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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 5 del 13 agosto 2007
In questo numero:
1. La solidarieta' di Dacia Maraini
2. Giulio Vittorangeli: Contro il terzo aeroporto del Lazio
3. Peppe Sini: Salute e sicurezza, ambiente vivibile anche per le
generazioni future, diritto al lavoro. Le limpide e forti ragioni
dell'opposizione all'aeroporto
4. Doriana Goracci: La disperazione di chi usa i mezzi pubblici
5. Normanna Albertini: La saggezza di Dedalo
6. Paola Del Zoppo: Elogio del viaggio lento
7. Letizia Lanza: Per amore della Terra
8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo
1. AMICIZIE. LA SOLIDARIETA' DI DACIA MARAINI
[Dacia Maraini, nata a Firenze nel 1936, scrittrice, intellettuale
femminista, e' una delle figure piu' prestigiose della cultura democratica
italiana. Un breve profilo biografico e' in "Nonviolenza. Femminile plurale"
n. 47. Tra le opere di Dacia Maraini segnaliamo particolarmente: L'eta' del
malessere (1963); Crudelta' all'aria aperta (1966); Memorie di una ladra
(1973); Donne mie (1974); Fare teatro (1974); Donne in guerra (1975); (con
Piera Degli Esposti), Storia di Piera (1980); Isolina (1985); La lunga vita
di Marianna Ucria (1990); Bagheria (1993). Vari materiali di e su Dacia
Maraini sono disponibili nel sito www.dacia-maraini.it]
L'illustre scrittrice ed intellettuale di forte impegno civile Dacia Maraini
in una lettera al responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo ha espresso la sua solidarieta' all'iniziativa che si oppone
all'aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in
difesa dell'ambiente, della salute, della democrazia.
Ancora una volta ringraziamo per la sua straordinaria generosita' la grande
scrittrice ed intellettuale da sempre impegnata per i diritti umani, la
pace, l'ambiente, la civile convivenza, una cultura della solidarieta' e
della responsabilita'.
L'esperienza che stiamo conducendo a Viterbo (da Viterbo ma non solo per
Viterbo) e' in difesa dell'ambiente globale e locale, in difesa del diritto
alla salute per tutte le persone (diritto sancito dalla Costituzione della
Repubblica Italiana), in difesa dei beni ambientali e culturali e delle
autentiche vocazioni produttive del territorio, per il rigoroso rispetto
delle leggi vigenti in materia di ambiente e salute, in difesa del diritto
dei cittadini ad essere informati e a decidere insieme e consapevolmente su
scelte che possono avere conseguenze gravissime per tutti. Siamo lieti che
questo impegno riceva attenzione, apprezzamento e amichevole sostegno da
tante parsone, e tra esse alcune delle voci piu' vive della cultura e della
vita civile.
2. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: CONTRO IL TERZO AEROPORTO DEL LAZIO
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell’Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]
La questione del terzo aeroporto del Lazio, ufficialmente "conteso" da
Viterbo, Latina e Frosinone, si potrebbe risolvere facilmente ricordando
l'auspicio di Alex Langer ad essere "piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi".
*
Solamente che oggi la nostra classe dirigente (mi riferisco al
centrosinistra, sul centrodestra inutile spendere parole) e' quanto di piu'
lontano dal pensiero di Alex Langer.
Cosi' si e' consumato il deterioramento del rapporto tra classe dirigente ed
il proprio elettorato. Una sorta di disaffezione e profonda delusione, nei
confronti dell'attuale governo, su qualsiasi tema; dai diritti civili al
fisco, dalle grandi opere alla politica estera, nessuno e' veramente
soddisfatto. Non e' solo un problema di interessi materiali, siano tasse o
Ici. Piu' semplicemente, il popolo di sinistra e' stato derubato di ogni
possibile coinvolgimento, su cento questioni: piccole e grandi.
Se e' duro governare con risorse scarse, vincoli europei e piccoli
tesoretti, non sarebbe invece costato nulla almeno ascoltare, dialogare,
spiegare in trasparenza le decisioni "dolorose". Non farlo indica
indifferenza, se non disprezzo; e la presunzione che la delega sia eterna,
indiscussa.
Citiamo per tutti la vicenda della base di Vicenza. Forse sbagliamo, ma la
nostra sensazione e' che siamo davanti ad un progetto consapevolmente
perseguito. Che si potrebbe enunciare cosi': la democrazia e' in crisi,
rivitalizzarla dal basso e' impossibile (e soprattutto pericoloso); meglio
allora deprimerla, favorire l'abbandono di chi ne ha ancora interesse o
passione. Se alla fine solo quattro su dieci voteranno, ebbene, meglio
cosi', pensano. Tutti gli altri vengano targati, con la volenterosa
collaborazione dei mass-media, come "radicali", "estremisti" o
"massimalisti".
*
La vicenda del terzo aeroporto del Lazio e' emblematica in questo senso.
I motivi che stanno alla base dell'opposizione della realizzazione di questo
progetto, (fondamentalmente per "low cost": voli a basso costo), ad iniziare
dall'impatto sul caos climatico, sono gia' stati descritti tanto bene dal
comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione
del trasporto aereo, che sarebbe inutile tornarvi sopra.
Citiamo solo una breve considerazione di Marinella Correggia: "I voli a
basso costo sono un classico meccanismo di offerta che crea una domanda che
altrimenti non ci sarebbe. Di conseguenza, ridurre le concessioni di volo a
queste compagnie (e ridurre i voli a corto raggio) anziche' aprire un nuovo
scalo apposta per favorirle, sarebbe un passo per ridimensionare un settore,
l'aviazione civile, la cui insostenibilita' e' ormai riconosciuta. In attesa
di vedere finalmente una tassazione sul carburante aereo e una riduzione
della pioggia di sussidi al settore aereo".
*
Il problema, nella sostanza, si puo' riassumere nel seguente interrogativo:
quale modello di sviluppo per la comunita' viterbese.
Una provincia fortemente penalizzata dalle servitu', da quelle militari a
quelle energetiche, queste ultime rappresentate dal polo di Civitavecchia e
Montalto di Castro.
Una provincia fortemente sottomessa al potere andreottiano, almeno fino agli
inizi degli anni Novanta. Con una forte penetrazione dei poteri criminali:
da Pippo Calo' (il "cassiere" della cupola mafiosa), a Gaspare Mutolo (boss
mafioso poi divenuto collaboratore di giustizia); entrambi abitavano in
comuni del viterbese. Fino alla presenza di imprese collegate ai "cavalieri
dell'apocalisse mafiosa" di Catania nei cantieri delle centrali di Montalto
e Civitavecchia.
Per chiudere, sul versante delle corruzioni, con le tangenti Enel per le
opere sempre a Montalto di Castro.
Una provincia che, pure faticosamente, ha cercato di opporsi a tutte queste
forme di oppressione. Le lotte vittoriose contro l'ampliamento del poligono
militare di Monteromano, contro la realizzazione della centrale nucleare di
Montalto, sono li' a testimoniarlo.
*
Non solo, credo sia opportuno ricordare la terza Conferenza economica
provinciale tenutasi nel 1995, da parte dell'Amministrazione Provinciale di
Viterbo, che per la prima volta assumeva come centrali i temi della pace e
della solidarieta': "la riflessione ecopacifista e solidale e' in grado di
dare significativi apporti teorici ed indicazioni operative sui modelli di
sviluppo e dello sviluppo umano"; assumeva la cultura come fonte di crescita
del territorio, puntando ad una pianificazione integrata basata sul sistema
dei parchi e delle aree protette; nei trasposti la scelta della centralita'
della ferrovia avrebbe finalmente sconfitto l'assurdita' della Supercassia.
Infine istituzionalizzava il ruolo degli enti pubblici in difesa della
legalita', della democrazia e dei diritti delle popolazioni locali contro
logiche speculative e devastatrici, contro l'economia illegale, il regime
della corruzione e la penetrazione dei poteri criminali.
Molte di queste aspettative sono state ampiamente disattese dalle
Amministrazioni Provinciali che si sono successivamente succedute fino ai
nostri giorni; ma oggi con la vicenda dell'aeroporto sono tornati di
drammatica attualita'. Primo glielo faremo capire, a chi vuol decidere sopra
le nostre teste, meglio e'.
3. EDITORIALE. PEPPE SINI: SALUTE E SICUREZZA, AMBIENTE VIVIBILE ANCHE PER
LE GENERAZIONI FUTURE, DIRITTO AL LAVORO. LE LIMPIDE E FORTI RAGIONI
DELL'OPPOSIZIONE ALL'AEROPORTO
Salute e sicurezza per tutte le persone, ambiente vivibile per l'umanita'
presente ma anche per le generazioni future, diritto al lavoro - certo,
dignitoso e adeguatamente retribuito - come espressione e realizzazione
delle proprie capacita' e come impegno di solidarieta' con la comunita'
umana.
Queste sono alcune delle limpide e forti ragioni dell'opposizione
all'aeroporto e dell'impegno per la riduzione del trasporto aereo.
Perche' la realizzazione del nuovo aeroporto danneggia gravemente la salute
delle persone con l'inquinamento dell'aria e l'inquinamento acustico;
danneggia gravemente l'ambiente non solo localmente ma a livello globale
poiche' il trasporto aereo e' responsabile in misura proporzionalmente assai
elevata del surriscaldamento del clima, che e' oggi la principale emergenza
ecologica planetaria.
E perche' il trasporto aereo e' insostenibilmente energivoro; e'
sostanzialmente scandalosamente antieconomico; pesa ignobilmente sulle
pubbliche casse poiche' riceve ingenti finanziamenti e gode di esenzioni ed
agevolazioni fiscali gigantesche cosicche' gli stessi stati che tagliano i
servizi sociali e sanitari per tutti sperperano immense risorse a vantaggio
della ristretta oligarchia superprivilegiata delle compagnie aeree;
danneggiando i beni culturali e ambientali danneggia le vocazioni produttive
delle comunita' locali, e quindi effettualmente deprime le potenzialita'
occupazionali; non da' lavoro sicuro ed anzi e' ambito in cui precariato e
ricatto, condotte padronali antisindacali, violazioni dei diritti dei
lavoratori, atteggiamenti prevaricatori, sono frequenti e massicci;
vampirizzando risorse pubbliche impedisce la crescita di una mobilita'
adeguata, sostenibile, democratica; con la sua presenza e la sua ideologia,
con le sue conseguenze materiali e sistemiche, con la sua effettiva
pericolosita' per la sicurezza sotto molteplici profili, colpisce e devasta
la possibilita' di modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie
appropriate e di assetti sociali e culturali autenticamente democratici e
non asserviti; avendo assai nocive conseguenze ambientali, sanitarie e
sociali danneggia non solo l'umanita' presente ma altresi' le generazioni
future.
Non solo: il traffico aereo e' anche assai iniquo dal punto di vista della
democrazia: solo il 5% della popolazione mondiale vi accede, ma i costi di
esso vengono pagati da tutti in varie forme e assai pesantemente. Si toglie
ai poveri per dare ai ricchi.
Piu' aeroporti e piu' traffico aereo significa piu' nocivita' e piu' degrado
ambientale e quindi economico e sociale.
Meno traffico aereo e quindi meno aeroporti significa piu' salute, miglior
qualita' della vita, piu' sicurezza per tutti, una convivenza piu' civile e
democratica, la possibilita' di un assai piu' adeguato uso delle risorse
pubbliche: e quindi e infine miglior sviluppo secondo i parametri
scientifici e statistici in base a cui si definisce e si valuta lo sviluppo
umano.
Opporsi a nuovi aeroporti e chiedere una drastica riduzione del trasporto
aereo e' diritto e dovere di ogni persona di buon senso, di ogni persona di
volonta' buona, di ogni persona sollecita del pubblico bene.
4. TESTIMONIANZE. DORIANA GORACCI: LA DISPERAZIONE DI CHI USA I MEZZI
PUBBLICI
[Ringraziamo Doriana Goracci (per contatti: dorianagoracci@hotmail.it) per
questo amaro intervento.
Doriana Goracci e' impegnata nel movimento delle Donne in nero e in molte
altre esperienze di pace e di solidarieta']
Ad un certo punto dell'anno nasce un "Project Work", cosi' lo chiamano i
soggetti "responsabili e pensanti", nasce l'idea di fare di Viterbo una
realta' aeroportuale. Diventa "un sogno dinamico" di "lavoro in progress",
di "ricadute positive, vantaggi immediati, implicazioni straordinarie". Ho
usato alcuni vocaboli scritti da alcuni fautori dell'aereoporto a Viterbo.
Si parla anche di enormi vantaggi per il turismo locale, un rilancio della
Tuscia. Un rilancio della Tuscia! Parole vergognose.
Oggi e' domenica, una tranquilla provinciale domenica d'agosto. Leggo di
tutte le iniziative culturali e/o meno impegnate che sono state organizzate
nella provincia viterbese e nella stessa citta' di Viterbo. Beato chi ha la
macchina.
*
Nel 2007 e' possibile in Italia, nel centro Italia, nell'Alto Lazio, non
poter contare sui servizi pubblici nei giorni feriali, figurarsi nei
festivi, nelle ore della prima serata.
Da Viterbo parte per Roma l'ultima corsa alle 19,40, si puo' ricorrere
all'ultima corsa del treno che e' alle 21. Ma si sa, il treno ferma solo ad
alcune stazioni.
Nel mese di agosto, le corse della ferrovia Roma-Viterbo si contraggono una
ogni due ore.
Normalmente, io residente a Capranica e non automunita e patentata, impiego
un'ora e mezza per arrivare al centro di Roma ed effettuare 53 chilometri; e
devo prima arrivare da sola alla stazione, che e' fuori dal paese.
Si deve contare su una buona cerchia di amici automuniti, per raggiungere
paesi lontani solo una manciata di chilometri dal mio, Capranica, che e'
sulla Cassia. Inutili gli inviti, sono tutti possibili solo se qualcuno ti
ci porta, con i mezzi suoi.
Le strade della Tuscia, non appena si lascia la Cassia, sono ferme agli anni
'50. Sembrano non esistere sistemi di illuminazione sicura stradale, neanche
quella minima che garantisce una navigazione accettabile per chi non conosce
a memoria il percorso, romantico e avventuroso...
I treni ogni mattina portano il loro inaudito carico di pendolari, i nuovi
cittadini che si aggiungono ai vecchi che si recano al lavoro e ai luoghi di
studio. Non sembrano esistere qua in provincia sconti per i residenti
sull'abbonamento annuale.
I cittadini di Orte (come era confortevole pronunciare questo nome quando
andavo a scuola e ci avevano insegnato che era un gran nodo ferroviario),
sembrano essere lontani infinitamente da noi. Bisogna tornare a Roma per
andare a Orte. Bisogna tornare a Roma per andare a Civitavecchia. Bisogna
tornare a Roma per andare a Tarquinia. Ho un amico che sta morendo, e'
ricoverato in una casa di cura convenzionata a Nepi: ci vogliono due ore per
fare 17 chilometri.
*
In tutto questo mare di rabbia, mista a rassegnazione, delle masse reali di
cittadini si muovono per obbligo e a volte vorrebbero anche per piacere, con
i mezzi pubblici, nasce qui nel viterbese una campagna propagandistica e di
potere pro aereoporto. Esordisce con i suoi proclami dallo stile a volte
marinettiano, a volte vagamente minatorio, scommettendo sulla presunta
ineluttabilita' della scelta che faranno i ministeri le compagnie aeree i
capitali gli investitori i politici i partiti i traffichini i manutengoli
gli avventurieri gli sponsor le direzioni provinciali regionali nazionali
l'universita' gli scienziati i giornalisti...
Cosa possiamo fare noi, che l'aereoporto non lo vogliamo, che siamo tanti ma
appariamo sempre di meno, che siamo la maggioranza inascoltata che lavora in
questo paese, che paga tutto, anche con la propria salute i danni di questa
scellerata casta politica? Le loro tracotanti dichiarazioni dilagano sulla
stampa locale e mettono olio negli ingranaggi della comunicazione mediatica,
piovono le solite promesse di lavoro e le solite minacce di disastri e di
abbandono se l'aereoporto non si fara'. La consapevolezza della nostra
solitudine l'abbiamo gia', da molto tempo. Nuova potrebbe divenire la
manifestazione dell'amarezza, della stanchezza profonda, che nessuno vuole
neanche piu' contenere: le consultazioni elettorali sono passate...
Occorre cambiare, con determinazione e responsabilmente.
*
Alla nascita del comitato di opposizione all'aereoporto ho deciso di farne
parte, col mio impegno di singola persona, facendo quanto mi e' possibile
per far conoscere il problema e le argomentazioni... La riuscita
dell'impegno richiede l'analisi obiettiva dei fatti: occorre la difesa della
salute dei cittadini residenti, la ripresa dei lavori per la ferrovia...
La proposta del comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo puo' diventare una forte e determinata
richiesta condivisa da molte persone delle piu' diverse opinioni, un
movimento e una richiesta "trasversale" come si usa dire oggi...
5. RIFLESSIONE. NORMANNA ALBERTINI: LA SAGGEZZA DI DEDALO
[Riproponiamo il seguente intervento di Normanna Albertini (per contatti:
normanna.a@libero.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza
in cammino".
Normanna Albertini e' nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo
ne' Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli
adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo
trovo bellissimo, perche' vivo nella verita' del mondo, non in un mondo
virtuale"); e' impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete
Radie' Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta', di pace, per i
diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna",
mensile dell'Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal,
Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore,
Taranto-Milano 2006.
Samir Amin e' nato al Cairo (Egitto) nel 1931, docente universitario, e'
stato consigliere economico di vari paesi del Sud del mondo usciti dal
colonialismo, attualmente dirige a Dakar, in Senegal, il Forum del Terzo
Mondo. E' uno degli economisti piu' noti, ed uno dei piu' lucidi critici del
capitalismo, dell'imperialismo, della globalizzazione. Tra le opere di Samir
Amin: L'accumulazione su scala mondiale, Jaca Book, Milano 1970; (con Andre'
Gunder Frank, Hosea Jaffe), Quale 1984, Istra-Jaca Book, Milano 1975; Lo
sviluppo ineguale, Einaudi, Torino 1977; La teoria dello sganciamento,
Diffusioni 84, Milano 1987; I mandarini del capitale globale, Edizioni
Associate, Roma 1994; La gestione capitalistica della crisi, Punto Rosso,
Milano 1995; La sfida della mondializzazione, Punto Rosso, Milano 1996; Il
capitalismo nell'era della globalizzazione, Asterios, Trieste 1997; Le fiabe
del capitale, Punto Rosso - La meridiana, Milano-Molfetta 1997; Il sistema
mondiale del secondo Novecento. Un itinerario intellettuale, Punto Rosso,
Milano 1997; Oltre la mondializzazione, Editori Riuniti, Roma 1999; Fermare
la Nato. Guerra nei Balcani e globalizzazione, Punto Rosso, Milano 1999; Il
capitalismo del nuovo millennio. L'economia politica dello sviluppo dal XX
al XXI secolo, Punto Rosso, Milano 2001; Oltre il capitalismo senile per un
XXI secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002; Il virus liberale. La
guerra permanente e l'americanizzazione del mondo, Asterios, Trieste 2004;
(con Ali' El-Kenz), Il mondo arabo. Sfide sociali, prospettive mediterranee
, Punto Rosso, Milano 2004; Geopolitica dell'impero, Asterios, Trieste 2004;
Per un mondo multipolare, Punto Rosso, Milano 2006; (con Francois Houtard),
Altermondialista, Punto Rosso, Milano 2007; vari saggi di Samir Amin sono
apparsi in libri collettanei, tra i piu' recenti: AA. VV., L'orizzonte delle
alternative. Contro la globalizzazione della miseria e dell'esclusione,
Punto Rosso, Milano 2000; in AA. VV., Le teologie della liberazione, Punto
Rosso, Milano 2001; in AA. VV., Acqua. Bene comune dell'umanita', Punto
Rosso, Milano 2002; in AA. VV., Oltre il capitalismo senile. Per un XXI
secolo non americano, Punto Rosso, Milano 2002]
"Ma stai attento - diceva Dedalo al figlio mentre insieme risalivano verso
il cielo - attento a non accostarti troppo al Sole, perche' si
scioglierebbe la cera che tiene salde e unite le ali".
Tuttavia Icaro non lo ascolto', esaltato com'era da quel prodigioso volo che
sempre di piu' lo avvicinava al baratro del sovrumano, all'immensita'
dell'universo, al luogo delle divinita'.
E' questo che alberga nel fondo del cuore umano: diventare come Dio. E'
nella natura umana, sin dal primo peccato nell'Eden, voler sfidare la vita e
farsi un paio di ali che, dopo aver costruito torri per sfidare la
divinita', facciano salire sempre piu' in alto per raggiungerla e mettersi
al suo posto. Il creato, pero', ha delle leggi sue, delle regole, dei
paletti entro cui anche la scienza deve muoversi, rispettandoli, altrimenti
l'umanita', e la vita stessa, ci rimette le penne, si brucia le ali. Come se
le incendio' Icaro, che al sole, per la sua presunzione, si era troppo
accostato.
Che il peccato originale biblico, interpretando il linguaggio semitico, sia
proprio questo? Che parlasse, la Bibbia, di un errore che non era
completamente concluso, ma che accompagnava tutta l'umanita', fino alla
cacciata finale da questo Eden, il nostro unico "paradiso terrestre": il
pianeta Terra?
Il calore cocente fece sciogliere la cera, le ali finte, come falso e'
spesso il progresso umano, che e' solo sviluppo e benessere per pochi e che
danneggia terra, acqua, suolo. Icaro, che impetuosamente si era levato nel
cielo, precipito' negli abissi marini e da essi venne per sempre
inghiottito.
*
Ora, a proposito della costruzione dell'aeroporto di Viterbo, e di un numero
impressionanti di nuovi aeroporti in Cina (fin sul Tibet) faccio mia la tesi
di Samir Amin sul capitalismo come tendenza al genocidio dell'umanita'. Ci
si trova a criticare la Cina quando crea problemi al nostro commercio
invadendoci con la sua merce a basso costo, poi ci comportiamo esattamente
allo stesso modo, anzi: e' la Cina che si e' appropriata del nostro sistema
capitalista, non viceversa.
La Caac (Civil aviation administration of China) ha recentemente annunciato
l'intenzione di costruire una cinquantina di nuovi aeroporti entro il 2010.
L'iniziativa si inserisce in un piano strategico complessivo che coinvolge
l'intero sistema aeroportuale del paese.
Per rendere il paese in grado di sostenere l'aumento di volume di traffico,
le autorita' cinesi hanno previsto uno stanziamento di 17,4 miliardi di
dollari che, oltre alla costruzione dei nuovi aeroporti, consentira' la
trasformazione degli scali di Beijing, Shanghai e Guangzhou in altrettanti
hub internazionali state-of-the-art e degli aeroporti di Chengdu, Kunming,
Xiían, Wuhan e Shenyang in hub regionali.
*
Dice Samir Amin: "Il capitalismo e' stato allo stesso tempo creatore,
liberando una forza creatrice terrena di espansione gigantesca, e
distruttore. Probabilmente, quello che Marx aveva in mente e' che il ruolo
storico del capitalismo e' stato per lungo tempo piu' positivo e costruttivo
che distruttivo. Rosa Luxemburg pensava gia' al tempo della prima guerra
mondiale che la dimensione distruttrice fosse molto piu' forte di quella
costruttrice, e che se l'umanita' non avesse rapidamente superato la logica
capitalista, sarebbe presto entrata in un periodo di barbarie. A mio avviso
aveva ragione gia' allora, ma avrebbe ancora piu' ragione oggi. La
dimensione distruttrice del capitalismo si puo' riassumere in tre elementi:
in primo luogo il capitalismo non e' naturale quanto alla produzione e
all'organizzazione sociale e alla produzione culturale e ideologica, fondata
non sulla considerazione dell'essere umano ma sulla riduzione dell'essere
umano a portatore di forza lavoro, trattato come merce. Questa alienazione
propria del capitalismo, su cui credo che Marx insista, e' stata purtroppo
progressivamente ridotta, dal marxismo storico, ad un argomento di
discussione filosofica senza un portato politico fondamentale. Il secondo
aspetto di questa dimensione distruttrice del capitalismo e' lo sviluppo
delle forze produttive, fondato sulla distruzione progressiva delle risorse
naturali sulle quali la produzione si fonda. La ragione e' che la
razionalita' del capitalismo - perche' si tratta di un sistema razionale -
e' una razionalita' di calcolo finanziario a breve termine o al massimo di
qualche anno. Forse per gli investimenti nelle miniere o nel petrolio, per
esempio, si ragiona in termini di una quindicina d'anni, ma questo termine
non e' nulla in rapporto alla lunga storia del pianeta e dell'umanita'.
Dunque la razionalita' del capitalismo e' storicamente irrazionale, nel
momento in cui si supera l'orizzonte limitato del suo calcolo. Questo, ne
sono sicuro, Marx l'ha detto e l'ha scritto nel Capitale, ma e' vero che il
marxismo storico l'ha dimenticato, e sono i temi che gli ecologisti, senza
aver letto Marx, probabilmente, hanno riscoperto".
*
Icaro vedeva la prudenza e la ponderatezza del padre, che suggeriva di
lasciarsi aiutare dai venti e di volare a media altezza, come una sorta di
debolezza, di poco coraggio, quella che viene imputata agli ecologisti come
ingenuita' (magari definendoli "anime belle"), una forma di esagerata
titubanza, perche' egli, Icaro, aveva capito tutto. Icaro aveva fretta di
volare in alto, rompendo con le leggi della natura, sfidandole fino alle
estreme conseguenze, incapace di fermarsi, seguendo, in cio', l'estremismo
infantile che caratterizza, poi, proprio la societa' capitalista.
Dovremmo ascoltare Dedalo, farci aiutare dai venti e volare a media altezza,
non per ritornare volontariamente a vivere nelle caverne, ma per evitare
proprio di essere costretti a ritornarci.
6. RIFLESSIONE. PAOLA DEL ZOPPO: ELOGIO DEL VIAGGIO LENTO
[Riproponamo il seguente intervento di Paola Del Zoppo (per contatti:
lilith_dz@yahoo.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Paola Del Zoppo, acuta germanista, autrice di un ponderoso studio sulle
traduzioni ottocentesche in lingua italiana del "Faust" di Goethe, sottile
traduttrice di autori come Peter Bichsel e Heinz Czechowski, ha svolto
attivita' di ricerca all'Universita' di Siena su temi di letteratura
comparata e traduzione del testo letterario; ma e' anche da sempre impegnata
nell'Agesci, e in molteplici iniziative di educazione e formazione, di
solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di pace, di nonviolenza. Ed
e' persona limpida e generosa, alla cui scuola sono maturati ragazze e
ragazzi divenuti anch'essi persone impegnate e valorose - e questo non e'
l'ultimo dei meriti suoi]
Quando ero piccola l'idea di volare era un sogno. Come per tutti. Volare era
il tappeto magico, la scopa delle streghe. Era la possibilita' di guardare
tutti dall'alto, di non soffrire piu', di poter fuggire quando ne avrei
sentito il bisogno. Mi sembrava un modo per conoscere luoghi lontani, per
scoprire qualcosa che gli altri non avrebbero mai saputo. Come in molti
adolescenti, erano bisogni che avvertivo spesso.
E' passato tanto tempo. Per molti adulti e' diverso. Volare e' una corsa
contro il tempo, e, a volte, l'indicazione di uno status, una dichiarazione
di potere, un modo per dire che si e' migliori degli altri.
*
Non condanno la possibilita' di volare, di spostarsi velocemente. Pero'
penso bisogni fermarsi a riflettere sull'effettiva poverta' del volo
rispetto ad altre forme di viaggio.
Innanzitutto, la velocita'. Non e' vero che ci vuole meno tempo a muoversi
in aereo, almeno non per le tratte brevi. Bisogna essere in aeroporto almeno
un'ora prima, bisogna aspettare i bagagli all'arrivo. Il tempo del viaggio
si moltiplica a dismisura. Per andare da Roma a Milano, con un treno, ci si
impiegano circa 5 ore. Contro le 4 dell'aereo (considerando trasporto a
Fiumicino, check in, arrivo in citta'). C'e' un treno ogni ora che parte dal
centro della citta' e arriva al centro della citta'. Se se ne perde uno, non
c'e' bisogno di sentirsi sperduti. Si aspetta, si prende il treno dopo. I
piu' bravi riescono a godere dell'attesa. Basta pensarci poco, prendere in
considerazione delle alternative. Ma per pensare ci vuole tempo. E' un
tempo che ormai non vuole piu' nessuno, cosi' come il tempo giusto per
viaggiare.
Ecco il treno. Guardando dal finestrino, si percepiscono le distanze, la
strada, i percorsi. Si puo' osservare, senza essere distratti da istruzioni
per la nostra prossima catastrofe, vendite di cioccolatini, profumi,
cosmetici e tutto cio' che di inutile puo' essere venduto su un enorme
oggetto in movimento. Un inno al consumismo.
Nel vagone di un treno le persone si alzano, chiacchierano, entrano in
contatto. Ad alcuni crea fastidio. Ma il viaggio e' incontro, e inizia nel
momento in cui mettiamo un piede fuori casa e ci troviamo sperduti nel
mondo. Se non guardiamo l'altro, il viaggio non ha senso. E l'incontro con
l'altro, nel viaggio in aereo, e' limitato. A volte lo stesso incontro con
l'altro, lontano, e' un alibi. Chi viaggia per conoscere, dovrebbe chiedersi
se conosce innanzitutto chi e' vicino. Se e' pronto a conoscere. Se non c'e'
giustizia difficilmente ci sara' incontro. Viaggiamo verso un paese in
difficolta', qualunque sia il motivo, anche "umanitario" e siamo quelli che
vanno la' a conoscere. "Loro" sono quelli che stanno la', e non possono far
altro che aspettare di essere conosciuti. In questo c'e' una profonda e
dolorosa disparita'.
Voliamo. Dal finestrino non vediamo gente, strade, paesi, case costruite
secondo concetti diversi, con materiali diversi. Guardiamo le nuvole. Il
cielo. Chi ha voglia, modo e tempo di riflettere sulla propria condizione in
quell'istante potrebbe sentirsi libero, come il mio piccolo io adolescente.
Ma e' liberta' non potersi prendere il tempo di maturare un cambiamento di
luogo? Ma anche questa e' una riflessione che richiede forse troppo tempo,
richiede lentezza.
La stessa percezione della bellezza e' differente. Il successo dei voli low
cost da Ciampino e' arrivato con le tratte per Londra, un'esplosione di
gioia per i turisti, i giovani, che potevano visitare l'Inghilterra. Ma chi,
anche solo una volta, e' arrivato in traghetto in Inghilterra e ha visto
pararsi davanti le bianche scogliere di Dover, ha visto la nebbia, ha
sentito il brusio sul ponte, il rumore del mare, potrebbe chiedere a tutti
quei turisti cosa hanno potuto vedere loro dal loro aereo. Chiedere se la
loro fretta, la sete di arrivare e non di partire, valeva tutto cio'.
*
E se non bastasse, ecco ci informiamo e scopriamo che volando cosi' tanto,
le tante cose belle che vorremmo vedere presto potrebbero non esserci piu'.
Quello che si dice un cambiamento climatico e' in realta' una catastrofe che
potrebbe far sparire tutto cio' che conosciamo e tutto cio' che diciamo di
voler conoscere. Diciamo di capire la bellezza e l'importanza della natura,
dei luoghi lontana, della gente lontana, tanto da voler vedere tutto con i
nostri occhi. Ma se davvero comprendiamo la bellezza, non dovremmo
preoccuparci di preservarla, piuttosto che di poterla vedere prima che non
esista piu'? Prendiamoci un po' di tempo per riflettere.
7. RIFLESSIONE. LETIZIA LANZA: PER AMORE DELLA TERRA
[Riproponiamo il seguente intervento di Letizia Lanza (per contatti:
letizialanza@libero.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza
in cammino".
Letizia Lanza e' una prestigiosa intellettuale e poetessa; laureata in
lettere antiche presso l'Universita' degli Studi di Padova (con una tesi in
archeologia cristiana), perfezionatasi presso l'Universita' degli Studi di
Urbino (con una tesi in scienze dell'antichita' - Indirizzo filologico), da
lunghi anni interessata alla attivita' di ricerca persegue una prospettiva
di indagine di filologia storico-femminile, esplicandola sia al riguardo dei
documenti del passato sia nei confronti delle voci letterarie (italiane e
straniere) del presente: nell'ambito della classicita', suoi filoni
privilegiati di studio sono la poesia epica, essenzialmente "omerica" (con
la dotta contre-partie rappresentata dalla produzione parodica), la lirica
greca arcaica, la tragedia di Sofocle ed Euripide, ampi stralci della
produzione storica e letteraria della latinita'; a cio' si aggiungono, ora
piu' frequenti, le appassionate incursioni nel mondo dell'archeologia;
nell'ambito della modernita', i suoi interessi si appuntano principalmente
su presenze femminili "forti" quali Christine de Pizan, Emily Dickinson,
Virginia Woolf, Maria Zambrano, Ingeborg Bachmann - sia pure non
trascurando, di entrambi i generi, voci magari piu' recenti e vicine
(bastino tra tanti i nomi di Cesare Ruffato e Paolo Valesio); sul piano
socio-politico e' impegnata anche con interventi scritti in difesa
dell'ambiente, della biodiversita', della pace, della convivenza aperta nei
confronti dell'altro/a, quindi aliena da violenza; oltre all'attivita' di
scrittura, assieme all'impegno in seminari o lezioni universitarie (facolta'
di lettere di Bologna e Padova) ha preso parte a conferenze, convegni e
iniziative presso varie strutture (fondazioni, associazioni, musei,
istituzioni culturali le piu' varie) e collaborato a molte riviste e siti
web; ha collaborato tra l'altro con la Fondazione Scientifica Querini
Stampalia Onlus di Venezia, con l'Associazione Iasos di Caria, con la
rivista della Boemia meridionale "Relationes Budvicenses", con la rivista
venezana "Nexus", con la Fondazione Luciano Bianciardi di Grosseto, con il
sito de "L'araba fenice", con la rivista on line "Senecio"; fa parte
dell'Associazione italiana di cultura classica, sezione di Venezia; fa parte
della Societa' italiana delle letterate; assieme a Luana Castelli, Francesca
Dissera, Anna Ponti e altre amiche veneziane fa parte del gruppo di ricerca
"Geografia di genere - Geografia di citta'" coordinato da Tiziana Plebani.
Tra le opere di Letizia Lanza: Archestrato, il cuoco degli dei (scritto in
collaborazione con C. D'Altilia, illustrato da M. Vulcanescu), Abano Terme,
Piovan Editore 1988; Sofocle. Problemi di tradizione indiretta (scritto in
collaborazione con L. Fort, premessa di M. Geymonat), Padova, Editoriale
Programma 1991; Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana,
Venezia, Supernova 1994; Scritti di donna, Venezia, Supernova 1995; Il gioco
della parola (1987-1995), Venezia, Supernova 1995; Eidola. Immagini dal fare
poetico, Venezia, Supernova 1996; Scripta selecta. Da oggi a oggi, Venezia,
Supernova 1997; Vipere e demoni. Stereotipi femminili dell'antica Grecia,
Venezia, Supernova 1997; Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg
Bachmann, Venezia, Supernova 2001; Grecita' femminile. L'altra Penelope,
Venezia, Supernova 2001; Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo
(postfazione di M. Ferrari), Venezia, Supernova 2002; Il diavolo nella rete
(premessa di F. Santucci, postfazione di G. Lucini), Novi Ligure, Edizioni
Joker 2003; Diabolica. Da oggi a ieri, Venezia, Supernova 2004; Poesie
soffocate, Venezia, Poligrafica 2005; Ludi, ghiribizzi e varie golosita',
Venezia, Supernova 2005; Levia Gravia 2004-2005, Venezia, Poligrafica 2006;
Le donne e l'antico. Ed. L. Fort - I. Lisovy, Ceske' Budejovice-Venezia,
Johanus 2006; Litora vitae honestae. Disputationes de magistro nostro,
collega et amico, Professore Franco Sartori (1922-2004). Ed. I. Lisovy - L.
Lanza, Ceske' Budejovice-Venezia, LaFOli 2006; Vino donne amori (di varia
antichita'), Venezia, Supernova 2006]
Senza dubbio alcuno - sembra perfino ozioso dirlo - il nostro sventurato
pianeta vien fatto sempre piu' oggetto di folle violenza - quotidiana,
inaudita: bastino i mille roghi criminali che, solo in questi mesi, hanno
insanguinato l'Italia con la distruzione massiccia di specie animali e
vegetali (oltre a malcapitati rappresentanti della nostra genia). Mancano le
parole a qualificare gli incendiari (e manca soprattutto la speranza di pene
adeguate...).
C'e' ormai - pervasiva, dominante - un'idea di sopraffazione e di profitto
talmente diffusa da sembrare incontrastabile. Non c'e' settore della
societa' cosiddetta "umana" che si presenti immune da calcoli di guadagno
selvaggio - se sporco o malavitoso poco importa. Latita a ogni livello
l'attenzione - la cura - per l'ormai devastata salute ambientale: ossia a
dire, banalmente, per la vita.
Si fa di tutto e di piu' pur di spalancare nuove direttrici al cosiddetto
"progresso".
*
Rientra in cio' (un esempio tra tanti) lo sviluppo fuori controllo del
traffico aereo nell'areoporto di Roma Ciampino, dovuto in buona misura
all'attivazione di compagnie low cost e avvenuto - come denuncia il relativo
Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale - "nella piu' totale
illegalita', al di fuori di ogni controllo", dunque in maniera tale da
causare seri "problemi alla popolazione di Ciampino, S. Maria della Mole e
di una parte consistente della citta' di Roma interessata dalla rotta di
atterraggio. I velivoli sorvolano le abitazioni 'ad altezza ravvicinata',
arrivano in talune fasce orarie ad una frequenza parossistica - un volo ogni
2 minuti - scaricando ingenti quantita' di gas e polveri inquinanti sulla
popolazione inerme, rendendo l'aria irrespirabile e generando rumore
intollerabile sia di giorno sia di notte".
Quanto mai opportuna, allora, la denuncia della grave situazione -
tristemente confermata dai dati ufficiali: "La centralina di monitoraggio
della qualita' dell'aria finalmente installata a Ciampino dopo le pressioni
dei cittadini, ha gia' raggiunto in soli due mesi di rilevazioni (al 6
febbraio 2007) il limite massimo di sforamento delle polveri sottili PM10
non superabile in un anno secondo la normativa vigente. La centralina, tra
l'altro, non registra altre fonti gravemente inquinanti come il benzene o il
biossido d'azoto, presenti in elevata concentrazione nei gas di scarico
degli aerei. Stanno emergendo dati preoccupati sull'insorgenza di malattie
respiratorie nei bambini di Ciampino... appare inquietante il dato che la
Asl di Ciampino risulterebbe essere quella con la piu' alta spesa per
farmaci pro capite in Italia, soprattutto per farmaci anti-tumorali".
*
Sulla medesima linea si muove il Comitato che contrasta la costruzione di un
aereoporto a Viterbo - al cui riguardo (cito un nome a caso) Alessandro
Pizzi, gia' autorevole sindaco di Soriano nel Cimino, ribadisce che "mentre
lo sviluppo e' illusorio (lo dimostra cio' che avviene in altri luoghi), di
sicuro rimane il problema dell'impatto ambientale (produzione immane di gas
serra, di polveri sottili e inquinamento acustico)".
*
Come risaputo non sono un'addetta ai lavori, dunque non mi permetto di
proporre suggerimenti "tecnici": da donna e cittadina tuttavia (oltre che da
studiosa) posso - e lo faccio con convinzione - aderire alle articolate
proteste, riproponendo tra l'altro in chiusa le parole, a mio avviso
decisive, di Peppe Sini: il quale, a proposito del traffico aereo (per parte
mia comunque poco frequentato), invoca la "riduzione di questa forma di
mobilita' cosi' fortemente inquinante, energivora, dissipatrice di pubbliche
risorse, realmente anche antieconomica, profondamente iniqua".
8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO
Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it
===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 5 del 13 agosto 2007
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lunedì 27 agosto 2007
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