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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 4 dell'11 agosto 2007
In questo numero:
1. Da una lettera apocrifa di Erostrato di Efeso a Ipazia di Alessandria
2. Paola Del Zoppo: Ma
3. Osvaldo Ercoli: Il volo di Icaro
4. Mauro Sarnari: Come ti propino un aeroporto
5. Marinella Correggia: Low cost? No, grazie
6. Cristina Mochi: E con gli aerei se ne va in vacanza la tutela
dell'ambiente
7. Elena Liotta: Contro l'aereo
8. Giovanni Sarubbi: Una vecchia canzone napoletana e la nostra madre Terra
9. Murray Bookchin: La dissociazione
10. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo
1. ANTIQUARIA. DA UNA LETTERA APOCRIFA DI EROSTRATO DI EFESO A IPAZIA DI
ALESSANDRIA
Vorresti tu dunque che il cielo fosse solo delle fulgide stelle e dei lievi
figli del vento?
Ma sai bene che esso e' fatto perche' vi si innalzino falo' e vi galoppino
carri di ferro che recano morte agli infelici afgani, e traggono i patrizi
alle piu' esotiche villeggiature ove la schiavitu' dei molti sancisce il
godimento dei potenti.
*
Vorresti tu dunque prenderti cura della salute, della sicurezza, della
dignita' di tutti?
Ma sai bene che e' destino che il pesce grosso il piccino divori, e che non
vi e' altra legge che quella della giungla, e chi non sa far male e' d'uopo
che schiacciato sia.
*
Vorresti tu dunque preservare questo mondo dalla catastrofe?
Ma sai bene che la catastrofe verra', e la tua volonta' buona non sara'
valsa a riparo. Coi miei amici innalziamo sui labari il sagace ed invero
aulico ed elegante motto "Me ne frego". Che ce ne importa a noi se tutto va
in malora?
*
E smettila, infine, di darci noia con questo tuo vaneggiare di
responsabilita', di solidarieta', di condivisione, di cura, di amore per il
prossimo e il mondo, di pratica della virtu'. E bada a te, signora filosofa,
che ci hai di gia' stancato.
*
E adesso basta di scrivere, che devo andare al tempio di Diana per un
affaruccio che se mi dice bene vedrete se non finisco in qualche talk-show.
2. EDITORIALE. PAOLA DEL ZOPPO: MA
[Ringraziamo Paola Del Zoppo (per contatti: lilith_dz@yahoo.it) per questo
intervento di solidarieta' con l'impegno del nostro comitato.
Paola Del Zoppo, acuta germanista, autrice di un ponderoso studio sulle
traduzioni ottocentesche in lingua italiana del "Faust" di Goethe, sottile
traduttrice di autori come Peter Bichsel e Heinz Czechowski, ha svolto
attivita' di ricerca all'Universita' di Siena su temi di letteratura
comparata e traduzione del testo letterario; ma e' anche da sempre impegnata
nell'Agesci, e in molteplici iniziative di educazione e formazione, di
solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di pace, di nonviolenza. Ed
e' persona limpida e generosa, alla cui scuola sono maturati ragazze e
ragazzi divenuti anch'essi persone impegnate e valorose - e questo non e'
l'ultimo dei meriti suoi.
Bertolt Brecht (1898-1956), scrittore, poeta, drammaturgo tedesco tra i
maggiori del Novecento, nella sua opera e' rilevante l'impegno contro la
guerra e contro l'oppressione sociale. Tra le opere di Bertolt Brecht
segnaliamo in particolare l'utile volumetto per la scuola curato da Renato
Solmi e dal Ccm di Torino: Bertolt Brecht, L'abici' della guerra, Einaudi,
Torino 1975, ed ovviamente almeno le Poesie di Svendborg, Einaudi, Torino
1976, ma anche altrettanto ovviamente le Poesie e canzoni, Einaudi, Torino
1959; per l'opera teatrale ovviamente Teatro, Einaudi, Torino 1963; cfr.
anche la raccolta de I capolavori di Brecht, e i Drammi didattici, sempre
presso Einaudi; tra le prose ad un tempo narrative e di pensiero cfr. almeno
i Dialoghi di profughi, Gli affari del signor Giulio Cesare, Me-ti. Libro
delle svolte, e le Storie da calendario, tutte presso Einaudi; cfr. inoltre
almeno il Diario di lavoro, Einaudi, Torino 1976. Ma altre sue opere
occorrerebbe citare qui, tutte in Italia edite da Einaudi. Opere su Bertolt
Brecht: per un'introduzione cfr. il volume a cura di Roberto Fertonani, Per
conoscere Bertolt Brecht, Mondadori, Milano 1970; Paolo Chiarini, Bertolt
Brecht. Saggio sul teatro, Laterza, Bari 1959, 1967; Hans Mayer, Brecht e la
tradizione, Einaudi, Torino 1972; ed ovviamente Klaus Voelker, Vita di
Bertolt Brecht, Einaudi, Torino 1978]
... invio una riflessione molto poco "tecnica" ma molto dal cuore.
Mi e' venuta in mente quella poesia di Brecht che alla fine dice:
Generale, l'uomo fa di tutto.
Puo' volare e puo' uccidere.
Ma ha un difetto:
puo' pensare.
3. RIFLESSIONE. OSVALDO ERCOLI: IL VOLO DI ICARO
[Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti: osvaldo.ercoli@fastwebnet.it) per
averci messo a disposizione questo suo intervento del 3 agosto 2007.
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia'
consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa
dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel
viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e
la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori
del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per una
riduzione del trasporto aereo]
La presenza al consiglio provinciale aperto del 30 luglio 2007 del comitato
per un ripensamento e un confronto sulle problematiche che solleva la
costruzione di un aeroporto a Viterbo ha sollevato tra coloro che sostengono
la bonta' dell'opera non poche polemiche, con inaspettate prese di
posizione, con caustiche illazioni, con superficiali deduzioni, con tanta
esaltazione di verita' dogmatiche e precostituite.
Dice la propaganda dominante, tanto retorica quanto poco meditata:
l'aeroporto e' cosa buona, bella e giusta, l'Enac (Ente nazionale aviazione
civile) avrebbe dato un parere tecnico favorevole alla fattibilita', quindi
quest'opera "s'ha da fare".
I maggiorenti politici presenti in aula, nello sforzo di presentarsi come
sensibili alle tematiche dell'ambientalismo, hanno promesso rispetto ed
attenzione per la valutazione dell'impatto ambientale, da eseguirsi pero'
solo dopo la realizzazione dell'opera (una grottesca sciocchezza che denota
l'ignoranza della legislazione in vigore: la valutazione dell'impatto
ambientale di una grande opera ovviamente va fatta prima della sua
realizzazione, non dopo).
L'esperienza rovinosa del volo di Icaro dovrebbe insegnare che e' piu'
saggio prima confrontarsi, e poi realizzare le opere.
*
Da persone che evidentemente poco sanno della storia del pensiero
scientifico e' stato detto che le "conquiste" della scienza e della tecnica
sono tutte e sempre fonti di sviluppo e benessere, e che quindi nessuno puo'
mettere in discussione la loro utilizzazione... dimenticando che le
conquiste e i nobili fini della scienza hanno sempre aspetti complessi e
spesso contraddittori; e che lo sfruttamento delle risorse naturali e
l'utilizzo delle tecnologie pesanti hanno sempre effetti sistemici ed
impatti ambientali rilevanti, e possono avere conseguenze non sempre
desiderabili ed anzi talvolta assolutamente nocive... si pensi
all'esaurimento delle fonti energetiche non rinnovabili, alla
deforestazione, all'inquinamento dell'aria, al surriscaldamento del clima,
ai pericoli legati alla tecnologia nucleare, tutti fenomeni che mettono in
pericolo la sopravvivenza dell'intero pianeta.
*
Noi ambientalisti abbiamo questa consapevolezza che, con democratico
confronto, vorremmo comunicare anche a tutti i nostri interlocutori: la
consapevolezza che le conquiste della scienza, e le loro applicazioni
tecniche, vanno si' utilizzate, ma non prima di aver valutato le conseguenze
in termini di danni che provocano all'ambiente, di nocivita' per la salute
delle persone, di pericoli possibili e lesioni certe alla vivibilita' del
pianeta, anche per i nostri figli (in campo ambientale non basta valutare
gli effetti immediati, ma occorre porsi sempre anche dal punto di vista
delle generazioni future).
La nostra linea di condotta prevede quindi scelte meditate e mirate al
massimo benessere compatibile con il minimo danno ambientale, che non e' il
presunto "benessere" incarnato dal solo profitto e dal solo utile immediato
ed egoistico, ma un benessere autentico, sobrio e consapevole, equo e
solidale, costellato di rose e spine, fatto di vantaggi e rinunce, di
opportunita' e di limiti; scelte responsabili che ci permetteranno di
frenare la china pericolosa della distruzione del pianeta provocata da tante
superficiali, egoistiche ed irrazionali scelte finora fatte sulla base della
infondata e dannosa convinzione che le risorse del pianeta siano infinite ed
i processi sempre reversibili.
*
Alla luce di una riflessione in termini di modello di sviluppo, di difesa
degli ecosistemi e dei diritti degli esseri umani, di applicazione del
principio di precauzione, chiedersi se sia poi davvero "necessario"
quell'aeroporto (i cui effetti gravemente nocivi per ambiente e salute sono
evidenti), e se quell'ipotetico "impulso allo sviluppo" con cui viene
propagandato non possa essere invece dato in forma alternativa e adeguata
dalla realizzazione di quelle infrastrutture meno inquinanti e da troppo
tempo promesse e mai eseguite (in primo luogo una rete ferroviaria
finalmente efficiente), e' logico, ragionevole e possibile.
4. RIFLESSIONE. MAURO SARNARI: COME TI PROPINO UN AEROPORTO
[Ringraziamo Mauro Sarnari per questo intervento.
Mauro Sarnari, per decenni apprezzato docente nelle scuole del viterbese, e'
stato protagonista di rilevanti esperienze educative sia con i giovani e
giovanissimi che con gli adulti, e uno dei protagonisti di importanti
iniziative socioculturali e di non dimenticate testimonianze di impegno
civile; e' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di
Viterbo e s'impegna per una riduzione del trasporto aereo]
Penso alla vicenda Tav e al modo in cui da troppo tempo procedono le cose
nel nostro paese e nella nostra provincia.
L'Europa, che in tanti si chiedono quale rapporto reale abbia con i problemi
della gente, decide che si debbano attraversare ad alta velocita' zone ad
alta vocazione naturale, naturalistica, turistica, agricola doc.
Quando tutto sembra deciso in modo irreversibile, solo allora, cominciano a
porsi il problema le associazioni, le associazioni di comuni, i partiti, non
tutti, e pian piano la gente, che viene a sapere, in modo sempre piu'
puntuale, percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine
e dunque all'economia.
E mentre il Comitato Pro Tav pubblicizza, in modo semplicistico, la
connessione progetto-posti di lavoro-sviluppo, qualcuno, al contrario,
comincia a connettere la questione Alta Velocita' agli interessi delle
imprese-lobby, che spingono per la sua realizzazione in tempi brevi:
miliardi e miliardi di euro.
I partiti, quasi tutti, specialmente alcuni, fiduciosi della capacita' di
convincere la gente, in grado come sono di disporre di danaro e relazioni
con organi di stampa che danno alla parola sviluppo un'univoca,
economicistica interpretazione, quando non legati a doppio filo alle lobby,
i partiti, dicevo, quasi tutti, fanno i conti con i voti e con i soldi.
Quando la protesta esplode e si allarga sempre piu', quando le macchinette
contavoti cominciano a dare risultati negativi, per l'appoggio che i No Tav
ricevono in tutta Italia, oltre che dalla stragrande, trasversale,
maggioranza della gente del posto, sindaci compresi, allora partiti, Regione
Piemonte e Governo cominciano a trattare: a mettere sul tavolo, cioe',
percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine e dunque
all'economia vera dei diversi paesi interessati.
*
Anche per l'aeroporto, che personalmente non auspico, sia esso di Viterbo,
di Frosinone o di Latina, si cerca di provocare, come al solito, nella
gente, davanti alle vuote, ma mitiche parole sviluppo, occupazione, una
reazione fideistica e campanilistica da stadio: dei problemi, pur gravi,
relativi alla salute, alla radicale trasformazione del territorio
provinciale e cittadino, ai tempi e ai modi della sua realizzazione, alla
possibile caduta di valore dei prezzi delle case di fronte al pericolo, ai
rumori e alle emissioni di CO2, spaventosi ed eternamente presenti, in un
aeroporto internazionale, specialmente in fase di decollo ed atterraggio,
non si deve parlare!
Del fatto che nelle zone limitrofe agli aeroporti aumentino i casi di
tumore, dell'aumento del traffico merci e dunque dell'intasamento delle
strade e delle ferrovie che sono oggi, purtroppo, nella condizione che tutti
sanno, specialmente i pendolari, meglio non parlare!
Di tutto cio' ed altro, come della presenza diffusissima sulle strade del
nostro territorio di trattori e mezzi agricoli che si spostano a velocita'
ridottissime (20-25% della produzione nazionale di nocciole doc, solo per
fare un esempio), e' meglio non parlare.
Meglio non parlare: la gente che sa e' pericolosa: meglio non dare
occasione; meglio che parlino gli Eletti, i guru, come alcuni si sentono e
dicono di si', che, lontani dal fare e dal sentire popolare, rendono sempre
piu' appropriata l'indicazione di Indro Montanelli, allora rivolta alla DC,
ora a tutti i partiti, di turarsi il naso nell'andare a votare.
*
Non facciamoci prendere per il naso: chiediamo con sempre piu' forza che si
discutano, nei vari quartieri, nei paesi e nei consigli comunali aperti
della provincia, dopo aver dato semplice, ma puntuale e approfondita
informazione, i problemi reali: aree interessate, percorsi, interessi,
tempi, quali e quanti cittadini ci guadagneranno e/o ci rimetteranno e
perche'.
Ai partiti tutti chiediamo di fermarsi: senza la partecipazione alle
decisioni e la collaborazione continua dei cittadini, i problemi, gia'
gravi, non potranno che aumentare.
Avremo tutti molto da guadagnare se e quando staccheremo la spina delle
ambiguita', delle falsita' e della denigrazione; quando daremo spazio alla
ricerca seria, attenta, allargata, attraverso la quale i cittadini possano
divenire sempre piu' guru e i guru sempre piu' (se mi e' permesso) cittadini
qualsiasi.
5. RASSEGNA STAMPA. MARINELLA CORREGGIA: LOW COST? NO, GRAZIE
[Ringraziamo Marinella Correggia (per contatti: mari.cor@libero.it) per
averci messo a disposizione il suo articolo apparso sul quotidiano "Il
manifesto" del 9 agosto 2007, col titolo "Low cost, Viterbo contro il
progetto di terzo aeroporto del Lazio".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]
Il teatro comunale e' coperto da una gigantografia plasticosa a cura
dell'amministrazione: "Viterbo, una citta' pronta a decollare". Insieme a
Latina e Frosinone, Viterbo e' la provincia candidata a ospitare il terzo
aeroporto del Lazio, regalato ai low cost e in particolare a quella
compagnia Ryan Air che ben conoscono orecchie e polmoni degli abitanti di
Ciampino, Marino e decima circoscrizione di Roma. Decisioni ministeriali in
merito a questo terzo scalo sono annunciate per meta' settembre.
E nel viterbese - dove per ora le forze politiche e le istituzioni sono
schierate a favore; uniche voci critiche il Prc e i verdi - un gruppo di
cittadini e attivisti ha dato vita al Comitato contro l'aeroporto. La sua
portavoce , il medico di base Antonella Litta, chiede alle istituzioni "piu'
studio e informazione, decisioni partecipate, condivise e che tengano conto
degli aspetti ambientali e sanitari; due aspetti che finora sono stati
ignorati dal coro di si'".
Il Comitato contesta a livello locale e globale un modello di mobilita'
insostenibile che fa nascere un altro aeroporto (quando l'aviazione civile
ha un grande impatto sul caos climatico) mentre languono i collegamenti
ferroviari e di bus con Roma: ferrovie a un binario e tratti nemmeno
elettrificati.
Il punto alla fine e': quale modello di sviluppo per la comunita' viterbese.
I sostenitori della "grande opera" ritengono che portera' lavoro e turismo.
"Lo propongono come una panacea a tutte le difficolta' di quest'area.
Insomma: aeroporto o morte. Noi riteniamo che al contrario qest'opera sia
un'ennesima devastazione" dice ancora Antonella Litta. "Non siamo noi gli
attuali amministratori e non spetterebbe a noi proporre, accanto al no a un
progetto sbagliato, anche il pacchetto di cosa si dovrebbe fare per
l'occupazione e il rilancio della nostra terra" sottolinea Peppe Sini,
pacifista storico.Comunque, le proposte le fanno.
Spiega l'architetto Giuseppe Tacconi: "bisogna finalmente far conoscere ai
tre milioni di romani le meraviglie archeologiche, paesaggistiche, culturali
della Tuscia con una seria campagna di promozione turistica nella capitale,
oltre a sviluppare le nostre peculiari attivita' agricole e di
trasformazione".
Insomma, invece di far atterrare inglesi, low cost mordi e fuggi, in
transito, diretti al Colosseo, si potrebbe attirare in Tuscia "il turismo di
vicinato, per un diverso modello di sviluppo e di mobilita' visto che quello
attuale e' dannoso" dice Alessandro Pizzi, ex sindaco di Soriano nel Cimino.
A chi dice che tanto il terzo aeroporto si fara', se non a Viterbo a
Frosinone, il Comitato risponde decisamente: "Vogliamo lavorare in
solidarieta' con gli altri comitati. E confidiamo che il progetto non sia
inevitabile e che la scelta del low cost nel Lazio sia reversibile".
I voli a basso costo sono un classico meccanismo di offerta che crea una
domanda che altrimenti non ci sarebbe. Di conseguenza, ridurre le
concessioni di volo a queste compagnie (e ridurre i voli a corto raggio)
anziche' aprire un nuovo scalo apposta per favorirle, sarebbe un passo per
ridimensionare un settore, l'aviazione civile, la cui insostenibilita' e'
ormai riconosciuta. In attesa di vedere finalmente una tassazione sul
carburante aereo e una riduzione della pioggia di sussidi al settore aereo.
Intanto, conclude l'ambientalista viterbese Osvaldo Ercoli, "il merito del
nostro Comitato e' che adesso si discute. Dell'aeroporto, delle
infrastrutture sostenibili che ci hanno negato finora...".
6. RASSEGNA STAMPA. CRISTINA MOCHI: E CON GLI AEREI SE NE VA IN VACANZA LA
TUTELA DELL'AMBIENTE
[Dal supplemento "Il Venerdi" del quotidiano "La Repubblica" del 3 agosto
2007 riprendiamo il seguente articolo.
Cristina Mochi e' giornalista, esperta di beni ambientali e culturali,
docente di storia dell'arte]
Era uno dei giochi infantili piu' romantici: quando si vedeva la scia di un
aereo significava che qualcuno ci stava pensando. Sogni infantili, appunto.
Oggi scomparsi non solo per via dell'eta', ma perche' di scie in cielo ce ne
sono sempre di piu'. Troppe. Sono la spia del moltiplicarsi dei voli e, con
loro, dell'inquinamento. "Il settore aeronautico e' cresciuto pi'u
velocemente di qualsiasi altra fonte di gas serra" dice George Monbiot, noto
ambientalista inglese autore di Calore! (Longanesi, pp. 377, euro 18,60).
Attualmente gli aerei sono responsabili del 10% delle emissioni globali di
Co2 e ogni giorno si alzano 80.000 velivoli. Perlopiu' trasportano turisti,
allettati da tariffe sempre piu' convenienti e sogni esotici da realizzare a
buon mercato. Nel 1971, secondo i dati Unwto (Organizzazione mondiale del
turismo), sono stati 170 milioni gli spostamenti turistici, nel 2006 sono
saliti a 840 milioni, per il 2010 si prevede che superino il miliardo.
E tutti lasciano una scia: fatta di Co2. Ma non solo. Gli aerei emettono
anche ossido di azoto e anidride solforosa, che contribuiscono a formare
piogge acide. "L'impatto complessivo delle emissioni" dice Monbiot "e' di
2,7 volte superiore a quello della sola Co2. E questo dipende dalla
mescolanza dell'aria caldo-umida degli scarichi dei motori a getto con
l'aria fredda nei livelli superiori della troposfera, dove vola la maggior
parte dei mezzi di grandi dimensioni". Quando condensa, infatti, l'umidita'
forma cirri (le scie) che intrappolano il calore dell'atmosfera e
contribuiscono al surriscaldamento globale.
"Il vero guaio e' che le responsabilita' climatiche degli aerei non sono
contemplate nel protocollo di Kyoto" dice Marinella Correggia, autrice del
volume La rivoluzione dei dettagli, manuale di ecoazioni individuali e
collettive, molte delle quali riservate anche al tema turismo e trasporti
(Feltrinelli, pp. 270, euro 14). L'aviazione gode anche di privilegi
economici che hanno prodotto il boom dei law cost: "Non esistono tasse sul
cherosene e vengono concessi parecchi sussidi anche per l'ampliamento degli
aeroporti". Il che si traduce in una sostanziale impunita', che tanti pero'
si dichiarano pronti a rivedere. Ultimo nato in Inghilterra e' un movimento
dal titolo eloquente, Plane Stupid (www.planestupid.com), che per il mese di
agosto ha proposto di tenere un campo di sensibilizzazione ad Heathrow: con
i suoi 1.300 voli giornalieri e' in assoluto l'aeroporto piu' trafficato del
mondo. Anche le istituzioni si stanno muovendo: in autunno si discutera' del
problema voli-clima al Parlamento europeo. E la Iata (International air
transportation association) ha dato segni di apertura. Ma la soluzione non
e' dietro l'angolo. Non esistono, per esempio, alternative tecnologiche
pronte all'uso: il biodiesel di origine vegetale, per esempio, farebbe
gelare i serbatoi, l'etanolo provocherebbe esplosioni, l'idrogeno e' ancora
troppo costoso e ha scarso potere energetico. Controllare meglio il
traffico, per consentire rotte piu' razionali, farebbe risparmiare appena il
10% del carburante, mentre volare a quote piu' basse ridurrebbe le scie di
condensazione, ma essendo l'aria piu' densa si consumerebbe ancora di piu'.
Dunque non resta che "compensare", cioe' stimare quanta Co2 si produce con
un volo e risparmiarne altrettanta con comportamenti virtuosi. "AzzeroCo2",
collegata a Legambiente e Kyoto Club, e' una delle societa' che appianano i
debiti ambientali di cittadini ed aziende calcolando quanta anidride
carbonica producono e chiedendo loro di azzerarla con investimenti in
energia pulita, riforestazione, risparmio energetico. Ma siamo sicuri che
questi calcoli siano esatti? "I dati per fare le stime provengono da diversi
enti di ricerca (Dekra, Ipcc, Wri, Wbcsd) che analizzano il consumo di
energia o carburante e di conseguenza la produzione di Co2" spiega il
responsabile marketing Andrea Seminara. "Per essere precisi, pero', si
dovrebbe valutare l'intero ciclo di produzione: nel caso di un aereo ci sono
2.500 componenti. E' impensabile considerarli tutti. Noi cerchiamo di fare
sempre un conto leggermente in eccesso, che copra eventuali errori. Il che
ovviamente non e' scientifico. Il mercato delle emissioni e' imperfetto: in
futuro si spera che ogni azienda calcoli la sua Co2 e la annulli". E per
tornare agli aerei, il futuro ha bisogno di piu' voli, ma di fantasia. Per
scegliere mete turistiche che ridiano il gusto della scoperta, anche se
dietro casa. Il turismo di massa ha gia' prodotto danni seri. Li racconta
Leo Hickman, giornalista del "Guardian", nel suo The final call (Guardian
Books, pp. 400, 12,99 sterline, non ancora tradotto in Italia): lo tsunami
non ha danneggiato la barriera corallina, i turisti che la toccano
continuamente, si'. E cos'e' rimasto del paradismo di Ko Phi Phi immortalato
nel film The Beach con Leonardo Di Caprio? Spazzatura galleggiante e
traffico di barche da ora di punta. "Torniamo tutti coi piedi per terra"
conclude Marinella Correggia. "Anche perche' solo il 5% della popolazione
mondiale vola. Ma tutti ne pagano le conseguenze".
7. RIFLESSIONE. ELENA LIOTTA: CONTRO L'AEREO
[Riproponiamo il seguente intervento di Elena Liotta (per contatti:
e_liotta@yahoo.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Elena Liotta, nata a Buenos Aires il 25 settembre 1950, risiede a Orvieto,
in Umbria; e' psicoterapeuta e psicologa analista, membro dell'Ordine degli
Psicologi dell'Umbria, membro dell'Aipa (Associazione Italiana di Psicologia
Analitica), dell'Iaap (International Association Analytical Psychology),
dell'Apa (American Psychological Association), socia fondatrice del Pari
Center for New Learning; oltre all'attivita' psicoterapica, svolta
prevalentemente con pazienti adulti, in setting individuale, di coppia e di
gruppo, ha svolto e svolge altre attivita' culturali e organizzative sempre
nel campo della psicologia e della psicoanalisi; tra le sue esperienze
didattiche: professoressa di Psicologia presso la "American University of
Rome"; docente in corsi di formazione, e coordinatrice-organizzatrice di
corsi di formazione a carattere psicologico, per servizi pubblici e
istituzioni pubbliche e private; didatta presso l'Aipa, societa' analitica
accreditata come scuola di specializzazione post-laurea, per la formazione
in psicoterapia e per la formazione di psicologi analisti; tra le altre
esperienze parallele alla professione psicoterapica e didattica: attualmente
svolge il ruolo di Coordinatrice psicopedagogica e consulente dei servizi
sociali per il Comune di Orvieto, e di Coordinatrice tecnico-organizzativa
di ambito territoriale per la Regione Umbria nell'Ambito n. 12 di Orvieto
(dodici Comuni), per la ex- Legge 285, sul sostegno all'infanzia e
adolescenza e alle famiglie, occupandosi anche della formazione e
monitoraggio dei nuovi servizi; e' stata assessore alle politiche sociali
presso il Comune di Orvieto; dopo la prima laurea ha anche lavorato per
alcuni anni in campo editoriale, redazionale e
bibliografico-biblioteconomico (per "L'Espresso", "Reporter", Treccani,
Istituti di ricerca e biblioteche). Autrice anche di molti saggi apparsi in
riviste specializzate e in volumi collettanei, tra le opere di Elena Liotta
segnaliamo particolarmente Educare al Se', Edizioni Scientifiche Magi, Roma
2001; Le solitudini nella societa' globale, La Piccola Editrice, Celleno
(Vt) 2003; con L. Dottarelli e L. Sebastiani, Le ragioni della speranza in
tempi di caos, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2004; Su Anima e Terra. Il
valore psichico del luogo, Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2005; La
maschera trasparente, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2006]
Tra le invenzioni che l'industria e il mercato economico hanno imposto
all'umanita' nel corso degli ultimi decenni, l'aereo e' oggetto di reazioni
psicologiche estreme che vanno dall'indifferenza - salirci e' come andare in
autobus - alla fobia vera e propria. Gli indifferenti, che sarebbero i
viaggiatori ideali per le compagnie aeree, sono pochi rispetto ai moltissimi
terrorizzati (che non ci salgono) e agli ansiosi che ci salgono preoccupati.
Nessuno, comunque, sembra interrogarsi sugli effetti che i loro lussi e
privilegi producono sull'ambiente naturale, sul clima, sulle risorse di
tutto il pianeta. Mentre si chiede ai cittadini di usare le lampadine a
basso consumo!
*
L'induzione a viaggiare in aereo viene dal turismo, altra industria pompata
a dismisura dai media, piena di ombre nefaste incarnate nelle disfunzioni
aeroportuali, nelle truffe e nelle insoddisfazioni dei clienti. Immagini
fortemente simboliche di un sistema che si sta disgregando e di un girare a
vuoto che a tutto fa pensare meno che alla vacanza rilassante e spensierata.
Il sistema vacilla e allora invita a volare con periodici sconti per ovviare
al problema degli apparecchi mezzi o tutti vuoti, seducendo i viaggiatori.
Incidenti? Manutenzione superficiale? Scioperi e altro? L'aereo, continuano
a dirci rimane il mezzo piu' sicuro di viaggiare: guardate agli incidenti
auromobilistici! Ma sara' vero? E poi le due forme di trasporto non sono
affatto alternative. Si usa l'uno e l'altra, e anche se la sicurezza
scarseggia per la mancanza di personale e strutture adeguate non importa, si
va avanti lo stesso. Verso dove? L'importante e' muoversi, "far finta di
essere sani", fare come fanno gli altri, sentirsi nella corrente, anche se
inquinata e inquinante.
*
Ho ascoltato per anni confessioni di viaggiatori "per forza" se cosi' si
puo' dire, per lavori particolari, incluso personale di volo, piloti,
hostess, assistenti, dai quali emergevano sospetti su quella strana tensione
in fondo allo stomaco, tacitata dalla ragione scientifica, che ci ricorda la
nostra natura inesorabilmente terrestre. Ho dovuto rivedere in questa luce
quelle che vengono definite "fobie" rispetto ai mezzi di trasporto e darne
una lettura di salute, con buona pace di chi ne soffre. L'aereo produce
angoscia e quindi bisogna imbottirsi di farmaci per sopportare il transito?
A che pro, quale motivo puo' spingere ad andare contro se stessi, contro i
messaggi del proprio corpo? Se non ragioni ben fondate, che sono infrequenti
e che se ci si limitasse ad esse, la mole del traffico aereo e relativo
inquinamento si ridurrebbero sensibilmente?
Gli esseri umani non hanno le ali, non hanno mai volato, se non con la
fantasia e nei sogni. Perche' e' cosi' ossessiva questa tendenza moderna a
"trasformare i sogni in realta'", perche' non ci teniamo aperti e integri
entrambi i mondi?
*
Il senso della profondita' e del vuoto e' adattativo per la sopravvivenza
fin dalla nascita. Ignorare la profondita' e' grave da tutti i punti di
vista. Non avere reazioni di sorta di fronte al vuoto - gia' l'esserne
affascinati e' piu' comprensibile - puo' essere considerato un sintomo
preoccupante. Passare "sopra" al mondo, leggendo un giornale o addirittura
guardando un film, manifesta indifferenza sensoriale, percettiva, emotiva,
una "scorporazione" che travalica il senso del tempo e dello spazio
stravolgendolo. Oppure difesa quasi autistica? Non averne coscienza, essere
"ottusi" al vibrare interno delle difese naturali e' pericoloso.
*
Ma ancora la domanda, a che pro? Per andare a fare da un'altra parte quello
che piu' o meno si fa abitualmente cambiando scenario estetico, mantenendo
lo stesso stile di vita con blande differenze tenute a distanza (le catene
alberghiere nel mondo!)? Per divagarsi? Non certo attraverso il viaggio!
L'aereo ammazza l'idea del viaggio. Anzi lo vuole letteralmente annientare
con la velocizzazione che divora energia e immette sempre piu' veleni
nell'aria, verso una imposssibile ubiquita'. Essere qui e la' e altrove
sempre piu' in fretta. Il viaggio casomai si deve svolgere in un "altrove",
dopo il trasporto - che non e' piu' il viaggio - compiuto in aereo. Chissa'
perche' la scoperta, l'esplorazione, l'avventura non puo' coincidere con il
viaggio stesso, a piedi, con altri mezzi piu' graduali, lenti, rispettosi di
se' e degli altri? Perche' il corpo dev'essere scosso per giorni dal
jet-lag?
Infine, perche' tutto questo viaggiare, scappare da o scappare verso, avida
ricerca di qualcosa che gia' si deve conoscere prima, attraverso internet,
depliant, guide, "per essere piu' sicuri". Nel mio libro Su anima e terra,
al capitolo sul viaggio, ipotizzo la creazione di "guide per perdersi" cosi'
da rianimare l'esperienza della scoperta. Invece si persiste nell'ossessione
del controllo, addirittura satellitare ormai.
*
Gli attacchi di panico non risparmiano neanche i piloti o le hostess, in
media tra i passeggeri di un volo sono piu' gli ansiosi, dichiarati o meno,
che non i pochi indifferenti. A ogni lieve e non identificato rumore un
sussulto interno, viscere e cuore, respiro sospeso, da contenere, sempre
fingendo di essere sani. Le turbolenze, i vuoti d'aria. Questo e' cio' che
realmente, sottaciuto, avviene durante il percorso, lungo o breve che sia.
Il senso di una trasgressione ancora attiva nell'inconscio, quell'Icaro che
si dirige, presuntuosamente, verso la sua punizione, fino al rilascio della
tensione con l'atterraggio. Terra, finalmente, anche questa volta e' andata
bene. Perdere la valigia? Che vuoi che sia rispetto alla vita?
*
Gli aerei come oggetti contundenti, armi scagliate verso le due torri. Gli
aerei che trasportano armi e soldati, che scaricano bombe. La cesura nella
storia, la seconda guerra mondiale, trionfale ingresso dell'aereo.
Hiroshima. Terrore dentro e fuori, terrorismo. L'invenzione piu'
sorprendente della nostra epoca, insieme alla tele-visione. Gli aerei hanno
portato in fretta in giro per il mondo le diverse umanita', nel bene e nel
male, come la televisione. Ma la simultaneita' non si addice ancora alla
mente umana che non e' mutata come e quanto si crede. Le ombre di questa
accelerazione sono ovunque. Le opinioni di chiunque, mie comprese, contano
assai poco. I fatti distruttivi sono sotto gli occhi di tutti. Grazie anche
alla televisione e agli aerei. E' quasi buffo. Alla fine il problema e'
sempre nella testa e nel cuore dell'essere umano, non negli oggetti che ha
prodotto senza pensare alle loro conseguenze. Il problema e' nel non
correggersi, fermarsi, ripensare, quando si accorge di avere sbagliato, di
aver esagerato e non aziona i freni.
8. RIFLESSIONE. GIOVANNI SARUBBI: UNA VECCHIA CANZONE NAPOLETANA E LA NOSTRAMADRE TERRA
[Riproponiamo il seguente intervento di Giovanni Sarubbi (per contatti:
redazione@ildialogo.org) gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino".
Giovanni Sarubbi, amico della nonviolenza, promotore del dialogo
interreligioso, giornalista, saggista, editore, dirige l'eccellente rivista
e sito de "Il dialogo" (www.ildialogo.org)]
Sostengo senza riserve l'iniziativa contro il nuovo aeroporto di Viterbo, il
terzo nel Lazio, ed il pesantissimo impatto ambientale del trasporto aereo,
sia sul clima del pianeta, sia sulle popolazioni a diretto contatto con gli
scali aeroportuali.
La sostengo a tal punto che ho aperto immediatamente sul nostro sito una
sezione apposita dove vengono riportati gli articoli che "La nonviolenza in
cammino" quotidianamente diffonde. (www.ildialogo.org/ambiente).
*
L'attenzione alla questione ambientale e' assolutamente assente in tutto
cio' che concerne il ciclo di vita di un aeromobile, dalla sua
progettazione, al primo volo, alla sua commercializzazione. Il fatto che gli
aerei inquinano terribilmente non sfiora nemmeno lontanamente ne' i
dirigenti delle aziende produttrici di aerei ma neanche nessun progettista.
Il parametro di riferimento e l'economicita' del trasporto, la quantita' di
carico pagante che si riesce a trasportare al minor costo possibile. E
l'ambiente per le aziende non e' un costo. E carico pagante sono le merci e
i passeggeri ma anche le bombe o gli armamenti di un aereo militare.
*
Lo si vede sia negli aerei gia' in servizio, sia nei nuovi aerei che sono in
costruzione quali l'A380 dell'europea Airbus, l'aereo commerciale piu'
grande mai realizzato, o il 787 dell'americana Boeing, anche se quest'ultimo
viene presentato come "aereo ecologico", perche' pesa il 30% in meno per
l'uso di materiali non metallici. Nessuno dice l'inquinamento prodotto sia
per realizzare questi nuovi materiali, sia per metterli in opera e
realizzare parti di velivoli o velivoli interi.
In realta' gli aerei, per quanto leggeri possano essere, consumano una
quantita' enorme di petrolio perche' altrimenti non riuscirebbero a stare in
volo.
C'e' bisogno di un motore, ad elica o a getto, che faccia acquisire
all'aereo la velocita' necessaria per generare la forza ascensionale capace
di vincere la forza di gravita'. Senza questo motore nessun aereo e' in
grado di stare in aria. Gli stessi alianti vengono portati in quota da aerei
a motore e poi planano verso terra.
Mi diceva, con molto cinismo, un amico pilota di aerei: "il problema degli
aerei e' andare su perche' tanto a terra comunque ci arriveranno, in un modo
o nell'altro".
*
Particolarmente nocivi da un punto di vista ambientale sono gli aerei
militari, soprattutto quelli che volano ad alta quota e che sono i
responsabili della distruzione dello strato di ozono e delle piogge acide
che, durante il periodo della cosiddetta guerra fredda, hanno distrutto
vaste estensioni di foresta nel centro Europa e che continuamente riempiono
di scie chimiche i nostri cieli.
Pochi sanno, ancora, che per lunghi anni e' stato usato l'uranio esaurito,
per il suo elevato peso specifico, quale contrappeso per i timoni dei
velivoli.
Nessuno sa quanti siano gli aerei caduti che avevano tali contrappesi che,
nell'urto, hanno il difetto di polverizzarsi.
E quando si parla di aerei militari vengono alla mente i casi come quello
del Cermis, dove piloti militari Usa giocavano a fare lo slalom fra i piloni
della funivia, o quello della scuola di Casalecchio sul Reno (Bo) sventrata
da un aereo militare in avaria.
*
Ho avuto modo di vedere per caso qualche anno fa il filmato del battesimo
dell'aria di un allievo pilota dell'Aeronautica militare italiana. Una scena
che, molto piu' di tante parole, rende bene l'idea del tipo di formazione a
cui vengono sottoposti i piloti militari che, spesso, diventano poi piloti
civili. Una formazione che tende a privare questi giovani di 18-20 anni di
qualsiasi personalita'.
All'atterraggio il giovane pilota reduce dal suo volo in solitario, dopo
aver sbrigato le formalita' di rito, viene portato a spalla dagli altri
allievi del corso dall'aereo verso una piscina circolare posta all'interno
della base che si trova nel basso Lazio.
Durante questo tragitto di tre o quattrocento metri, il neopilota viene
letteralmente riempito di botte dai suoi commilitoni che usano il fodero dei
pugnali di ordinanza che ogni pilota possiede nella sua dotazione di volo. E
non si tratta di botte finte a giudicare dai gridi di dolore del neopilota,
che avra' modo di sfogarsi anche lui sui suoi colleghi. Giunti davanti alla
vasca il pilota viene buttato in acqua. Ma non e' ancora finito. Il
neopilota deve fare per tre volte il giro della vasca in ginocchio e poi
andare a baciare la statuina da cui esce l'acqua che riempie la vasca e a
quel punto viene accolto dal comandante della base. E a quel punto il
neopilota urla e salta di gioia come un bambino che ha da poco ricevuto un
regalo inaspettato.
E ancora piu' dura e selettiva e' la formazione che segue nei tre anni
successivi. E' da tale formazione che nascono persone che vanno a bombardare
citta' inermi senza battere ciglio, anche con bombe atomiche come e'
successo a Hiroshima e Nagasaki.
La mamma che ha un figlio pilota dell'aeronautica lo ha di fatto gia' perso.
E' meglio fare figli "zappatori" che, come dice una vecchia canzone
napoletana, la mamma non la dimenticano. E la mamma in questione e' la
nostra madre Terra, l'unica che abbiamo e da cui non riusciremo a scappare
quando manchera' l'aria, o i ghiacci si saranno sciolti, o i mari totalmente
inquinati.
9. MAESTRI. MURRAY BOOKCHIN: LA DISSOCIAZIONE
[Da Murray Bookchin, L'ecologia della liberta', Eleuthera, Milano 1986,
1988, p. 463.
Murray Bookchin, pensatore e militante libertario americano, e' stato tra i
principali punti di riferimento della "ecologia sociale"; nato a New York
nel 1921, figlio di emigrati russi (la nonna materna era una rivoluzionaria
populista), ha fatto l'operaio metalmeccanico, il sindacalista, lo
scrittore, il docente universitario; e' deceduto sul finire di luglio 2006.
Tra le opere di Murray Bookchin: I limiti della citta', Feltrinelli, Milano
1975; Post-scarcity anarchism, La Salamandra, Milano 1979; L'ecologia della
liberta', Eleuthera, Milano 1988 (terza edizione); Per una societa'
ecologica, Eleuthera, Milano 1989; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila
Palma, Palermo 1993; Democrazia diretta, Eleuthera, Milano 1993. Un'ampia
scheda biografica e un'ampia bibliografia di Bookchin sono nel n. 1438 de
"La nonviolenza e' in cammino"]
La dissociazione che abbiamo operato tra societa' e natura, a livello
dapprima mentale e poi fattuale, poggia sulla barbara reificazione degli
esseri umani a mezzi di produzione e oggetti di dominio, reificazione che
abbiamo proiettato su tutto il mondo vivente.
10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DIVITERBO
Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org ,
sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it
===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 4 dell'11 agosto 2007
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 4 dell'11 agosto 2007
In questo numero:
1. Da una lettera apocrifa di Erostrato di Efeso a Ipazia di Alessandria
2. Paola Del Zoppo: Ma
3. Osvaldo Ercoli: Il volo di Icaro
4. Mauro Sarnari: Come ti propino un aeroporto
5. Marinella Correggia: Low cost? No, grazie
6. Cristina Mochi: E con gli aerei se ne va in vacanza la tutela
dell'ambiente
7. Elena Liotta: Contro l'aereo
8. Giovanni Sarubbi: Una vecchia canzone napoletana e la nostra madre Terra
9. Murray Bookchin: La dissociazione
10. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo
1. ANTIQUARIA. DA UNA LETTERA APOCRIFA DI EROSTRATO DI EFESO A IPAZIA DI
ALESSANDRIA
Vorresti tu dunque che il cielo fosse solo delle fulgide stelle e dei lievi
figli del vento?
Ma sai bene che esso e' fatto perche' vi si innalzino falo' e vi galoppino
carri di ferro che recano morte agli infelici afgani, e traggono i patrizi
alle piu' esotiche villeggiature ove la schiavitu' dei molti sancisce il
godimento dei potenti.
*
Vorresti tu dunque prenderti cura della salute, della sicurezza, della
dignita' di tutti?
Ma sai bene che e' destino che il pesce grosso il piccino divori, e che non
vi e' altra legge che quella della giungla, e chi non sa far male e' d'uopo
che schiacciato sia.
*
Vorresti tu dunque preservare questo mondo dalla catastrofe?
Ma sai bene che la catastrofe verra', e la tua volonta' buona non sara'
valsa a riparo. Coi miei amici innalziamo sui labari il sagace ed invero
aulico ed elegante motto "Me ne frego". Che ce ne importa a noi se tutto va
in malora?
*
E smettila, infine, di darci noia con questo tuo vaneggiare di
responsabilita', di solidarieta', di condivisione, di cura, di amore per il
prossimo e il mondo, di pratica della virtu'. E bada a te, signora filosofa,
che ci hai di gia' stancato.
*
E adesso basta di scrivere, che devo andare al tempio di Diana per un
affaruccio che se mi dice bene vedrete se non finisco in qualche talk-show.
2. EDITORIALE. PAOLA DEL ZOPPO: MA
[Ringraziamo Paola Del Zoppo (per contatti: lilith_dz@yahoo.it) per questo
intervento di solidarieta' con l'impegno del nostro comitato.
Paola Del Zoppo, acuta germanista, autrice di un ponderoso studio sulle
traduzioni ottocentesche in lingua italiana del "Faust" di Goethe, sottile
traduttrice di autori come Peter Bichsel e Heinz Czechowski, ha svolto
attivita' di ricerca all'Universita' di Siena su temi di letteratura
comparata e traduzione del testo letterario; ma e' anche da sempre impegnata
nell'Agesci, e in molteplici iniziative di educazione e formazione, di
solidarieta' concreta, di difesa dell'ambiente, di pace, di nonviolenza. Ed
e' persona limpida e generosa, alla cui scuola sono maturati ragazze e
ragazzi divenuti anch'essi persone impegnate e valorose - e questo non e'
l'ultimo dei meriti suoi.
Bertolt Brecht (1898-1956), scrittore, poeta, drammaturgo tedesco tra i
maggiori del Novecento, nella sua opera e' rilevante l'impegno contro la
guerra e contro l'oppressione sociale. Tra le opere di Bertolt Brecht
segnaliamo in particolare l'utile volumetto per la scuola curato da Renato
Solmi e dal Ccm di Torino: Bertolt Brecht, L'abici' della guerra, Einaudi,
Torino 1975, ed ovviamente almeno le Poesie di Svendborg, Einaudi, Torino
1976, ma anche altrettanto ovviamente le Poesie e canzoni, Einaudi, Torino
1959; per l'opera teatrale ovviamente Teatro, Einaudi, Torino 1963; cfr.
anche la raccolta de I capolavori di Brecht, e i Drammi didattici, sempre
presso Einaudi; tra le prose ad un tempo narrative e di pensiero cfr. almeno
i Dialoghi di profughi, Gli affari del signor Giulio Cesare, Me-ti. Libro
delle svolte, e le Storie da calendario, tutte presso Einaudi; cfr. inoltre
almeno il Diario di lavoro, Einaudi, Torino 1976. Ma altre sue opere
occorrerebbe citare qui, tutte in Italia edite da Einaudi. Opere su Bertolt
Brecht: per un'introduzione cfr. il volume a cura di Roberto Fertonani, Per
conoscere Bertolt Brecht, Mondadori, Milano 1970; Paolo Chiarini, Bertolt
Brecht. Saggio sul teatro, Laterza, Bari 1959, 1967; Hans Mayer, Brecht e la
tradizione, Einaudi, Torino 1972; ed ovviamente Klaus Voelker, Vita di
Bertolt Brecht, Einaudi, Torino 1978]
... invio una riflessione molto poco "tecnica" ma molto dal cuore.
Mi e' venuta in mente quella poesia di Brecht che alla fine dice:
Generale, l'uomo fa di tutto.
Puo' volare e puo' uccidere.
Ma ha un difetto:
puo' pensare.
3. RIFLESSIONE. OSVALDO ERCOLI: IL VOLO DI ICARO
[Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti: osvaldo.ercoli@fastwebnet.it) per
averci messo a disposizione questo suo intervento del 3 agosto 2007.
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia'
consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa
dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel
viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e
la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori
del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per una
riduzione del trasporto aereo]
La presenza al consiglio provinciale aperto del 30 luglio 2007 del comitato
per un ripensamento e un confronto sulle problematiche che solleva la
costruzione di un aeroporto a Viterbo ha sollevato tra coloro che sostengono
la bonta' dell'opera non poche polemiche, con inaspettate prese di
posizione, con caustiche illazioni, con superficiali deduzioni, con tanta
esaltazione di verita' dogmatiche e precostituite.
Dice la propaganda dominante, tanto retorica quanto poco meditata:
l'aeroporto e' cosa buona, bella e giusta, l'Enac (Ente nazionale aviazione
civile) avrebbe dato un parere tecnico favorevole alla fattibilita', quindi
quest'opera "s'ha da fare".
I maggiorenti politici presenti in aula, nello sforzo di presentarsi come
sensibili alle tematiche dell'ambientalismo, hanno promesso rispetto ed
attenzione per la valutazione dell'impatto ambientale, da eseguirsi pero'
solo dopo la realizzazione dell'opera (una grottesca sciocchezza che denota
l'ignoranza della legislazione in vigore: la valutazione dell'impatto
ambientale di una grande opera ovviamente va fatta prima della sua
realizzazione, non dopo).
L'esperienza rovinosa del volo di Icaro dovrebbe insegnare che e' piu'
saggio prima confrontarsi, e poi realizzare le opere.
*
Da persone che evidentemente poco sanno della storia del pensiero
scientifico e' stato detto che le "conquiste" della scienza e della tecnica
sono tutte e sempre fonti di sviluppo e benessere, e che quindi nessuno puo'
mettere in discussione la loro utilizzazione... dimenticando che le
conquiste e i nobili fini della scienza hanno sempre aspetti complessi e
spesso contraddittori; e che lo sfruttamento delle risorse naturali e
l'utilizzo delle tecnologie pesanti hanno sempre effetti sistemici ed
impatti ambientali rilevanti, e possono avere conseguenze non sempre
desiderabili ed anzi talvolta assolutamente nocive... si pensi
all'esaurimento delle fonti energetiche non rinnovabili, alla
deforestazione, all'inquinamento dell'aria, al surriscaldamento del clima,
ai pericoli legati alla tecnologia nucleare, tutti fenomeni che mettono in
pericolo la sopravvivenza dell'intero pianeta.
*
Noi ambientalisti abbiamo questa consapevolezza che, con democratico
confronto, vorremmo comunicare anche a tutti i nostri interlocutori: la
consapevolezza che le conquiste della scienza, e le loro applicazioni
tecniche, vanno si' utilizzate, ma non prima di aver valutato le conseguenze
in termini di danni che provocano all'ambiente, di nocivita' per la salute
delle persone, di pericoli possibili e lesioni certe alla vivibilita' del
pianeta, anche per i nostri figli (in campo ambientale non basta valutare
gli effetti immediati, ma occorre porsi sempre anche dal punto di vista
delle generazioni future).
La nostra linea di condotta prevede quindi scelte meditate e mirate al
massimo benessere compatibile con il minimo danno ambientale, che non e' il
presunto "benessere" incarnato dal solo profitto e dal solo utile immediato
ed egoistico, ma un benessere autentico, sobrio e consapevole, equo e
solidale, costellato di rose e spine, fatto di vantaggi e rinunce, di
opportunita' e di limiti; scelte responsabili che ci permetteranno di
frenare la china pericolosa della distruzione del pianeta provocata da tante
superficiali, egoistiche ed irrazionali scelte finora fatte sulla base della
infondata e dannosa convinzione che le risorse del pianeta siano infinite ed
i processi sempre reversibili.
*
Alla luce di una riflessione in termini di modello di sviluppo, di difesa
degli ecosistemi e dei diritti degli esseri umani, di applicazione del
principio di precauzione, chiedersi se sia poi davvero "necessario"
quell'aeroporto (i cui effetti gravemente nocivi per ambiente e salute sono
evidenti), e se quell'ipotetico "impulso allo sviluppo" con cui viene
propagandato non possa essere invece dato in forma alternativa e adeguata
dalla realizzazione di quelle infrastrutture meno inquinanti e da troppo
tempo promesse e mai eseguite (in primo luogo una rete ferroviaria
finalmente efficiente), e' logico, ragionevole e possibile.
4. RIFLESSIONE. MAURO SARNARI: COME TI PROPINO UN AEROPORTO
[Ringraziamo Mauro Sarnari per questo intervento.
Mauro Sarnari, per decenni apprezzato docente nelle scuole del viterbese, e'
stato protagonista di rilevanti esperienze educative sia con i giovani e
giovanissimi che con gli adulti, e uno dei protagonisti di importanti
iniziative socioculturali e di non dimenticate testimonianze di impegno
civile; e' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di
Viterbo e s'impegna per una riduzione del trasporto aereo]
Penso alla vicenda Tav e al modo in cui da troppo tempo procedono le cose
nel nostro paese e nella nostra provincia.
L'Europa, che in tanti si chiedono quale rapporto reale abbia con i problemi
della gente, decide che si debbano attraversare ad alta velocita' zone ad
alta vocazione naturale, naturalistica, turistica, agricola doc.
Quando tutto sembra deciso in modo irreversibile, solo allora, cominciano a
porsi il problema le associazioni, le associazioni di comuni, i partiti, non
tutti, e pian piano la gente, che viene a sapere, in modo sempre piu'
puntuale, percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine
e dunque all'economia.
E mentre il Comitato Pro Tav pubblicizza, in modo semplicistico, la
connessione progetto-posti di lavoro-sviluppo, qualcuno, al contrario,
comincia a connettere la questione Alta Velocita' agli interessi delle
imprese-lobby, che spingono per la sua realizzazione in tempi brevi:
miliardi e miliardi di euro.
I partiti, quasi tutti, specialmente alcuni, fiduciosi della capacita' di
convincere la gente, in grado come sono di disporre di danaro e relazioni
con organi di stampa che danno alla parola sviluppo un'univoca,
economicistica interpretazione, quando non legati a doppio filo alle lobby,
i partiti, dicevo, quasi tutti, fanno i conti con i voti e con i soldi.
Quando la protesta esplode e si allarga sempre piu', quando le macchinette
contavoti cominciano a dare risultati negativi, per l'appoggio che i No Tav
ricevono in tutta Italia, oltre che dalla stragrande, trasversale,
maggioranza della gente del posto, sindaci compresi, allora partiti, Regione
Piemonte e Governo cominciano a trattare: a mettere sul tavolo, cioe',
percorsi, pericoli, danni alla salute, all'ambiente, all'immagine e dunque
all'economia vera dei diversi paesi interessati.
*
Anche per l'aeroporto, che personalmente non auspico, sia esso di Viterbo,
di Frosinone o di Latina, si cerca di provocare, come al solito, nella
gente, davanti alle vuote, ma mitiche parole sviluppo, occupazione, una
reazione fideistica e campanilistica da stadio: dei problemi, pur gravi,
relativi alla salute, alla radicale trasformazione del territorio
provinciale e cittadino, ai tempi e ai modi della sua realizzazione, alla
possibile caduta di valore dei prezzi delle case di fronte al pericolo, ai
rumori e alle emissioni di CO2, spaventosi ed eternamente presenti, in un
aeroporto internazionale, specialmente in fase di decollo ed atterraggio,
non si deve parlare!
Del fatto che nelle zone limitrofe agli aeroporti aumentino i casi di
tumore, dell'aumento del traffico merci e dunque dell'intasamento delle
strade e delle ferrovie che sono oggi, purtroppo, nella condizione che tutti
sanno, specialmente i pendolari, meglio non parlare!
Di tutto cio' ed altro, come della presenza diffusissima sulle strade del
nostro territorio di trattori e mezzi agricoli che si spostano a velocita'
ridottissime (20-25% della produzione nazionale di nocciole doc, solo per
fare un esempio), e' meglio non parlare.
Meglio non parlare: la gente che sa e' pericolosa: meglio non dare
occasione; meglio che parlino gli Eletti, i guru, come alcuni si sentono e
dicono di si', che, lontani dal fare e dal sentire popolare, rendono sempre
piu' appropriata l'indicazione di Indro Montanelli, allora rivolta alla DC,
ora a tutti i partiti, di turarsi il naso nell'andare a votare.
*
Non facciamoci prendere per il naso: chiediamo con sempre piu' forza che si
discutano, nei vari quartieri, nei paesi e nei consigli comunali aperti
della provincia, dopo aver dato semplice, ma puntuale e approfondita
informazione, i problemi reali: aree interessate, percorsi, interessi,
tempi, quali e quanti cittadini ci guadagneranno e/o ci rimetteranno e
perche'.
Ai partiti tutti chiediamo di fermarsi: senza la partecipazione alle
decisioni e la collaborazione continua dei cittadini, i problemi, gia'
gravi, non potranno che aumentare.
Avremo tutti molto da guadagnare se e quando staccheremo la spina delle
ambiguita', delle falsita' e della denigrazione; quando daremo spazio alla
ricerca seria, attenta, allargata, attraverso la quale i cittadini possano
divenire sempre piu' guru e i guru sempre piu' (se mi e' permesso) cittadini
qualsiasi.
5. RASSEGNA STAMPA. MARINELLA CORREGGIA: LOW COST? NO, GRAZIE
[Ringraziamo Marinella Correggia (per contatti: mari.cor@libero.it) per
averci messo a disposizione il suo articolo apparso sul quotidiano "Il
manifesto" del 9 agosto 2007, col titolo "Low cost, Viterbo contro il
progetto di terzo aeroporto del Lazio".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]
Il teatro comunale e' coperto da una gigantografia plasticosa a cura
dell'amministrazione: "Viterbo, una citta' pronta a decollare". Insieme a
Latina e Frosinone, Viterbo e' la provincia candidata a ospitare il terzo
aeroporto del Lazio, regalato ai low cost e in particolare a quella
compagnia Ryan Air che ben conoscono orecchie e polmoni degli abitanti di
Ciampino, Marino e decima circoscrizione di Roma. Decisioni ministeriali in
merito a questo terzo scalo sono annunciate per meta' settembre.
E nel viterbese - dove per ora le forze politiche e le istituzioni sono
schierate a favore; uniche voci critiche il Prc e i verdi - un gruppo di
cittadini e attivisti ha dato vita al Comitato contro l'aeroporto. La sua
portavoce , il medico di base Antonella Litta, chiede alle istituzioni "piu'
studio e informazione, decisioni partecipate, condivise e che tengano conto
degli aspetti ambientali e sanitari; due aspetti che finora sono stati
ignorati dal coro di si'".
Il Comitato contesta a livello locale e globale un modello di mobilita'
insostenibile che fa nascere un altro aeroporto (quando l'aviazione civile
ha un grande impatto sul caos climatico) mentre languono i collegamenti
ferroviari e di bus con Roma: ferrovie a un binario e tratti nemmeno
elettrificati.
Il punto alla fine e': quale modello di sviluppo per la comunita' viterbese.
I sostenitori della "grande opera" ritengono che portera' lavoro e turismo.
"Lo propongono come una panacea a tutte le difficolta' di quest'area.
Insomma: aeroporto o morte. Noi riteniamo che al contrario qest'opera sia
un'ennesima devastazione" dice ancora Antonella Litta. "Non siamo noi gli
attuali amministratori e non spetterebbe a noi proporre, accanto al no a un
progetto sbagliato, anche il pacchetto di cosa si dovrebbe fare per
l'occupazione e il rilancio della nostra terra" sottolinea Peppe Sini,
pacifista storico.Comunque, le proposte le fanno.
Spiega l'architetto Giuseppe Tacconi: "bisogna finalmente far conoscere ai
tre milioni di romani le meraviglie archeologiche, paesaggistiche, culturali
della Tuscia con una seria campagna di promozione turistica nella capitale,
oltre a sviluppare le nostre peculiari attivita' agricole e di
trasformazione".
Insomma, invece di far atterrare inglesi, low cost mordi e fuggi, in
transito, diretti al Colosseo, si potrebbe attirare in Tuscia "il turismo di
vicinato, per un diverso modello di sviluppo e di mobilita' visto che quello
attuale e' dannoso" dice Alessandro Pizzi, ex sindaco di Soriano nel Cimino.
A chi dice che tanto il terzo aeroporto si fara', se non a Viterbo a
Frosinone, il Comitato risponde decisamente: "Vogliamo lavorare in
solidarieta' con gli altri comitati. E confidiamo che il progetto non sia
inevitabile e che la scelta del low cost nel Lazio sia reversibile".
I voli a basso costo sono un classico meccanismo di offerta che crea una
domanda che altrimenti non ci sarebbe. Di conseguenza, ridurre le
concessioni di volo a queste compagnie (e ridurre i voli a corto raggio)
anziche' aprire un nuovo scalo apposta per favorirle, sarebbe un passo per
ridimensionare un settore, l'aviazione civile, la cui insostenibilita' e'
ormai riconosciuta. In attesa di vedere finalmente una tassazione sul
carburante aereo e una riduzione della pioggia di sussidi al settore aereo.
Intanto, conclude l'ambientalista viterbese Osvaldo Ercoli, "il merito del
nostro Comitato e' che adesso si discute. Dell'aeroporto, delle
infrastrutture sostenibili che ci hanno negato finora...".
6. RASSEGNA STAMPA. CRISTINA MOCHI: E CON GLI AEREI SE NE VA IN VACANZA LA
TUTELA DELL'AMBIENTE
[Dal supplemento "Il Venerdi" del quotidiano "La Repubblica" del 3 agosto
2007 riprendiamo il seguente articolo.
Cristina Mochi e' giornalista, esperta di beni ambientali e culturali,
docente di storia dell'arte]
Era uno dei giochi infantili piu' romantici: quando si vedeva la scia di un
aereo significava che qualcuno ci stava pensando. Sogni infantili, appunto.
Oggi scomparsi non solo per via dell'eta', ma perche' di scie in cielo ce ne
sono sempre di piu'. Troppe. Sono la spia del moltiplicarsi dei voli e, con
loro, dell'inquinamento. "Il settore aeronautico e' cresciuto pi'u
velocemente di qualsiasi altra fonte di gas serra" dice George Monbiot, noto
ambientalista inglese autore di Calore! (Longanesi, pp. 377, euro 18,60).
Attualmente gli aerei sono responsabili del 10% delle emissioni globali di
Co2 e ogni giorno si alzano 80.000 velivoli. Perlopiu' trasportano turisti,
allettati da tariffe sempre piu' convenienti e sogni esotici da realizzare a
buon mercato. Nel 1971, secondo i dati Unwto (Organizzazione mondiale del
turismo), sono stati 170 milioni gli spostamenti turistici, nel 2006 sono
saliti a 840 milioni, per il 2010 si prevede che superino il miliardo.
E tutti lasciano una scia: fatta di Co2. Ma non solo. Gli aerei emettono
anche ossido di azoto e anidride solforosa, che contribuiscono a formare
piogge acide. "L'impatto complessivo delle emissioni" dice Monbiot "e' di
2,7 volte superiore a quello della sola Co2. E questo dipende dalla
mescolanza dell'aria caldo-umida degli scarichi dei motori a getto con
l'aria fredda nei livelli superiori della troposfera, dove vola la maggior
parte dei mezzi di grandi dimensioni". Quando condensa, infatti, l'umidita'
forma cirri (le scie) che intrappolano il calore dell'atmosfera e
contribuiscono al surriscaldamento globale.
"Il vero guaio e' che le responsabilita' climatiche degli aerei non sono
contemplate nel protocollo di Kyoto" dice Marinella Correggia, autrice del
volume La rivoluzione dei dettagli, manuale di ecoazioni individuali e
collettive, molte delle quali riservate anche al tema turismo e trasporti
(Feltrinelli, pp. 270, euro 14). L'aviazione gode anche di privilegi
economici che hanno prodotto il boom dei law cost: "Non esistono tasse sul
cherosene e vengono concessi parecchi sussidi anche per l'ampliamento degli
aeroporti". Il che si traduce in una sostanziale impunita', che tanti pero'
si dichiarano pronti a rivedere. Ultimo nato in Inghilterra e' un movimento
dal titolo eloquente, Plane Stupid (www.planestupid.com), che per il mese di
agosto ha proposto di tenere un campo di sensibilizzazione ad Heathrow: con
i suoi 1.300 voli giornalieri e' in assoluto l'aeroporto piu' trafficato del
mondo. Anche le istituzioni si stanno muovendo: in autunno si discutera' del
problema voli-clima al Parlamento europeo. E la Iata (International air
transportation association) ha dato segni di apertura. Ma la soluzione non
e' dietro l'angolo. Non esistono, per esempio, alternative tecnologiche
pronte all'uso: il biodiesel di origine vegetale, per esempio, farebbe
gelare i serbatoi, l'etanolo provocherebbe esplosioni, l'idrogeno e' ancora
troppo costoso e ha scarso potere energetico. Controllare meglio il
traffico, per consentire rotte piu' razionali, farebbe risparmiare appena il
10% del carburante, mentre volare a quote piu' basse ridurrebbe le scie di
condensazione, ma essendo l'aria piu' densa si consumerebbe ancora di piu'.
Dunque non resta che "compensare", cioe' stimare quanta Co2 si produce con
un volo e risparmiarne altrettanta con comportamenti virtuosi. "AzzeroCo2",
collegata a Legambiente e Kyoto Club, e' una delle societa' che appianano i
debiti ambientali di cittadini ed aziende calcolando quanta anidride
carbonica producono e chiedendo loro di azzerarla con investimenti in
energia pulita, riforestazione, risparmio energetico. Ma siamo sicuri che
questi calcoli siano esatti? "I dati per fare le stime provengono da diversi
enti di ricerca (Dekra, Ipcc, Wri, Wbcsd) che analizzano il consumo di
energia o carburante e di conseguenza la produzione di Co2" spiega il
responsabile marketing Andrea Seminara. "Per essere precisi, pero', si
dovrebbe valutare l'intero ciclo di produzione: nel caso di un aereo ci sono
2.500 componenti. E' impensabile considerarli tutti. Noi cerchiamo di fare
sempre un conto leggermente in eccesso, che copra eventuali errori. Il che
ovviamente non e' scientifico. Il mercato delle emissioni e' imperfetto: in
futuro si spera che ogni azienda calcoli la sua Co2 e la annulli". E per
tornare agli aerei, il futuro ha bisogno di piu' voli, ma di fantasia. Per
scegliere mete turistiche che ridiano il gusto della scoperta, anche se
dietro casa. Il turismo di massa ha gia' prodotto danni seri. Li racconta
Leo Hickman, giornalista del "Guardian", nel suo The final call (Guardian
Books, pp. 400, 12,99 sterline, non ancora tradotto in Italia): lo tsunami
non ha danneggiato la barriera corallina, i turisti che la toccano
continuamente, si'. E cos'e' rimasto del paradismo di Ko Phi Phi immortalato
nel film The Beach con Leonardo Di Caprio? Spazzatura galleggiante e
traffico di barche da ora di punta. "Torniamo tutti coi piedi per terra"
conclude Marinella Correggia. "Anche perche' solo il 5% della popolazione
mondiale vola. Ma tutti ne pagano le conseguenze".
7. RIFLESSIONE. ELENA LIOTTA: CONTRO L'AEREO
[Riproponiamo il seguente intervento di Elena Liotta (per contatti:
e_liotta@yahoo.it) gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Elena Liotta, nata a Buenos Aires il 25 settembre 1950, risiede a Orvieto,
in Umbria; e' psicoterapeuta e psicologa analista, membro dell'Ordine degli
Psicologi dell'Umbria, membro dell'Aipa (Associazione Italiana di Psicologia
Analitica), dell'Iaap (International Association Analytical Psychology),
dell'Apa (American Psychological Association), socia fondatrice del Pari
Center for New Learning; oltre all'attivita' psicoterapica, svolta
prevalentemente con pazienti adulti, in setting individuale, di coppia e di
gruppo, ha svolto e svolge altre attivita' culturali e organizzative sempre
nel campo della psicologia e della psicoanalisi; tra le sue esperienze
didattiche: professoressa di Psicologia presso la "American University of
Rome"; docente in corsi di formazione, e coordinatrice-organizzatrice di
corsi di formazione a carattere psicologico, per servizi pubblici e
istituzioni pubbliche e private; didatta presso l'Aipa, societa' analitica
accreditata come scuola di specializzazione post-laurea, per la formazione
in psicoterapia e per la formazione di psicologi analisti; tra le altre
esperienze parallele alla professione psicoterapica e didattica: attualmente
svolge il ruolo di Coordinatrice psicopedagogica e consulente dei servizi
sociali per il Comune di Orvieto, e di Coordinatrice tecnico-organizzativa
di ambito territoriale per la Regione Umbria nell'Ambito n. 12 di Orvieto
(dodici Comuni), per la ex- Legge 285, sul sostegno all'infanzia e
adolescenza e alle famiglie, occupandosi anche della formazione e
monitoraggio dei nuovi servizi; e' stata assessore alle politiche sociali
presso il Comune di Orvieto; dopo la prima laurea ha anche lavorato per
alcuni anni in campo editoriale, redazionale e
bibliografico-biblioteconomico (per "L'Espresso", "Reporter", Treccani,
Istituti di ricerca e biblioteche). Autrice anche di molti saggi apparsi in
riviste specializzate e in volumi collettanei, tra le opere di Elena Liotta
segnaliamo particolarmente Educare al Se', Edizioni Scientifiche Magi, Roma
2001; Le solitudini nella societa' globale, La Piccola Editrice, Celleno
(Vt) 2003; con L. Dottarelli e L. Sebastiani, Le ragioni della speranza in
tempi di caos, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2004; Su Anima e Terra. Il
valore psichico del luogo, Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2005; La
maschera trasparente, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2006]
Tra le invenzioni che l'industria e il mercato economico hanno imposto
all'umanita' nel corso degli ultimi decenni, l'aereo e' oggetto di reazioni
psicologiche estreme che vanno dall'indifferenza - salirci e' come andare in
autobus - alla fobia vera e propria. Gli indifferenti, che sarebbero i
viaggiatori ideali per le compagnie aeree, sono pochi rispetto ai moltissimi
terrorizzati (che non ci salgono) e agli ansiosi che ci salgono preoccupati.
Nessuno, comunque, sembra interrogarsi sugli effetti che i loro lussi e
privilegi producono sull'ambiente naturale, sul clima, sulle risorse di
tutto il pianeta. Mentre si chiede ai cittadini di usare le lampadine a
basso consumo!
*
L'induzione a viaggiare in aereo viene dal turismo, altra industria pompata
a dismisura dai media, piena di ombre nefaste incarnate nelle disfunzioni
aeroportuali, nelle truffe e nelle insoddisfazioni dei clienti. Immagini
fortemente simboliche di un sistema che si sta disgregando e di un girare a
vuoto che a tutto fa pensare meno che alla vacanza rilassante e spensierata.
Il sistema vacilla e allora invita a volare con periodici sconti per ovviare
al problema degli apparecchi mezzi o tutti vuoti, seducendo i viaggiatori.
Incidenti? Manutenzione superficiale? Scioperi e altro? L'aereo, continuano
a dirci rimane il mezzo piu' sicuro di viaggiare: guardate agli incidenti
auromobilistici! Ma sara' vero? E poi le due forme di trasporto non sono
affatto alternative. Si usa l'uno e l'altra, e anche se la sicurezza
scarseggia per la mancanza di personale e strutture adeguate non importa, si
va avanti lo stesso. Verso dove? L'importante e' muoversi, "far finta di
essere sani", fare come fanno gli altri, sentirsi nella corrente, anche se
inquinata e inquinante.
*
Ho ascoltato per anni confessioni di viaggiatori "per forza" se cosi' si
puo' dire, per lavori particolari, incluso personale di volo, piloti,
hostess, assistenti, dai quali emergevano sospetti su quella strana tensione
in fondo allo stomaco, tacitata dalla ragione scientifica, che ci ricorda la
nostra natura inesorabilmente terrestre. Ho dovuto rivedere in questa luce
quelle che vengono definite "fobie" rispetto ai mezzi di trasporto e darne
una lettura di salute, con buona pace di chi ne soffre. L'aereo produce
angoscia e quindi bisogna imbottirsi di farmaci per sopportare il transito?
A che pro, quale motivo puo' spingere ad andare contro se stessi, contro i
messaggi del proprio corpo? Se non ragioni ben fondate, che sono infrequenti
e che se ci si limitasse ad esse, la mole del traffico aereo e relativo
inquinamento si ridurrebbero sensibilmente?
Gli esseri umani non hanno le ali, non hanno mai volato, se non con la
fantasia e nei sogni. Perche' e' cosi' ossessiva questa tendenza moderna a
"trasformare i sogni in realta'", perche' non ci teniamo aperti e integri
entrambi i mondi?
*
Il senso della profondita' e del vuoto e' adattativo per la sopravvivenza
fin dalla nascita. Ignorare la profondita' e' grave da tutti i punti di
vista. Non avere reazioni di sorta di fronte al vuoto - gia' l'esserne
affascinati e' piu' comprensibile - puo' essere considerato un sintomo
preoccupante. Passare "sopra" al mondo, leggendo un giornale o addirittura
guardando un film, manifesta indifferenza sensoriale, percettiva, emotiva,
una "scorporazione" che travalica il senso del tempo e dello spazio
stravolgendolo. Oppure difesa quasi autistica? Non averne coscienza, essere
"ottusi" al vibrare interno delle difese naturali e' pericoloso.
*
Ma ancora la domanda, a che pro? Per andare a fare da un'altra parte quello
che piu' o meno si fa abitualmente cambiando scenario estetico, mantenendo
lo stesso stile di vita con blande differenze tenute a distanza (le catene
alberghiere nel mondo!)? Per divagarsi? Non certo attraverso il viaggio!
L'aereo ammazza l'idea del viaggio. Anzi lo vuole letteralmente annientare
con la velocizzazione che divora energia e immette sempre piu' veleni
nell'aria, verso una imposssibile ubiquita'. Essere qui e la' e altrove
sempre piu' in fretta. Il viaggio casomai si deve svolgere in un "altrove",
dopo il trasporto - che non e' piu' il viaggio - compiuto in aereo. Chissa'
perche' la scoperta, l'esplorazione, l'avventura non puo' coincidere con il
viaggio stesso, a piedi, con altri mezzi piu' graduali, lenti, rispettosi di
se' e degli altri? Perche' il corpo dev'essere scosso per giorni dal
jet-lag?
Infine, perche' tutto questo viaggiare, scappare da o scappare verso, avida
ricerca di qualcosa che gia' si deve conoscere prima, attraverso internet,
depliant, guide, "per essere piu' sicuri". Nel mio libro Su anima e terra,
al capitolo sul viaggio, ipotizzo la creazione di "guide per perdersi" cosi'
da rianimare l'esperienza della scoperta. Invece si persiste nell'ossessione
del controllo, addirittura satellitare ormai.
*
Gli attacchi di panico non risparmiano neanche i piloti o le hostess, in
media tra i passeggeri di un volo sono piu' gli ansiosi, dichiarati o meno,
che non i pochi indifferenti. A ogni lieve e non identificato rumore un
sussulto interno, viscere e cuore, respiro sospeso, da contenere, sempre
fingendo di essere sani. Le turbolenze, i vuoti d'aria. Questo e' cio' che
realmente, sottaciuto, avviene durante il percorso, lungo o breve che sia.
Il senso di una trasgressione ancora attiva nell'inconscio, quell'Icaro che
si dirige, presuntuosamente, verso la sua punizione, fino al rilascio della
tensione con l'atterraggio. Terra, finalmente, anche questa volta e' andata
bene. Perdere la valigia? Che vuoi che sia rispetto alla vita?
*
Gli aerei come oggetti contundenti, armi scagliate verso le due torri. Gli
aerei che trasportano armi e soldati, che scaricano bombe. La cesura nella
storia, la seconda guerra mondiale, trionfale ingresso dell'aereo.
Hiroshima. Terrore dentro e fuori, terrorismo. L'invenzione piu'
sorprendente della nostra epoca, insieme alla tele-visione. Gli aerei hanno
portato in fretta in giro per il mondo le diverse umanita', nel bene e nel
male, come la televisione. Ma la simultaneita' non si addice ancora alla
mente umana che non e' mutata come e quanto si crede. Le ombre di questa
accelerazione sono ovunque. Le opinioni di chiunque, mie comprese, contano
assai poco. I fatti distruttivi sono sotto gli occhi di tutti. Grazie anche
alla televisione e agli aerei. E' quasi buffo. Alla fine il problema e'
sempre nella testa e nel cuore dell'essere umano, non negli oggetti che ha
prodotto senza pensare alle loro conseguenze. Il problema e' nel non
correggersi, fermarsi, ripensare, quando si accorge di avere sbagliato, di
aver esagerato e non aziona i freni.
8. RIFLESSIONE. GIOVANNI SARUBBI: UNA VECCHIA CANZONE NAPOLETANA E LA NOSTRAMADRE TERRA
[Riproponiamo il seguente intervento di Giovanni Sarubbi (per contatti:
redazione@ildialogo.org) gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino".
Giovanni Sarubbi, amico della nonviolenza, promotore del dialogo
interreligioso, giornalista, saggista, editore, dirige l'eccellente rivista
e sito de "Il dialogo" (www.ildialogo.org)]
Sostengo senza riserve l'iniziativa contro il nuovo aeroporto di Viterbo, il
terzo nel Lazio, ed il pesantissimo impatto ambientale del trasporto aereo,
sia sul clima del pianeta, sia sulle popolazioni a diretto contatto con gli
scali aeroportuali.
La sostengo a tal punto che ho aperto immediatamente sul nostro sito una
sezione apposita dove vengono riportati gli articoli che "La nonviolenza in
cammino" quotidianamente diffonde. (www.ildialogo.org/ambiente).
*
L'attenzione alla questione ambientale e' assolutamente assente in tutto
cio' che concerne il ciclo di vita di un aeromobile, dalla sua
progettazione, al primo volo, alla sua commercializzazione. Il fatto che gli
aerei inquinano terribilmente non sfiora nemmeno lontanamente ne' i
dirigenti delle aziende produttrici di aerei ma neanche nessun progettista.
Il parametro di riferimento e l'economicita' del trasporto, la quantita' di
carico pagante che si riesce a trasportare al minor costo possibile. E
l'ambiente per le aziende non e' un costo. E carico pagante sono le merci e
i passeggeri ma anche le bombe o gli armamenti di un aereo militare.
*
Lo si vede sia negli aerei gia' in servizio, sia nei nuovi aerei che sono in
costruzione quali l'A380 dell'europea Airbus, l'aereo commerciale piu'
grande mai realizzato, o il 787 dell'americana Boeing, anche se quest'ultimo
viene presentato come "aereo ecologico", perche' pesa il 30% in meno per
l'uso di materiali non metallici. Nessuno dice l'inquinamento prodotto sia
per realizzare questi nuovi materiali, sia per metterli in opera e
realizzare parti di velivoli o velivoli interi.
In realta' gli aerei, per quanto leggeri possano essere, consumano una
quantita' enorme di petrolio perche' altrimenti non riuscirebbero a stare in
volo.
C'e' bisogno di un motore, ad elica o a getto, che faccia acquisire
all'aereo la velocita' necessaria per generare la forza ascensionale capace
di vincere la forza di gravita'. Senza questo motore nessun aereo e' in
grado di stare in aria. Gli stessi alianti vengono portati in quota da aerei
a motore e poi planano verso terra.
Mi diceva, con molto cinismo, un amico pilota di aerei: "il problema degli
aerei e' andare su perche' tanto a terra comunque ci arriveranno, in un modo
o nell'altro".
*
Particolarmente nocivi da un punto di vista ambientale sono gli aerei
militari, soprattutto quelli che volano ad alta quota e che sono i
responsabili della distruzione dello strato di ozono e delle piogge acide
che, durante il periodo della cosiddetta guerra fredda, hanno distrutto
vaste estensioni di foresta nel centro Europa e che continuamente riempiono
di scie chimiche i nostri cieli.
Pochi sanno, ancora, che per lunghi anni e' stato usato l'uranio esaurito,
per il suo elevato peso specifico, quale contrappeso per i timoni dei
velivoli.
Nessuno sa quanti siano gli aerei caduti che avevano tali contrappesi che,
nell'urto, hanno il difetto di polverizzarsi.
E quando si parla di aerei militari vengono alla mente i casi come quello
del Cermis, dove piloti militari Usa giocavano a fare lo slalom fra i piloni
della funivia, o quello della scuola di Casalecchio sul Reno (Bo) sventrata
da un aereo militare in avaria.
*
Ho avuto modo di vedere per caso qualche anno fa il filmato del battesimo
dell'aria di un allievo pilota dell'Aeronautica militare italiana. Una scena
che, molto piu' di tante parole, rende bene l'idea del tipo di formazione a
cui vengono sottoposti i piloti militari che, spesso, diventano poi piloti
civili. Una formazione che tende a privare questi giovani di 18-20 anni di
qualsiasi personalita'.
All'atterraggio il giovane pilota reduce dal suo volo in solitario, dopo
aver sbrigato le formalita' di rito, viene portato a spalla dagli altri
allievi del corso dall'aereo verso una piscina circolare posta all'interno
della base che si trova nel basso Lazio.
Durante questo tragitto di tre o quattrocento metri, il neopilota viene
letteralmente riempito di botte dai suoi commilitoni che usano il fodero dei
pugnali di ordinanza che ogni pilota possiede nella sua dotazione di volo. E
non si tratta di botte finte a giudicare dai gridi di dolore del neopilota,
che avra' modo di sfogarsi anche lui sui suoi colleghi. Giunti davanti alla
vasca il pilota viene buttato in acqua. Ma non e' ancora finito. Il
neopilota deve fare per tre volte il giro della vasca in ginocchio e poi
andare a baciare la statuina da cui esce l'acqua che riempie la vasca e a
quel punto viene accolto dal comandante della base. E a quel punto il
neopilota urla e salta di gioia come un bambino che ha da poco ricevuto un
regalo inaspettato.
E ancora piu' dura e selettiva e' la formazione che segue nei tre anni
successivi. E' da tale formazione che nascono persone che vanno a bombardare
citta' inermi senza battere ciglio, anche con bombe atomiche come e'
successo a Hiroshima e Nagasaki.
La mamma che ha un figlio pilota dell'aeronautica lo ha di fatto gia' perso.
E' meglio fare figli "zappatori" che, come dice una vecchia canzone
napoletana, la mamma non la dimenticano. E la mamma in questione e' la
nostra madre Terra, l'unica che abbiamo e da cui non riusciremo a scappare
quando manchera' l'aria, o i ghiacci si saranno sciolti, o i mari totalmente
inquinati.
9. MAESTRI. MURRAY BOOKCHIN: LA DISSOCIAZIONE
[Da Murray Bookchin, L'ecologia della liberta', Eleuthera, Milano 1986,
1988, p. 463.
Murray Bookchin, pensatore e militante libertario americano, e' stato tra i
principali punti di riferimento della "ecologia sociale"; nato a New York
nel 1921, figlio di emigrati russi (la nonna materna era una rivoluzionaria
populista), ha fatto l'operaio metalmeccanico, il sindacalista, lo
scrittore, il docente universitario; e' deceduto sul finire di luglio 2006.
Tra le opere di Murray Bookchin: I limiti della citta', Feltrinelli, Milano
1975; Post-scarcity anarchism, La Salamandra, Milano 1979; L'ecologia della
liberta', Eleuthera, Milano 1988 (terza edizione); Per una societa'
ecologica, Eleuthera, Milano 1989; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila
Palma, Palermo 1993; Democrazia diretta, Eleuthera, Milano 1993. Un'ampia
scheda biografica e un'ampia bibliografia di Bookchin sono nel n. 1438 de
"La nonviolenza e' in cammino"]
La dissociazione che abbiamo operato tra societa' e natura, a livello
dapprima mentale e poi fattuale, poggia sulla barbara reificazione degli
esseri umani a mezzi di produzione e oggetti di dominio, reificazione che
abbiamo proiettato su tutto il mondo vivente.
10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DIVITERBO
Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org ,
sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it
===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 4 dell'11 agosto 2007
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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
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