a favore di concetti astratti. Voi parlategli del vostro bisogno di
veder rispettati i basilari diritti umani nella vostra comunita'. La salute
e' uno di quelli. Usare la cartina di tornasole del rispetto dei diritti
umani consente di individuare con maggior chiarezza le necessita' delle
persone, favorisce la partecipazione e la trasparenza nei processi politici,
fa avanzare eguaglianza e benessere: fornisce parametri, che sanno dirci se
un'azione, una legge, un progetto siano accettabili o no.
Percio', che opzioni alternative ci sono ad un altro aeroporto di cui magari
le locali "realta' produttive" invocherebbero la presenza? Bene, se si
tratta di discutere affari che ne dite di una videoconferenza? E il treno e'
una scelta meno inquinante, per il trasporto di persone e merci. In piu',
passatemi una battuta, rispetto al velocissimo e spersonalizzato viaggio in
aereo, offre ancora la possibilita' di deliziose disavventure: ricordate il
film "A qualcuno piace caldo"?
*
Un'ultima cosa. Come gia' sapete (o avete intuito) io apprezzo sinceramente
ogni esortazione agli esseri umani ad essere davvero umani, e quindi per
esempio a ricordare che l'appartenenza alla Terra consiste di diritti e
doveri, di bilanciamento ed equilibrio e rispetto.
Un incoraggiamento di questo tipo viene secondo me dalle Beatitudini
(Matteo, 5, 5): "Beati i miti, poiche' essi erediteranno la Terra.". E'
ovvio che qui "ereditare" non significa il passaggio di possesso materiale
da una persona defunta ai suoi parenti o legatari. E trattandosi di
un'eredita' che riguarda la condizione dell'anima dell'umanita' in rapporto
al luogo in cui essa vive, non e' neppure una ricompensa ai "miti" per aver
sopportato tanto ed essersi presi tutti i calci dei prepotenti stando zitti
(qualcuno di voi l'ha pensato, questo, non e' vero?).
La ragione per cui saranno i miti ad ereditare la Terra e' che l'umilta' e'
un prerequisito per capirla, la Terra. Una creatura piena di arroganza e di
avidita' non e' in grado di farlo: non cerca conoscenza, perche' presume di
sapere gia' tutto. La persona mite e' invece abbastanza aperta per
percorrere la Terra in uno stato di ricettivita' e ricerca, per osservarne i
flussi di energia ed i cicli, e divenire conscia dell'interconnessione fra
tutte le forme di vita. L'ecologia, che studia tale interdipendenza, e' una
scienza che rimane costantemente permeabile ad una comprensione ulteriore e
piu' profonda delle relazioni fra viventi, ecosistemi, eccetera.
Io credo che troppo spesso pensiamo a "paradisi" dislocati a grandi distanze
spaziali o temporali senza curarci della Terra, e cioe' del Giardino che
abbiamo gia': che sia stato un atto della creazione divina a donarcelo o
semplicemente il disvelarsi dell'universo a se stesso, e' di dove viviamo e
di chi vive con noi che dovremmo aver cura.

7. RIFLESSIONE. "NEPI PER LA PACE": UN DOCUMENTO DEL 6 LUGLIO 2007
[Riportiamo il seguente documento approvato all'unanimita' dal direttivo
del Comitato "Nepi per la pace" il 6 luglio 2007, di cui Antonella Litta e'
presidente; documento che e' stato tra gli atti che hanno dato avvio alla
nascita del comitato che si oppone all'aeroporto]

Siamo convinti sostenitori che le politiche del rispetto e della tutela
dell'ambiente siano fondamentali e centrali ad ogni politica di pace e per
la pace, sia a livello locale che mondiale.
Le guerre, al di la' del camuffamento ideologico o religioso, si combattono
soprattutto per lo sfruttamento ed il controllo di risorse naturali, come
l'acqua, l'aria, il gas, i diamanti, il petrolio, etc.
E' per questo motivo che siamo sempre particolarmente attenti ad ogni
progetto che anche nel nostro territorio puo' riprodurre fenomeni di
sfruttamento e degrado ambientale.
*
La recente lettera di Peppe Sini, che esprime contrarieta' alla
realizzazione dell'aereoporto a Viterbo, contiene a nostro avviso molti
quesiti giusti, primo fra tutti quello concernente la reale necessita' di
realizzare questo aereoporto.
La nostra provincia ha sicuramente altre priorita', prima fra tutte
l'adeguamento e il rafforzamento della rete ferroviaria. Si discute di
aereoporto, quando per arrivare da Viterbo a Roma, in treno, si impiegano
ancora tempi biblici.
Quindi, appare quasi surreale la discussione e l'azione per ottenere un
aereoporto che con certezza produrra' inquinamento e stravolgimento
dell'ambiente, inteso anche come qualita' dell'aria e dell'acustica, uno
sviluppo industriale al momento con incerte caratteristiche e probabilmente
pochi posti di lavoro, visto il tipo di organizzazione delle compagnie
aeree low cost che si servirebbero dello scalo viterbese.
Quindi, sempre prendendo spunto dalle valide argomentazioni esposte da Peppe
Sini vogliamo lanciare un appello a tutta la societa' civile viterbese, alle
istituzioni e alla societa' civile, al mondo della scuola e
dell'Universita', alle organizzazioni sindacali, ai partiti, alle
associazioni, perche' si apra un confronto, un tavolo di discussione per
valutare l'impatto che una simile realizzazione puo' avere non solo
sull'ambiente e le nostre persone ma anche sul futuro delle generazioni che
verranno. Vogliamo capire bene il tipo di progetto, gli interessi, i
vantaggi e gli svantaggi.
*
Pensiamo, crediamo e pratichiamo la partecipazione e la democrazia come
fondamentale binomio per la politica e per la pace, e pertanto auspichiamo
che questa richiesta venga accolta e fatta propria da tutti coloro che
sostengono i valori della trasparenza, della partecipazione e della
democrazia in ogni scelta, soprattutto in quelle che coinvolgono
direttamente le comunita' locali.

8. MAESTRI. ALEXANDER LANGER: IL CUORE DELLA TRAVERSATA
[Da Alexander Langer, Il viaggiatore leggero, Sellerio, Palermo 1996, p. 330
(e' un frammento di "Caro San Cristoforo", uno dei suoi scritti piu'
luminosi e piu' commoventi).
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e'
tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite
iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una
sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi generose
di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata
pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986
(poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie
di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992 esaurito). Dopo la
sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La
scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore
leggero.Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo,
Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin
1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma
1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and
Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta',
Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta"
1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere
dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005; Alexander Langer, Was gut war
Ein Alexander-Langer-ABC; inoltre la Fondazione Langer ha terminato la
catalogazione di una prima raccolta degli scritti e degli interventi (Langer
non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi
la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa), i
materiali raccolti e ordinati sono consultabili su appuntamento presso la
Fondazione. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite.
La resistenza mite di Alex Langer, La Meridiana, Molfetta 2000; AA. VV. Una
vita piu' semplice, Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo -
Altreconomia, Milano 2005; Fabio Levi, In viaggio con Alex, la vita e gli
incontri di Alexander Langer (1946-1996), Feltrinelli, Milano 2007. Si
vedano inoltre almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di
luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione della
Fondazione Alexander Langer Stiftung, 2000, 2004; il volume monografico di
"Testimonianze" n. 442 dedicato al decennale della morte di Alex. Inoltre la
Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer
(esaurito). Videografia su Alexander Langer: Alexander Langer: 1947-1995:
"Macht weiter was gut war", Rai Sender Bozen, 1997; Alexander Langer.
Impronte di un viaggiatore, Rai Regionale Bolzano, 2000; Dietmar Hoess, Uno
di noi, Blue Star Film, 2007. Un indirizzo utile: Fondazione Alexander
Langer Stiftung, via Latemar 3, 9100 Bolzano-Bozen, tel. e fax: 0471977691;
e-mail: info@alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org]

Il cuore della traversata che ci sta davanti e' probabilmente il passaggio
da una civilta' del "di piu'" ad una del "puo' bastare" o del "forse e' gia'
troppo".

9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org ,
sito: http://www.coipiediperterra.org/
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 3 del 10 agosto 2007

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