sabato 4 ottobre 2008

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 129 del 4 ottobre 2008

In questo numero:
1. Solidali con la popolazione vicentina impegnata il 5 ottobre nel
referendum autogestito cittadino per la pace e la democrazia
2. Antonella Litta: Conseguenze sanitarie ed ambientali dell'uso del carbone
per la produzione di energia elettrica
3. Marinella Correggia: Ecoaeroporti?
4. Marinella Correggia: I diritti della natura
5. Marinella Correggia: Telefonini e tumori
6. Marinella Correggia: Le bancarotte ignorate
7. Marinella Correggia: Krishnammal e Jagannathan
8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. EDITORIALE: SOLIDALI CON LA POPOLAZIONE VICENTINA IMPEGNATA IL 5 OTTOBRE
NEL REFERENDUM AUTOGESTITO CITTADINO PER LA PACE E PER LA DEMOCRAZIA

Il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti esprime la sua persuasa gratitudine e la
sua piena solidarieta' alla popolazione vicentina che il 5 ottobre
partecipera' allo svolgimento del referendum autogestito cittadino sulla
destinazione dell'area su cui alcuni irresponsabili potentati hanno espresso
lo sciagurato intendimento di consentire la realizzazione di una base
militare di una potenza straniera, base militare intesa a contribuire alla
spirale di guerra globale che sta minacciando l'umanita' intera.
*
Con la consultazione popolare del 5 ottobre la cittadinanza vicentina, nel
legittimo e doveroso esercizio della democrazia nelle modalita' previste
dall'ordinamento vigente, esprimera' una volonta' di cui e' doveroso per
tutti gli organi dello stato tener conto.
Va apprezzato l'impegno del Comune di Vicenza a far si' che la cittadinanza
possa esprimere la sua opinione in modo civile e democratico, legittimo e
trasparente, coerentemente con quanto stabilito dalla Costituzione della
Repubblica Italiana che esplicitamente afferma che la sovranita' appartiene
al popolo.
E' invece sconcertante e vaniloquente la sentenza del Consiglio di stato che
ha accolto la speciosa e grottesca obiezione di una lobby che vuole impedire
che i cittadini si pronuncino; nessuno ignora che e' prerogativa di tutte le
istituzioni democratiche promuovere la consultazione della popolazione;
nessuno ignora che il parere della cittadinanza vicentina direttamente e
liberamente espresso, sebbene possa essere ritenuto non vincolante stricto
sensu per altri organi dello stato, e' tuttavia elemento di fondamentale
importanza in merito alla destinazione d'uso di aree ricadenti nel
territorio ove quella popolazione risiede; nessuno ignora che l'ordinamento
giuridico italiano riconosce, difende e promuove i diritti soggettivi e i
legittimi interessi dei cittadini come singoli e come collettivita'.
Pertanto il parere del Consiglio di stato in questa circostanza sembra
essere un monstruum giuridico palesemente irricevibile.
*
La consultazione popolare a Vicenza il 5 ottobre si terra': come e' giusto e
come e' doveroso; in forma autogestita dai cittadini e con l'autorevole
conferma della disposizione all'ascolto della volonta' popolare da parte
della massima autorita' cittadina.
La consultazione popolare a Vicenza dira' se la popolazione vicentina vorra'
esercitare, in prima persona e per mezzo degli istituti e delle istituzioni
competenti, il diritto-dovere di difendere il territorio, la qualita' della
vita, la salute, la sicurezza, i diritti soggettivi e i legittimi
interessi - beni giuridicamente riconosciuti e protetti - sia dell'attuale
cittadinanza sia delle generazioni future.
*
La realizzazione della nuova base militare americana "Dal Molin" si
configura come opera palesemente in conflitto con la Costituzione della
Repubblica Italiana.
La procedura decisionale sin qui seguita per imporre tale opera si configura
come illecita oltre che irrituale.
Gli esiti concreti dell'opera sono tali da giustificare un inoppugnabile
diniego da parte della massima autorita' sanitaria locale come da parte
delle altre magistrature ed istituzioni che verranno ulteriormente adite in
merito.
*
Non solo per tutelare la citta' di Vicenza, ma per difendere l'umanita'
intera dal flagello della guerra, e' necessario che domenica 5 ottobre
emerga una volta di piu' la volonta' di pace, di democrazia e di legalita'
nel referendum consultivo che si tiene in quella citta'.
Che prevalga nitido e corale un forte e consapevole si' alla pace, si' alla
democrazia, si' alla legalita'.
*
Alla popolazione vicentina impegnata per la pace, la democrazia e la
legalita', per la sovranita' popolare e la difesa della biosfera, per il
diritto alla vita dell'umanita' intera, contro la guerra e il riarmo, qui
attestiamo la nostra gratitudine e la nostra solidarieta'.

2. STUDI. ANTONELLA LITTA: CONSEGUENZE SANITARIE ED AMBIENTALI DELL'USO DEL
CARBONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA
[Ringraziamo Antonella Litta (per contatti: antonella.litta@libero.it) per
averci messo a disposizione questo documento redatto come referente per
Viterbo e provincia dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde
(International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

L'Enel ha annunciato che tra qualche mese entrera' in funzione la centrale
riconvertita a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia. Questa
notizia ci offre l'occasione per una riflessione sulle conseguenze sanitarie
ed ambientali derivanti dall'uso di combustibili fossili e in particolare
del carbone. Il carbone infatti nelle varie fasi della sua combustione
libera nell'aria un enorme quantitativo di prodotti fortemente inquinanti ed
e' inoltre il combustibile con il piu' alto coefficiente di emissione di gas
serra, responsabili del surriscaldamento climatico.
L'articolo 5 del nuovo codice di deontologia medica afferma che: "I medici
debbono considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora come elemento
determinante e fondamentale per la salute dei cittadini". E' proprio questa
consapevolezza e responsabilita' che ci obbliga ad una maggiore attenzione
nei confronti di questo progetto ora in fase di ultimazione.
La centrale di Torre Valdaliga Nord, insieme a quella di Tor Valdaliga Sud e
a quella di Fiumaretta (spenta nel 1990) sempre a Civitavecchia, e a quella
di Montalto di Castro nel viterbese, costituisce da decenni il polo
energetico piu' grande d'Europa. In un comprensorio territoriale molto
piccolo (le centrali sono distanti meno di 25 km l'una dall'altra) vengono
prodotti dalla combustione di olio, gas e gasolio circa 7.240 megawatt. Una
situazione che nel corso di quasi mezzo secolo di storia energetica
italiana, ha gia' avuto gravi ripercussioni per l'ambiente e per la salute
delle persone.
La centrale di Torre Valdaliga Nord, una volta a regime, come si legge dai
dati estratti dalla relazione Ctu del Collegio peritale di Civitavecchia,
brucera' quasi 4 milioni di tonnellate di carbone l'anno, emettera' ogni
anno oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 (anidride carbonica), migliaia di
tonnellate di gas pericolosi, in particolare ossidi di zolfo e ossidi di
azoto, e oltre 700 tonnellate tra polveri fini ultrafini e metalli pesanti,
in particolare mercurio, arsenico, piombo, cadmio, nichel e radionuclidi
generati dalla presenza di radon nel carbone. Questi gas, metalli pesanti e
polveri fini e ultrafini del diametro del micron (PM10, PM5, PM 2.5) sono
oltremodo dannosi per l'ambiente e la salute. Essi infatti si accumulano nel
terreno, nell'aria, nelle acque, nel mare, nella flora, nella fauna, e sono
trasportati dai venti anche a centinaia di chilometri di distanza dalla
centrale. Essi penetrano attraverso tutte le barriere e membrane organiche,
raggiungendo i nuclei cellulari col proprio carico di metalli pesanti ed
altri fattori cancerogeni, interferendo con i sistemi di riparazione del Dna
e con i meccanismi dell'espressione genica.
Studi scientifici mostrano l'evidente correlazione tra l'esposizione alle
polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri ospedalieri, della
mortalita', delle malattie respiratorie, delle malattie cronico-degenerative
(Alzheimer, Sclerosi laterale amiotrofica, Sclerosi multipla), delle
malattie endocrine, delle malattie neoplastiche e del sistema
cardiovascolare.
Recentissimi studi suggeriscono che gli idrocarburi policiclici aromatici
(Ipa), derivanti sempre dalla combustione del carbone, oltre ad avere
un'azione mutagena e oncogenica, interferiscono negativamente nella
riproduzione e nello sviluppo fetale durante la gravidanze di donne esposte.
Bisogna considerare inoltre che l'enorme quantitativo di anidride carbonica
(circa 10 milioni di tonnellate per anno) emessa dalla centrale andra' a
peggiorare la qualita' dell'aria del Lazio e in particolare della Tuscia,
contribuendo di conseguenza anche all'incremento delle patologie
respiratorie. Il territorio viterbese e i suoi abitanti, soprattutto i
bambini, si troverebbero cosi' esposti ad ulteriori fattori d'inquinamento
in una situazione che ha gia' subito e subisce aggressioni ambientali: alla
naturale radioattivita' del sottosuolo, dovuta al radon, c'e' da aggiungere
la presenza di discariche abusive, la presenza di metalli pesanti nelle
acque potabili, in particolare dell'arsenico, e i processi di
eutrofizzazione dei nostri laghi.
Nello specifico, l'area di Civitavecchia e dei comuni limitrofi, come molte
altre aree industriali in Italia, e' un'area ad alto rischio ambientale,
infatti oltre alle centrali elettriche ospita uno dei porti crocieristici
piu' importanti del Mediterraneo, il che significa una presenza costante di
grandi navi alimentate a gasolio; vi sono poi molte attivita' industriali,
numerosi elettrodotti che sviluppano forti campi elettromagnetici, un
intenso traffico veicolare su gomma.
Proprio perche' questa e' un'area ad alto rischio ambientale sono stati
avviati, gia' dagli anni '80, numerosi studi sullo stato della salute dei
residenti.
Nel 1996 un'analisi dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale metteva in
evidenza come nel triennio 1990/1992 l'area di Civitavecchia (comprensiva
dei comuni di Tolfa, Allumiere e Santa Marinella) detenesse il triste
primato della piu' alta mortalita' per tumore polmonare ed occupasse il
secondo posto per mortalita' neoplastica in generale nella regione Lazio.
Ulteriori studi hanno confermato queste osservazioni.
Nell'ottobre del 2006 uno studio pubblicato sulla rivista "Epidemiologia e
Prevenzione" ha evidenziato l'eccesso di casi di tumore polmonare e
pleurico, asma bronchiale, insieme ad un incremento dei casi di
insufficienza renale cronica.
Come medici abbiamo il dovere-diritto, rispetto alla prossima messa in
funzione di questa grande infrastruttura, che brucera' carbone e gravera'
con i suoi effetti per molti anni sul nostro territorio, di richiedere ed
acquisire tutta la necessaria documentazione scientifica, i dati sanitari
delle popolazioni che vivono in aree prossime a centrali a carbone, avviare
nuovi studi epidemiologici, richiedere alla luce del principio di
precauzione la riapertura oppure una nuova Valutazione di impatto ambientale
(Via) e un attento ed aggiornato studio dell'impatto sanitario (Vis). Non si
devono ripetere errori gia' troppe volte commessi nel passato come quello di
esporre persone ed intere comunita' a rischi per la salute, salvo poi, a
distanza di anni, e purtroppo dopo tanti morti e malati, riconoscere quanto
gia' l'evidenza scientifica aveva mostrato; tristemente famoso e ben noto a
tutti e' l'esempio di quanto accaduto per l'amianto.
Sarebbe una garanzia a tutela della salute una piu' stretta collaborazione
istituzionale che veda protagonisti Regione, Provincie di Roma e Viterbo, i
Comuni dell'Alto Lazio, l'Arpa, le Asl di competenza insieme ad una rete di
sorveglianza sanitaria composta dai medici di medicina generale, dai
pediatri di base e dagli specialisti che operano sul territorio. In questa
maniera si potrebbero avviare monitoraggi ed adeguate indagini dirette ad un
esame attento e dettagliato dello stato di salute dei residenti insieme a
pratiche di risanamento ed eventuale decontaminazione ambientale nel caso
venissero riscontrati fenomeni che necessitano di tali procedure. Pensiamo
che tutto cio' debba essere necessariamente avviato e realizzato prima che
la centrale diventi operativa, per verificare se la sua attivita' sia
compatibile con una situazione ambientale e sanitaria gia' particolarmente
critica, e qualora si evincesse che vi fosse incompatibilita', come sembra
evidente alla luce della letteratura scientifica internazionale e di quanto
esposto, le istituzioni di competenza dovranno intervenire nel rispetto
della vigente normativa per evitare che essa entri in funzione.
E' un obbligo morale e professionale che ci deriva anche dal rispetto
dell'articolo 32 della nostra Costituzione che afferma: "La Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettivita'".
*
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3. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ECOAEROPORTI?
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 settembre 2008 col titolo
"Ecoaeroporti?".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

La prima notizia e' che l'Ecuador costruira' alle isole Galapagos "il primo
aeroporto ecologico al mondo", con 20,4 milioni di dollari. La costruzione
sara' con materiali ecologici. Si ricorrera' all'energia elettrica e solare.
I locali saranno raffrescati dal vento anziche' dall'energivora aria
condizionata. Eccetera. Le Galapagos sono patrimonio naturale dell'umanita'
dal 1978 (per l'Unesco) e nel 2007 sono state dichiarate a rischio a causa
dell'invasione di specie non autoctone e del turismo: aviotrasportato,
s'intende. Transitano per i due aeroporti delle isole, che emergono a 1.000
chilometri dalla costa ecuadoriana, 140.000 turisti all'anno.
Nemmeno la conversione ecologista di tutti gli aeroporti del mondo, pero',
fara' diventare sostenibile (e silenziosa e non cementificante) l'attivita'
del volo umano. Questa falsa democrazia del movimento - falsa: solo un
ventesimo dei terrestri vola - ha pesanti impatti sul clima,
sull'inquinamento atmosferico, sulla cementificazione del territorio. Questa
rubrica ha sottolineato piu' volte che il settore dell'aviazione civile e'
di gran lunga sovradimensionato rispetto a quello che permetterebbe un
futuro sostenibile, equo e (dunque) con meno combustibili fossili. Una
riconversione anche occupazionale dell'aviazione si impone; a cominciare dai
low cost che hanno fatto volare la domanda di volare.
Ed ecco l'altra notizia. Aviation Environment Federation, coalizione inglese
di associazioni e movimenti, membro del coordinamento europeo Transport and
Environment (T&E), ha rivelato il contenuto di uno studio dal titolo "Trends
in Global Noise and Emissions from Commercial Aviation 2000-2025"
(Evoluzioni nell'inquinamento globale e nelle emissioni da parte
dell'aviazione commerciale) preparato da quattro centri di ricerca
finanziati da governi, e fra questi Eurocontrol e il Dipartimento
statunitense di trasporti.
In questa ufficialita' sta uno degli aspetti importanti della ricerca, nella
quale trovano conferma i tanti allerta lanciati da studi considerati di
parte ecologista. Un altro aspetto interessante dello studio e' che... non
e' mai stato pubblicato. Forse perche' prevede che di questo passo le
emissioni di anidride carbonica nei voli civili cresceranno dal loro attuale
livello di 670 milioni di tonnellate a 1,48 miliardi di tonnellate nel 2025
e che se si arrivera' a tanto, si rientrera' nel peggiore fra gli scenari di
emissione indicati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change. Il
rapporto guarda poi oltre la CO2 per indicare altri aspetti dell'impatto
climatico (in particolare gli ossidi di azoto in alta quota).
Come contrastare questo scenario? L'Icao (Organizzazione internazionale per
l'aviazione civile) e' inerte. Il Parlamento Europeo a luglio ha deliberato
di includere finalmente il settore aereo nello schema dello scambio di
emissioni (Emission Trading Scheme); insomma di obbligare finalmente a
calcolare e "prezzare" le emissioni di questo settore economico. Ma secondo
gli attivisti di T&E la novita' non ridurra' quasi per nulla l'impatto
climatico dell'aviazione. I permessi di emettere CO2 saranno acquistati
presso gli altri settori economici e a poco prezzo. E anche se saranno
introdotti modelli piu' efficienti (lasciando da parte le fantasie degli
aerei solari o a idrogeno), la fanatica crescita nel numero di voli
annullera' ogni risparmio di emissioni. Un ostacolo obtorto collo per il
settore e' ora il prezzo del petrolio. Ma ridurrebbero la crescita dei voli
soprattutto la tassazione sul kerosene avio (tassazione che ora non esiste)
e limiti vincolanti alle emissioni.

4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: I DIRITTI DELLA NATURA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 settembre 2008 col titolo "Il coraggio
dell'Ecuador"]

Un esperimento giuridico inusitato, un salto nel futuro: la scelta del
biocentrismo per la sopravvivenza del pianeta. L'Ecuador sara' il primo
paese al mondo ad avere una legge che garantisce ai fiumi, alle foreste,
all'aria veri diritti legali. Se gli ecuadoriani domenica voteranno in
favore della Nuova Costituzione, entrera' in vigore nel paese una legge gia'
approvata che appunto cambiera' lo status legale della natura da semplice
oggetto di proprieta' - privata o pubblica - a entita' che ha diritti. La
legge recita cosi': "Le comunita' naturali e gli ecosistemi hanno il diritto
inalienabile di esistere e di evolvere, in Ecuador. I loro diritti saranno
auto-esecutivi, e metterli in essere sara' dovere di tutte le istituzioni,
di tutte le comunita' umane e di tutte le persone". Le norme ambientali del
resto del mondo sono antropocentriche.
Thomas Linzey, giurista statunitense che ha collaborato alla definizione di
questo nuovo status legale per la natura, ha spiegato al quotidiano inglese
"The Guardian" che "la forma tipica di protezione dell'ambiente nei paesi
industrializzati si basa su un sistema di regole e limiti. Allo stesso modo,
la compensazione dovuta si misura sempre sulla base del danno a una persona
o a un popolo. Secondo il nuovo sistema ecuadoriano, la misura sara' il
danno inflitto all'ecosistema. E persone e popoli potranno ricorrere
legalmente a vantaggio della natura anche qualora non fossero danneggiati
dalla sua distruzione".
I giuristi ammettono che legalmente parlando e' un salto nell'ignoto. Non ci
sono esempi simili nel resto del mondo. Da dove nasce l'idea della legge per
la natura in questo paese che contiene tutti gli ecosistemi dell'America
latina, comprese le isole Galapagos? Dallo strascico di inquinamento e
poverta' lasciato dalle multinazionali, delle banane, del gas, del petrolio.
Ricordiamo la causa legale contro il gigante Chevron ex Texaco, che in oltre
venti anni, sprezzante di ogni normativa internazionale, sverso' nella
giungla amazzonica 18 milioni di tonnellate di petrolio e residui tossici
contaminando le acque e il terreno per oltre 1.700 ettari: questa "Chernobyl
dell'Amazzonia" ha minato la salute e le condizioni di vita di oltre 30.000
persone. Un danno stimato in 16 miliardi di dollari. Il governo ecuadoriano
rifiuta di soprassedere e come conseguenza sta rischiando sanzioni
commerciali statunitensi.
L'attivista Zoe Tryon dell'Alleanza Pachamama, che ha lavorato alla
redazione della nuova legge con il parlamento ecuadoriano, sostiene che la
nuova costituzione dell'Ecuador fara' da deterrente al ripetersi di disastri
come quello della Chevron Texaco. Si pensi al parco nazionale Yasuni, una
delle aree piu' ricche di biodiversita' al mondo e patria di almeno due
tribu' amazzoniche in isolamento volontario e assoluto, i Tagaeri-Taromenani
e gli Huaorani.
Li' sepolti ci sono 1,2 miliardi di barili di petrolio che le compagnie
vorrebbero estrarre; la riserva piu' importante del paese. Ma sullo Yasuni
il presidente Rafael Correa ha lanciato nel giugno 2007 un'altra proposta
unica al mondo e la piu' importante finora avanzata da un paese in via di
sviluppo produttore di petrolio: si e' impegnato indefinitamente a non
sfruttare il campo petrolifero Ishipingo Tambobocha Tiputini (Itt) nello
Yasuni, sempre che (come si legge sul sito dedicato all'iniziativa:
www.yasuni-itt.gov.ec) la comunita' internazionale riconosca all'Ecuador un
rimborso pari al 50% dei redditi ipotizzabili dallo sfruttamento; il paese
utilizzera' il rimborso per la rivoluzione energetica sostenibile.

5. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: TELEFONINI E TUMORI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 settembre 2008 col titolo "Allarme
babytelefonini"]

L'eta' a cui iniziano la detenzione e l'utilizzo dei cellulari continua ad
abbassarsi allegramente. Ad esempio nell'Italia dei record negativi pare
ormai diffusa - a detta di insegnanti - la tipologia "famiglia che prende il
pacco alimentare alla Caritas ma i cui figli meno che adolescenti hanno il
cellulare" (per lo status sociale il pacco dono e' meno deleterio del
mancato sms). Comunque il boom dei babytelefonini si e' da tempo "irradiato"
in molti paesi. In Gran Bretagna riguarda nove sedicenni su dieci e il 40%
dei bambini della scuola primaria (le nostre elementari): numeri raddoppiati
rispetto al 2000. Eppure sempre nuovi studi sembrano indicare che, se le
antenne della radiofonia mobile fanno malissimo alle api e agli abitanti
umani delle aree interessate, le radiazioni degli onnipresenti
apparecchietti sono un serio pericolo per la salute degli utenti;
soprattutto dei minori.
Un articolo del quotidiano inglese "The Independent" riferisce di una nuova
ricerca condotta in Svezia. Presentata alla prima conferenza internazionale
su cellulari e salute, ha elaborato i dati provenienti da uno studio
coordinato dal professor Lennart Hardell, University Hospital di Orebro,
secondo il quale "chi inizia a usare un cellulare prima dei 20 anni ha
cinque volte piu' probabilita' di sviluppare un glioma, tumore del tessuto
nervoso". Fino a quell'eta' lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso
non sono ancora conclusi e inoltre le radiazioni entrano piu' in profondita'
in teste e crani piu' piccoli. Per il cordless (telefono senza fili) il
rischio e' quattro volte piu' alto rispetto a chi usa un normale telefono
con fili. Non solo: i cellularizzati precoci hanno anche molte piu'
probabilita' di sviluppare neuromi acustici, tumori benigni ma invalidanti
del nervo uditivo, che causano sordita'.
David Carpenter, della Scuola di salute pubblica dell'Universita' statale di
New York ha precisato durante la conferenza che "i bambini spendono molto
tempo con i loro cellulari. Potremmo assistere a una crisi di salute
pubblica sotto forma di epidemia di tumori maligni al cervello". E il
rischio potrebbe essere anche maggiore di quanto suggerisca la ricerca,
perche' questa non rivela gli effetti dell'uso dei cellulari prolungato nel
tempo. Diversi tumori maligni richiedono tanti anni per svilupparsi; un
tempo piu' lungo di quello passato da quando i cellulari si sono affermati
in massa sul mercato.
Del resto recentemente il neurochirurgo australiano Khurana, autore di
numerose ricerche in materia, ha dichiarato che "nei prossimi 10 anni, a
meno di un'inversione di tendenza nell'uso di telefonini e di nuovi
apparecchi con meno emissioni, assisteremo a una crescita esponenziale delle
forme di cancro al cervello (...). Le ricerche condotte finora hanno preso
in considerazione poche persone che avessero alle spalle un uso di cellulari
piu' che decennale".
Giorni fa il Parlamento europeo ha chiesto ai ministri europei di varare
limiti piu' severi per l'esposizione alle radiazioni dei telefoni mobili e
cordless, dei Wi-fi e di altri apparecchi.
Conclusioni? Per lo svedese Hardell, almeno i bambini al di sotto dei 12
anni non dovrebbero proprio usare cellulari. E vale per gli utenti di ogni
eta' (tre miliardi nel mondo) la regola di prevenzione suggerita dal dottor
Marinelli, Cnr di Bologna: "Usare il cellulare come radio di emergenza".
Aggiungiamo una regola ecologica: non cambiarlo se non alla fine della sua
vita, per limitare nel nostro piccolo la produzione di rifiuti elettronici e
la devastante estrazione del minerale coltan. Concausa di guerra, in Congo.

6. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: LE BANCAROTTE IGNORATE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 ottobre 2008 col titolo "Le bancarotte
ignorate"]

L'ipotetico marziano in visita sul pianeta Terra sarebbe perplesso: ma come,
si e' pronti a salvare con denaro pubblico banche e compagnie finanziarie
"vittime" di se stesse e non si trova il denaro per salvare il pianeta
muovendo passi decisi verso un'economia a basso contenuto di carbonio e
dunque meno nemica del clima? O per salvare dal fallimento milioni di
piccole e piccolissime unita' agricole i cui titolari campano alla fame, o
si suicidano per debiti a decine di migliaia come in India? Terry Barker,
direttore del Centro per la mitigazione dei cambiamenti climatici presso la
Cambridge University e collaboratore dell'Ipcc (l'organismo dell'Onu per gli
studi sul clima, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 2007), ha detto
di temere che i problemi bancario-finanziari possano stornare i gia' scarsi
investimenti in settori vitali come la lotta al caos climatico.
Barker, riferisce il quotidiano inglese "The Guardian", vede molte affinita'
fra la mancanza di trasparenza e l'eccesso di temerarieta' che hanno fatto
esplodere la "comunita' bancaria", e i pericoli contenuti nella mancanza di
azione sul clima da parte del mondo politico ed economico. Entrambi i
problemi minacciano di collasso l'economia. E i governi e il mondo degli
affari continuano a sottostimare i rischi dell'innalzamento del livello dei
mari e dei cambiamenti climatici; eppure, "qualunque sia il costo richiesto
dall'avvio di un'economia a basso contenuto di carbonio, e' trascurabile
rispetto ai costi del non far nulla". Nulla sara' oneroso quanto i 300
miliardi di dollari di sussidi tuttora elargiti ai combustibili fossili, o i
trilioni di dollari che il rapporto dell'economista inglese Stern nel 2006
indico' come costo prossimo futuro dell'inazione rispetto al problema clima.
Come la crisi bancaria ha costretto i governi a cambiare rotta, cosi' la
stessa forza maggiore dovrebbe indurli a introdurre pesanti ecotasse. In
passato, per giustificare il non fare si tirava in ballo l'analisi
costi-benefici, che pero' non e' affatto appropriata alle minacce sociali e
ambientali che abbiamo alle porte: "La foresta amazzonica non puo' essere
sostituita dal denaro. E' ovvio, ma giova ripeterlo". Quanto alla bancarotta
dei contadini, ne ha parlato all'Onu Ndiogou Fall, presidente del Roppa
(Rete di organizzazioni contadine e dei produttori agricoli dell'Africa
occidentale), per la prima volta invitato il 25 settembre scorso a New York
all'incontro ad alto livello sugli Obiettivi di sviluppo del millennio,
sull'argomento "poverta' e fame", due problemi che colpiscono prima di tutto
le popolazioni rurali. Fall ha detto fra l'altro: "L'agricoltura e' il
motore dell'economia africana, rappresenta il 60% della forza lavoro e
produce il 30% del Pil, eppure l'Africa non stanzia per il settore nemmeno
il 10% del prodotto interno lordo. I servizi di finanziamento rurale
praticamente non esistono.
Cosi' sara' molto difficile raggiungere gli 'obiettivi del Millennio'
fissati per il 2015. Le nostre vite nei villaggi non sono cambiate affatto.
Incertezze, insicurezze, rischi climatici, agronomici, ecologici, economici
e sociali. Le famiglie di contadini sono costantemente a rischio di
bancarotta e fallimento. Senza il sostegno dei migranti - alcuni dei quali
non hanno altra scelta se non quella di sfidare l'oceano Atlantico - la vita
nelle aree rurali sarebbe estremamente difficile". E' difficile anche per i
piccoli coltivatori in Europa: dove, sottolinea un recente appello del Foro
contadino toscano - Soccorso contadino toscano, per impossibilita' economica
chiudono molte aziende agricole.

7. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: KRISHAMMAL E JAGANNATHAN
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 ottobre 2008 col titolo "Un premio a
Amma e Appa"]

Krishnammal e Jagannathan, attivisti gandhiani da cinquant'anni impegnati
nei villaggi per quell'India "dalla semplice vita e dal grande pensiero" che
il mahatma sognava, hanno ricevuto un importante riconoscimento
internazionale: il cosiddetto "premio Nobel alternativo" (Right Livelihood
Award) assegnato ogni anno dal 1980 a persone e gruppi, in particolare del
Sud del mondo, che lavorano per una societa' migliore e un'economia piu'
giusta. Il premio fu creato nel 1980 dallo scrittore tedesco-svedese Jakob
von Uexkull per riconoscere forme e luoghi di impegno ignorati dal Premio
Nobel. Gli altri destinatari del 2008 sono: la giurista somala Asha Hagi, la
giornalista statunitense Amy Goodman della radio e tv alternativa "Democracy
Now!" e la ginecologa tedesca Monika Hauser.
I coniugi Krishnammal e Jagannathan, 82 anni lei, 96 lui, vivono a Kuthur,
nello stato indiano meridionale del Tamil Nadu. Hanno portato l'eredita'
gandhiana nel XXI secolo. Dall'epoca dell'indipendenza lavorano a fianco
degli intoccabili e dei braccianti senzaterra, oppressi in passato da
latifondisti e medioevali strutture castali, ora minacciati (anche) da un
modello di sviluppo escludente. La loro vita e' un romanzo sociale. Lui, di
casta alta, nel 1942 aderisce al movimento indipendentista "Quit India" e
passa tre anni e mezzo in prigione. Lei, intoccabile, sin da giovanissima
lavora con il movimento gandhiano. Si sposano - rompendo le regole della
separazione castale - nel 1950, nell'India ormai indipendente, una grande
speranza che li avrebbe via via delusi. Da allora insieme lavorano in vari
stati dell'India per la riforma agraria (nel Bhoodan Movement), contro le
caste e per applicare nei villaggi un modello di vita e lavoro fondato sulla
giustizia sociale e sull'equilibrio con la natura. L'"Economia della
permanenza" come la chiamava l'economista Kumarappa, amico di Jagannathan.
Nel 1981 Amma e Appa (mamma e papa', cosi' li chiamano tutti) si
stabiliscono nel Tamil Nadu e fondano il movimento Lafti, Land for Tillers's
Freedom, "Terra per la liberazione dei braccianti". La riforma agraria
infatti non e' stata attuata che parzialmente, e il Lafti cerca di far
redistribuire altri terreni. Difficilissimo: le banche fanno storie con i
prestiti, la burocrazia con le registrazioni. Il Lafti riesce pero' a
distribuire 13.000 acri ad altrettante famiglie che diventano poi
protagoniste - soprattutto le donne - di programmi socioeconomici:
artigianato di villaggio, habitat, nutrizione, istruzione dei bambini, corsi
di computer per i dalit (gli intoccabili), rimboschimento... E l'impegno
politico perche' l'India non si sottometta alle multinazionali e al
profitto - ma su questo Jagannathan (che da qualche anno e' gravemente
ammalato) si e' dichiarato sconfitto. La sfida degli ultimi anni e' contro
la distruzione dell'ecosistema costiero causata dai grandi allevamenti di
gamberetti destinati all'export; terra coltivabile che diventa desertica,
pozzi d'acqua salinizzati... Digiuni a ripetizione, ricorsi alla Corte
Suprema (vinti ma non applicati). Nel Natale 2004 lo tsunami colpisce anche
le aree del Lafti, e Amma e' assorbita dai soccorsi e dalla ricostruzione.
Krishnammal e Jagannathan sono gandhiani prima di tutto nella propria vita.
Semplicissima, vuota di oggetti quanto piena di interessi e passioni. Li
ricordiamo, gia' anziani, peregrinanti sotto il sole cocente di New Delhi
dove erano arrivati dopo due giorni in treno dal Tamil Nadu (classe
economica) per cercare di convincere i politici a mettere al bando gli
impianti di gamberetti.

8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac@tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 129 del 4 ottobre 2008

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("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac@tin.it

giovedì 27 marzo 2008

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 84 del 26 marzo 2008

In questo numero:
1. Ampliato ed arricchito il sito www.coipiediperterra.org
2. Per una minima cronistoria documentaria del comitato
3. Alcune rilevanti personalita' che hanno espresso solidarieta' al comitato
4. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. NOVITA'. AMPLIATO ED ARRICCHITO IL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG

E' stato ampliato e arricchito il sito www.coipiediperterra.org del comitato
che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia,
dei diritti di tutti.
Alcune ulteriori sezioni sono in allestimento.

2. MATERIALI. PER UNA MINIMA CRONISTORIA DOCUMENTARIA DEL COMITATO

Per una minima cronistoria documentaria del comitato che si oppone
all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di
tutti
*
Da una lettera aperta intitolata "Contro l'aeroporto" del 3 luglio 2007
inviata ai mezzi d'informazione locali e ad alcune persone amiche dal
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo scaturisce
l'idea di costituire il comitato.
La prima riunione si svolge il 24 luglio 2007 presso il centro sociale
autogestito di Viterbo, al termine di essa si decide di dare vita al
comitato.
La prima iniziativa pubblica e' la partecipazione alla sessione aperta del
Consiglio provinciale di Viterbo del 30 luglio 2007.
Il 3 agosto 2007 si svolge la prima conferenza stampa a Viterbo.
L'11 agosto 2007 viene diffuso l'appello che e' alla base della
mobilitazione.
L'8 settembre 2007 viene inviata una lettera al Ministro dei Trasporti in
cui si riassumono le ragioni fondamentali dell'iniziativa del comitato.
Dal luglio 2007 ad oggi molte sono state le iniziative, tra convegni,
assemblee, incontri, realizzazione di un sito e una newsletter, produzione
di materiali informativi. E numerose ed autorevolissime le adesioni
ottenute.
Di seguito si riportano alcuni documenti essenziali.
*
1. La lettera aperta del 3 luglio 2007
Contro l'aeroporto
Vorrei esprimere la mia contrarieta' al progetto dell'aeroporto a Viterbo.
Occorrerebbe ridurre il trasporto aereo, non incrementarlo.
Occorrerebbe diminuire i voli e rendere piu' sicuri gli aeroporti, non
aumentarli.
L'umanita' ha bisogno di piu' lentezza, non di piu' velocita'; di maggior
sicurezza, non di maggior rischio.
Il pianeta ha bisogno di rispetto e risanamento dell'ambiente, non di
ulteriore inquinamento.
Porre la questione in termini di concorrenza campanilistica tra tre citta'
(naturalmente ho letto l'interessante studio del Comitato per l'aeroporto di
Viterbo, che presuppone la positivita' della scelta di incrementare il
trasporto aereo e si concentra sull'argomentare in favore della
localizzazione del terzo polo aeroportuale laziale a Viterbo rispetto a
Frosinone e Latina) e' un modo per non porre il vero problema: servono
davvero nuovi aeroporti? Non servirebbe invece piu' sicurezza, piu' qualita'
dell'ambiente, un'economia piu' rispettosa della natura e delle persone?
Il territorio viterbese ha bisogno di migliore mobilita' ferroviaria, di
maggiori e migliori servizi sanitari e sociali, di una edilizia non
speculativa e non devastante che garantisca una casa a tutti, della difesa
dell'ambiente e dei beni naturali e culturali, del sostegno alle reali
vocazioni produttive centrate sull'agricoltura, sull'artigianato, sui beni
ambientali e culturali e quindi anche sull'ospitalita' che sono peculiari
dell'Alto Lazio.
Vale per il viterbese quello che vale ovunque: occorre un modello di
sviluppo autocentrato con tecnologie appropriate.
E vale per il mondo intero l'esigenza gia' segnalata da anni sia dagli
studiosi che dalle conferenze istituzionali internazionali e dai protocolli
in quelle sedi elaborati: l'esigenza di passare a un modello di mobilita'
sostenibile, l'esigenza di ridurre le emissioni inquinanti, l'esigenza di
una mobilita' che privilegi la sicurezza degli esseri umani e la difesa
della biosfera. Il trasporto aereo, come quello automobilistico privato, va
drasticamente ridotto, e non incentivato.
Continuo a trovare assai persuasive le analisi di Ivan Illich e di Murray
Bookchin, di Mohandas Gandhi e di Vandana Shiva, di Alexander Langer e di
Guido Viale; ed alcune idee che in forma forse un po' semplificata propone
da anni Serge Latouche (e con lui la scuola di pensiero del Movimento
antiutilitarista nelle scienze sociali e della "teoria della decrescita" -
che su questioni cruciali non e' poi cosi' lontana da alcune intuizioni
formulate alcuni decenni fa anche dagli studi promossi dal Club di Roma di
Aurelio Peccei).
In anni che sembrano assai lontani solo perche' rapidamente dimenticati,
molte persone di questa provincia si opposero a devastanti progetti e a
umilianti servitu'. Di quelle esperienze di cui ebbi l'onore di essere uno
degli animatori e' erede oggi ad esempio la lotta contro le centrali a
carbone e quelle sui rifiuti in difesa del diritto alla salute e della
legalita', quelle per difendere l'acqua come bene comune, ed altre
esperienze ancora di limpido impegno civile.
All'epoca argomentai in un'infinita' di articoli, relazioni, opuscoli,
bibliografie ragionate le ragioni forti dell'opposizione alla devastazione
dell'ambiente e come esse si intrecciassero all'impegno per la legalita' e
contro i poteri criminali, e come esse si fondassero su un'analisi non
campanilistica ma globale e solidale, fondata su quel "principio
responsabilita'" acutamente tematizzato da Hans Jonas.
Last, but not least: da dieci anni non ho piu' incarichi pubblici e ho
concentrato il mio impegno civile sulla questione che mi sembra decisiva nel
tempo presente: l'opposizione alla guerra e la proposizione di una politica
di pace con mezzi di pace, ovvero attraverso la scelta della nonviolenza. Se
oggi torno ad occuparmi di una questione che potrebbe sembrare "locale" e'
perche' in essa invece vedo implicate questioni generali, e mi sembra - ma
posso sbagliarmi, da anni non seguo con adeguata attenzione le vicende
locali - che non si siano levate fin qui altre voci a dichiarare con
chiarezza una decisa opposizione esplicita ed argomentata alla proposta
dell'aeroporto a Viterbo.
Grazie per l'attenzione, cordialmente
Peppe Sini
Viterbo, 3 luglio 2007
*
2. Il comunicato del 25 luglio 2007 sulla costituzione del comitato
Costituito a Viterbo un comitato di opposizione all'aeroporto
Alcune proposte di riflessione per un dibattito pubblico
Il 24 luglio 2007 si e' costituito a Viterbo un comitato di opposizione al
progetto di costruzione del nuovo aeroporto.
Il Comitato e' promosso da persone da anni impegnate in varie esperienze di
solidarieta', per i diritti umani e la pace, per l'ambiente e il diritto
alla salute, per un modello di sviluppo non distruttivo.
Proponiamo alla riflessione pubblica le seguenti preoccupazioni:
a) La realizzazione dell'aeroporto rappresenta un reale pericolo di
devastazione ambientale, di inquinamento della qualita' dell'aria e
acustico, con i conseguenti gravi danni per la salute, il benessere e la
sicurezza delle persone. Contribuisce a stravolgere la naturale vocazione
agricola e turistica di qualita' del territorio viterbese. Aggiunge una
nuova pressione su un'area gia' sottoposta, in gran parte, a servitu'
energetiche, militari e speculative - in particolare edilizia, che continua
la cementificazione di vaste aree dei comuni viterbesi.
b) Il modello di mobilita' cui questo progetto e' interno e' vecchio,
superato e pericoloso come dimostrano gli studi scientifici piu' recenti.
Dovrebbe essere invece incrementato e migliorato il trasporto su rotaia
anche per le grandi distanze in quanto piu' sicuro e meno inquinante, cosi'
come, prima di tutto, dovrebbe essere fortemente potenziato il trasporto
ferroviario del viterbese.
c) La costruzione dell'aeroporto non rappresenta un'occasione di effettivo
sviluppo per la citta' di Viterbo poiche' essa diverrebbe per i viaggiatori
semplicemente un'area di transito per altre destinazioni, come avviene gia'
per le piccole citta' sedi di scali aerei, e la valorizzazione delle
preziose risorse culturali e ambientali della citta' di Viterbo passerebbe
in secondo piano rispetto a tale funzione di scalo aereo, il che potrebbe
implicare in prospettiva un possibile danno anche per il turismo e gli
ambiti occupazionali ad esso collegati.
d) Le ragioni che giustificano la necessita' di un terzo scalo aereo nella
Regione Lazio non sono ragionevoli ne' condivisibili poiche' ripropongono ed
amplificano un modello di mobilita', e particolarmente di viaggio e di
viaggiatore, in cui si privilegia unicamente la velocita' degli spostamenti
e il guadagno delle compagnie aeree a scapito della salute, della
salvaguardia ambientale e del viaggio inteso come esperienza e conoscenza
dei luoghi e delle persone.
Il comitato espone queste prime sommarie ragioni di preoccupazione che
motivano la sua opposizione al progetto aeroportuale, ad esse se ne
aggiungono altre legate a considerazioni piu' generali sulla necessita' di
un impegno urgente in difesa del clima e della biosfera: il trasporto aereo
e' fortemente inquinante; e piu' in generale e' necessario ed urgente
muovere verso scelte di modelli di sviluppo ecologicamente sostenibili,
autocentrati e con tecnologie appropriate, che si basino su criteri di
sobrieta' e condivisione responsabile, di primato della persona umana e di
rispetto della natura, rispetto a scelte distruttive e finalizzate
prevalentemente se non unicamente alla massimizzazione del profitto e ad uno
sfrenato consumismo incompatibile con i limiti della natura.
Il comitato intende promuovere un'ampia ed attenta discussione su questo
progetto in tutti i suoi aspetti, con particolar riferimento anche al
modello di mobilita' e al modello di sviluppo cui esso e' di fatto
collegato, ed alle sue decisive implicazioni economiche, ambientali,
tecnologiche, sociali e culturali.
Il comitato intende sollecitare una riflessione che coinvolga tutti i
cittadini, le comunita' locali, le esperienze associative e le istituzioni,
affinche' con l'esercizio della partecipazione democratica tutte le persone
possano essere protagoniste consapevoli di una scelta che in questa fase si
presenta complessa, con molti aspetti da chiarire, e che richiede una
discussione ampia, approfondita, informata e consapevole, rispettosa delle
opinioni di tutti, democratica nel senso pieno del termine.
Una scelta che a nostro avviso richiede di attenersi a quel "principio di
precauzione" secondo il quale prima di prendere una decisione che puo'
essere irreversibile e che puo' avere effetti gravemente negativi nel lungo
periodo e in una logica sistemica, occorre una valutazione per quanto
possibile completa e obiettiva delle sue conseguenze, e qualora emerga che
vi siano esiti nocivi, o anche soltanto che restino delle zone d'ombra o vi
siano fondati motivi di preoccupazione, allora e' doveroso astenersi dalla
realizzazione di quel progetto.
Nell'Alto Lazio tutti ricordiamo le conseguenze nefaste di decisioni passate
che all'epoca venivano presentate come positive e dai benefici effetti, e
che invece hanno gravemente danneggiato la popolazione, aggredito il
territorio e sovente inibito la possibilita' di uno sviluppo corretto e
adeguato.
Il comitato si propone di promuovere anche un'attivita' di studio, di
documentazione e di sensibilizzazione sui temi sopra indicati.
Non abbiamo la pretesa di offrire delle risposte preconfezionate, ma
intendiamo formulare delle domande ed esporre delle preoccupazioni alle
quali e' interesse di tutti cercare insieme delle risposte nel confronto
pubblico, con il conforto della piu' rigorosa ed aggiornata riflessione
scientifica, e nella comune assunzione di responsabilita' in difesa della
biosfera e del diritto a una vita degna e sicura delle persone presenti e
delle generazioni future.
Comitato di opposizione alla costruzione dell'aeroporto
Viterbo, 25 luglio 2007
*
3. Un resoconto della seduta del Consiglio provinciale di Viterbo del 30
luglio 2007
Resoconto della seduta del Consiglio provinciale di Viterbo del 30 luglio
2007 sul tema della realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio a
Viterbo, seduta aperta alla partecipazione di enti locali, associazioni e
cittadini
La seduta e' iniziata nel pomeriggio di lunedi' 30 luglio 2007, dopo
l'intervento introduttivo del presidente della Provincia Alessandro Mazzoli
e' intervenuto brevemente un rappresentante del Comitato a favore
dell'aeroporto e subito dopo e' intervenuta la dottoressa Antonella Litta,
portavoce del comitato che si oppone all'aeroporto.
La dottoressa Litta ha svolto quella che a parere di molti intervenuti e'
stata la vera e propria relazione introduttiva dell'incontro, ed infatti
pressoche' tutti gli interventi successivi ad essa hanno fatto riferimento.
Si e' poi avviato un vivace dibattito in cui sono intervenuti sia fautori
che oppositori del progetto. Tra gli interventi piu' rilevanti quello del
professor Mauro Sarnari e quello dell'architetto Giuseppe Tacconi, che hanno
ripreso, illustrato ed argomentato i principali e piu' forti motivi di
opposizione al'opera.
Molti gli interventi di amministratori comunali e provinciali, vari sindaci
del viterbese - tra cui quello di Viterbo Giancarlo Gabbianelli -, la
senatrice Laura Allegrini, il senatore Giulio Marini.
L'incontro e' terminato con gli interventi conclusivi di Peppe Sini (che ha
ribadito le ragioni dell'opposizione all'aeroporto), dell'assessore
provinciale ai trasporti Trappolini, del presidente Mazzoli.
Quella che era stata forse prevista dai promotori come una sorta di parata
in favore dell'aeroporto e' divenuta invece la prima vera occasione di
confronto pubblico in sede istituzionale a Viterbo in cui le posizioni e le
argomentazioni degli oppositori al progetto sono emerse in tutta la loro
nettezza ed efficacia.
La relazione della dottoressa Litta, che ha esposto con precisione,
chiarezza ed energia le profonde preoccupazioni per le drammatiche
conseguenze sanitarie ed amobientali di una eventuale realizzazione
dell'opera, ha costretto tutti gli intervenuti ad una riflessione
ineludibile.
Nella delegazione del comitato che si oppone all'aeroporto vi era inoltre
una presenza illustre nella storia della cultura civile e dell'ambientalismo
viterbese: il professor Osvaldo Ercoli, gia consigliere comunale e
provinciale e simbolo indiscusso per tutti i viterbesi di rigore morale e
intellettuale.
Va segnalato che alcune forze politiche che in passato avevano espresso una
posizione subalterna e non meditata nei confronti dell'opera, sembra che ora
stiano rivedendo le posizioni: e' ragionevole supporre che i Verdi usciranno
dal silenzio, mentre il Prc nelle ultime settimane ha cominciato ad
esprimere una posizione di sempre piu' netta contrarieta' all'aeroporto. Nel
corso del dibattito nel Consiglio provinciale di lunedi' 30 luglio sia il
sindaco di Viterbo (An) che il presidente della Provincia (Ds), che pure
entrambi hanno ancora espresso un sostegno al progetto, hanno riconosciuto
la rilevanza e l'ineludibilita' delle questioni poste dal comitato che si
oppone all'aeroporto.
Si apre a Viterbo finalmente una fase di dibattito anche nelle sedi e nelle
rappresentanze istituzionali in cui la forza delle argomentazioni del
Comitato che si oppone all'aeroporto avra' modo di dispiegarsi pienamente.
Il comitato che si oppone all'aeroporto sta preparando una conferenza stampa
che avra' luogo tra pochi giorni a Viterbo per avviare una campagna di
rigorosa informazione scientifica e di adeguata sensibilizzazione pubblica.
Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 31 luglio 2007
*
4. Una sintesi della conferenza stampa del 3 agosto 2007
Si e' svolta a Viterbo la conferenza del comitato che si oppone
all'aeroporto
Si e' svolta venerdi' 3 agosto 2007 a Viterbo la conferenza stampa del
comitato che si oppone alla realizzazione del terzo polo aeroportuale del
Lazio e chiede un ridimensionamento del trasporto aereo in quanto altamente
inquinante e pericoloso per l'ambiente e la salute dei cittadini.
L'incontro e' stato aperto dalla dottoressa Antonella Litta, portavoce del
Comitato, che ha riassunto i temi gia' svolti nella sua apprezzata relazione
tenuta al Consiglio Provinciale di Viterbo del 30 luglio.
E' poi intervenuta la dottoressa Marinella Correggia, saggista scientifica,
autrice di molte pubblicazioni e referente italiano della rete
internazionale dei comitati che denunciano il grave impatto ambientale del
trasporto aereo con particolar riferimento all'emergenza globale del
surriscaldamento del clima.
L'incontro e' stato moderato da Peppe Sini, responsabile del Centro di
ricerca per la pace di Viterbo.
Sono intervenuti tra gli altri il dottor Walter Mancini, l'architetto e gia'
docente universitario Giuseppe Tacconi, il professor Mauro Sarnari, il
professor Alessandro Pizzi gia' sindaco di Soriano nel Cimino, il professor
Osvaldo Ercoli gia' consigliere comunale e provinciale, che hanno esposto le
ragioni dell'opposizione all'opera.
Erano presenti persone rappresentative di varie esperienze di impegno civile
e di impegno culturale nella citta' e nella provincia.
Naturalmente vi e' stato anche lo spazio per l'espressione di voci
favorevoli all'opera (a conferma di uno stile di comunicazione aperto
all'ascolto delle opinioni altrui).
Un contributo cospicuo e' stato dato dai giornalisti, con molte domande
tutte pertinenti ed impegnative, che hanno dato luogo ad una riflessione
vivace, polifonica ed appassionante. A tutti loro va il piu' vivo
ringraziamento del Comitato.
La conferenza stampa si e' prolungata per oltre due ore, a conferma
dell'importanza di una disamina pubblica adeguata dei temi in discussione.
Il comitato che si oppone alla realizzazione del terzo polo aeroportuale del
Lazio e chiede un ridimensionamento del trasporto aereo
Viterbo, 3 agosto 2007
*
5. L'appello diffuso l'11 agosto 2007
Un aeroporto a Viterbo? No, grazie
E' necessario invece ridurre il trasporto aereo
Diciamo alcune semplici verita' fin qui sottovalutate o tenute nascoste:
1. Un aeroporto provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive
nei dintorni
- sia attraverso l'inquinamento dell'aria, che causa gravi patologie;
- sia attraverso l'inquinamento acustico.
2. Il trasporto aereo provoca gravissimi danni al clima
- contribuisce enormemente al surriscaldamento del clima del pianeta.
3. Il trasporto aereo danneggia gravemente l'ambiente
- sia a livello globale;
- sia a livello locale.
4. Il trasporto aereo e' antieconomico
- consuma piu' energia di ogni altro mezzo di trasporto;
- danneggia gravemente la biosfera;
- costa molto alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da da
finanziamenti pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mente si
effettuano sciagurati tagli di bilancio per sanita' ed assistenza):
paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo li pagano i
cittadini che non lo usano;
- danneggiando l'ambiente e sottraendo risorse pubbliche non aiuta le
economie locali ma le impoverisce;
- l'occupazione nel settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie
hanno spesso condotte gravemente antisindacali.
5. Il trasporto aereo e' iniquo
- statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei ricchi;
- ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, usando i fondi della
fiscalita' generale ricavati cioe' dalla tassazione di tutti i cittadini:
chi paga le tasse e' costretto, a sua insaputa e contro la sua volonta', a
finanziare le compagnie aeree (le quali invece le tasse le pagano ben poco,
godendo di agevolazioni e addirittura di esenzioni incredibili);
- le nocive conseguenze del trasporto aereo le pagano innanzitutto i poveri.
6. Il trasporto aereo non e' sicuro
- di tutte le modalita' di trasporto e' la piu' pericolosa, per i
viaggiatori e per chi vive nelle aree sorvolate.
7. Nel caso specifico dell'aeroporto a Viterbo manca completamente la
Valutazione d'impatto ambientale
- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni
ed impatto senza rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente?
- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni
ed impatto senza neppure uno straccio di studio sulle conseguenze
ambientali, sanitarie, sociali e sul modello di sviluppo del territorio?
8. Non solo non e' affatto certo che l'aeroporto avra' un benefico effetto
sull'economia viterbese, ma anzi e' piu' che lecito dubitarne
- il turismo low cost (cui l'aeroporto sarebbe destinato) e' un turismo
"mordi e fuggi" che in grandissima parte atterrerebbe a Viterbo solo per
arrivare al piu' presto a Roma (come gia' accade a Ciampino e a Fiumicino);
- se si investiranno ingenti risorse statali e regionali nell'Alto Lazio per
realizzarvi un aeroporto, e' evidente che - per un ovvio ragionamento di
ripartizione delle risorse tra le diverse realta' territoriali - non
potranno essere assegnate alla stessa zona ulteriori risorse statali e
regionali per altre strutture ed attivita', ovvero per opportunita' di
sviluppo esse si' utili e coerenti con la valorizzazione dei beni ambientali
e culturali e con le vocazioni produttive della nostra terra (beni e
vocazioni che l'impatto dell'aeroporto puo' pesantemente danneggiare,
rivelandosi per quello che e': un'ennesima gravosa servitu');
- Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno innanzitutto di migliorare
la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, con Orte e con
Civitavecchia.
9. La popolazione viterbese non e' stata fin qui informata sui danni certi e
sui pericoli probabili
- gli enti locali hanno fatto molta pessima propaganda (sperperando a tal
fine tempo e risorse che potevano e dovevano essere diversamente utilizzati)
ed hanno scandalosamente taciuto su tutte le questioni sopra indicate;
- le cittadine e i cittadini sono stai ingannati da una propaganda da parte
di pubblici amministratori poco cauti e poco scrupolosi fatta di false
alternative, di esasperato campanilismo con punte di xenofobia, di
grottesche baruffe, di ultimatum costantemente smentiti dai fatti.
E' ora che tutte le cittadine e tutti i cittadini siano onestamente
informati, perche' una decisione cosi' grave e dagli effetti cosi'
irreversibili non puo' essere presa da pochi rappresentanti di enti ed
imprese che peraltro avendo degli interessi economici direttamente implicati
sono parte in causa e non super partes.
Chiediamo che tutte le persone che vivono nell'Alto Lazio conoscano la
verita', che tutte le persone possano esprimere la loro opinione, che
l'intera popolazione sia coinvolta in un processo decisionale onesto,
partecipato, informato su basi rigorosamente scientifiche, in un autentico
esercizio di sovranita' popolare e di democrazia.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla salute.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla sicurezza.
Chiediamo che sia rispettato il diritto a un ambiente vivibile.
Chiediamo che sia rispettato il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro.
Chiediamo che sia rispettato il diritto alla mobilita' per tutti e non solo
per pochi privilegiati.
Chiediamo che decisioni che riguardano tutti siano discusse da tutti e prese
in modo democratico.
Chiediamo che prevalga la responsabilita', la solidarieta', la democrazia.
Siamo solidali con i cittadini di Ciampino, vittime dell'estrema nocivita'
dell'aeroporto.
Siamo solidali con tutti gli esseri umani che subiscono le conseguenze
dell'effetto serra cui il trasporto aereo contribuisce in misura cosi'
rilevante.
*
6. La lettera al Ministro dei Trasporti dell'8 settembre 2008
Al Ministro dei Trasporti
Egregio Ministro,
le scriviamo come cittadini residenti nel viterbese e come rappresentanti di
movimenti e strutture che si impegnano in difesa dell'ambiente, della
qualita' della vita, della civile convivenza, della legalita', dei diritti
umani di tutti gli esseri umani.
Siamo molto preoccupati della prospettiva che a Viterbo si realizzi un
aeroporto per voli low cost come terzo polo aeroportuale laziale e ci sembra
necessario informarla che l'eventuale realizzazione di questa grande opera
avrebbe conseguenze disastrose.
Ma procediamo per ordine.
1. Ridurre e non incrementare il trasporto aereo
Da tempo si sente parlare del progetto di incrementare anziche' ridurre il
trasporto aereo e le basi aeroportuali ad esso intese nel territorio
laziale.
Crediamo che sia un grave errore: il trasporto aereo deve essere ridotto e
non aumentato:
- deve essere ridotto perche' contribuisce notevolmente al surriscaldamento
del clima, la piu' grave emergenza ambientale planetaria che occorre
fronteggiare con urgenti ed energici provvedimenti;
- deve essere ridotto perche' fortemente inquinante e dannoso per la salute,
sia per l'inquinamento provocato dalle emissioni nocive, sia per
l'inquinamento acustico delle aree nelle vicinanze degli aeroporti;
- deve essere ridotto perche' insostenibilmente energivoro,
incomparabilmente piu' di altre forme di mobilita';
- deve essere ridotto perche' antieconomico, ed assai costoso per il
pubblico erario che lo sostiene fortemente sia con finanziamenti diretti sia
concedendo alle compagnie aeree agevolazioni e fin esenzioni fiscali
semplicemente scandalose.
Ricapitolando: deve essere ridotto perche' e' necessario limitare i danni
che provoca alla biosfera, agli ecosistemi locali, alle persone,
all'economia e alle finanze dello stato.
2. Un disastro ecologico, sanitario ed economico a Viterbo
La proposta di realizzare a Viterbo un aeroporto per voli low cost per il
turismo "mordi e fuggi" per Roma e' semplicemente insensata:
- perche' anche se si realizzasse a Viterbo l'infrastruttura a tal fine, poi
da Viterbo per Roma sarebbe necessario un viaggio in treno di due ore - dato
che una classe politica ed amministrativa a dir poco evidentemente
inadeguata si e' nel corso degli anni disinteressata della rete ferroviaria,
col risultato che la linea Civitavecchia-Capranica-Orte e' chiusa, e tanto
quella Viterbo-Orte quanto quella Viterbo-Capranica-Roma hanno tempi di
percorrenza biblici;
- perche' devasterebbe col suo impatto un'area di grande pregio ambientale,
storico, culturale, sociale ed economico: l'area delle terme e del Bulicame
che costituisce per Viterbo un irrinunciabile elemento di identita'
storico-culturale e un fondamentale bene ambientale e socio-economico;
- perche' colpirebbe interi popolosi quartieri della citta' con un
inquinamento acustico gravissimo tale da rendere invivibile la quotidianita'
di decine di migliaia di residenti;
- perche' danneggerebbe irreversibilmente i beni culturali e ambientali e le
vocazioni produttive del viterbese e la qualita' della vita di molti
cittadini che vi abitano;
- perche' provocherebbe un ulteriore aggravamento dell'aggressione al
territorio altolaziale da parte di un devastante modello di sviluppo fondato
sulle servitu' e la speculazione: l'alto Lazio ha gia' subito e subisce le
nocive, pesanti conseguenze di servitu' energetiche e militari, di grandi
opere insensate, di speculazioni edilizie dissennate, di discariche
illegali, della penetrazione dei poteri criminali a questi "affari"
connessa.
3. Per Viterbo
Viterbo ha bisogno di ben altro:
- ha bisogno di un deciso potenziamento delle ferrovie per i pendolari e per
il commercio: affinche' sia finalmente garantito un adeguato collegamento
tra Viterbo e Civitavecchia, Viterbo e Orte, Viterbo e Roma;
- ha bisogno della difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali;
- ha bisogno di sostegno alle sue reali vocazioni produttive: l'agricoltura
di qualita', il turismo di qualita', il termalismo sociale, l'alta
formazione e la ricerca in campo agrario, forestale, ambientale,
archeologico, storico e artistico.
4. Ma anche per Frosinone e per Latina
Ma non sono accettabili neanche le ipotesi di realizzare a Frosinone o a
Latina il cosiddetto "terzo polo aeroportuale del Lazio" per il turismo low
cost "mordi e fuggi" diretto a Roma.
In ambedue i siti indicati da proponenti avventati e' evidente infatti che
sussistono rilevanti elementi ostativi che naturalmente non e' questa la
sede per illustrare, sia pur riassuntivamente.
5. Per Ciampino
E' necessario e urgente dal nostro punto di vista ridurre il trasporto
aereo, anche ed in primo luogo per rendere meno invivibile la situazione di
gravissimo danno che tuttora subisce la popolazione di Ciampino e delle aree
limitrofe: una situazione inammissibile, ampiamente documentata sotto ogni
profilo; ed ai cittadini di Campino va naturalmente la nostra piena
solidarieta', e il nostro pieno sostegno alle loro legittime richieste.
6. Rinunciare al terzo polo aeroportuale laziale
Si tratta quindi, a nostro parere, di rinunciare ad inseguire il sogno di
una proliferazione di aeroporti; di rinunciare a incentivare un turismo
"mordi e fuggi" consumista, antieducativo e dagli effetti distruttivi; e di
promuovere invece una mobilita' adeguata, un turismo consapevole e
responsabile, accessibile a tutti, coerente con le finalita' di apprezzare i
beni culturali e ambientali e di fare esperienze umane significative.
7. Tutelare i lavoratori
Non solo: le segnaliamo anche che - come e' ampiamente documentato - le
compagnie low cost sovente hanno condotte antisindacali, e che quindi deve
essere preoccupazione dei pubblici poteri tutelare i diritti dei lavoratori
e garantire l'osservanza delle leggi.
La condotta antisindacale di talune compagnie low cost rivela anche come
esse non promuovano occupazione stabile e qualificata, ma forme di
precariato e di lavoro sottoposto a meccanismi di pressione ai limiti del
ricatto.
8. Rispettare la legge
Le chiediamo di impedire che si realizzi un mega-aeroporto in assenza del
pieno espletamento della Valutazione d'impatto ambientale cosi' come
previsto dalla legislazione vigente.
Non e' stata fin qui mai resa di pubblico dominio una progettualita'
adeguata, complessiva, ostensibile, sulla quale potesse esercitarsi quella
procedura che la normativa sulla Valutazione d'impatto ambientale
esplicitamente prevede.
Non vorremmo che in questa vicenda si procedesse a colpi di "fatti compiuti"
o col classico squallido metodo di eludere un esame complessivo fingendo che
si procede solo a parziali interventi che nell'insieme configurano una
grande opera ma che singola realizzazione per singola realizzazione possono
apparire come opere non rilevanti e quindi non rientranti nei vincoli
legislativi che alle grandi opere sono posti.
Le chiediamo di far rispettare le leggi a tutela dell'ambiente, dei beni
culturali, della salute e dei diritti dei cittadini; le procedure
amministrative e i vincoli urbanistici e territoriali; la normativa locale,
nazionale ed europea.
Le chiediamo di vigilare e di essere inflessibile nel far valere l'obbligo
del pieno rispetto della legge e nel contrastare ogni eventuale illecito
affarismo e ogni eventuale operazione speculativa che possa essersi data o
essere in divenire.
Le chiediamo altresi' una verifica sugli atti gia' compiuti dagli enti
locali, sui finanziamenti eventualmente gia' stanziati, o anche erogati, o
addirittura utilizzati per opere connesse alla realizzazione di un aeroporto
per voli low cost per il quale a tutt'oggi manca finanche un'adeguata
progettazione e un'adeguata verifica di compatibilita' con quanto dalle
leggi disposto.
9. Significative adesioni al nostro appello
Le segnaliamo infine che all'appello promosso dal Comitato che si oppone
all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
sono gia' pervenute numerosissime dichiarazioni di attenzione, sostegno e
adesione, tra cui quelle graditissime del magistrato Ferdinando Imposimato;
di scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Giorgio Cortellessa,
Marcello Cini, Giorgio Nebbia; di altri cattedratici universitari come Rocco
Altieri, Andrea Canevaro, Domenico Jervolino, Raffaele Mantegazza, Arnaldo
Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Elena Pulcini, Silvia Vegetti
Finzi; di scrittrici e saggiste come Dacia Maraini e Lea Melandri; di
intellettuali come Giancarla Codrignani, Enrico Peyretti, Bruno Segre,
Renato Solmi; di personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed
educativo come Marinella Correggia, Pasquale Iannamorelli, Daniele Lugli,
Luigi Malabarba, Anna Puglisi, Umberto Santino, Mao Valpiana, e ancora di
vari parlamentari europei, senatori e deputati al parlamento italiano,
consiglieri regionali del Lazio.
10. Una richiesta di incontro
Siamo infine a chiederle un incontro per poterle meglio illustrare quanto
succintamente descritto nella presente lettera.
Restiamo a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento e confidiamo
nella possibilita' di incontrarla al piu' presto.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire cordiali saluti ed auguri di
buon lavoro,
Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di
Viterbo
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 settembre 2007

3. SOLIDARIETA'. ALCUNE RILEVANTI PERSONALITA' CHE HANNO ESPRESSO
SOLIDARIETA' AL COMITATO

A livello nazionale hanno espresso attenzione, apprezzamento e sostegno alla
nostra iniziativa personalita' illustri come il magistrato Ferdinando
Imposimato, la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, padre
Alex Zanotelli.
Scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Marcello Cini, Paul
Connett, Giorgio Cortellessa, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni
Tamino, Federico Valerio.
Altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea
Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Nella Ginatempo, Domenico Jervolino,
Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni,
Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria
Rivera, Antonella Sapio, Giovanni Scotto, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti
Finzi.
Scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri.
Intellettuali come Maria D'Asaro, Franco Barbero, Eleonora Bellini, Valeria
Borgia, Patrizia Caporossi, Augusto Cavadi, Chiara Cavallaro, Giancarla
Codrignani, Bruno Dei, Paola Del Zoppo, Francesco De Notaris, Maria G. Di
Rienzo, Daniele Gallo, Pupa Garribba, Giorgio Giannini, Federica Giardini,
Angela Giuffrida, Fulvio Grimaldi, Letizia Lanza, Elena Liotta, Fiora
Luzzatto, Paola Mancinelli, Attilio Mangano, Enzo Mazzi, Sara Michieletto,
Elena Monguzzi, Daniela Musumeci, Diana Napoli, Nadia Neri, Helene
Paraskeva', Sergio Paronetto, Francesco Pistolato, Rosangela Pesenti, Enrico
Peyretti, Tiziana Plebani, Giovanna Providenti, Elio Rindone, Giovanna
Rossiello, Anna Saleppichi, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Paola Sessa,
Renato Solmi, Giuseppe Tacconi.
Personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come
Normanna Albertini, Giacomo Alessandroni, Alessandro Ambrosin, Roberto
Barcaroli, Luciano Benini, Norma Bertullacelli, Carla Biavati, Michele
Boato, Liliana Boranga, Franco Borghi, Adriana Bottini, Elena Buccoliero,
Paolo Buffoni, Giuseppe Burgio, Elisabetta Caravati, Tiziano Cardosi,
Giovanni Colombo, Marinella Correggia, Sergio Dalmasso, Leila Lisa D'Angelo,
Riccardo Dello Sbarba, Emilio De Paolis, Gabriele De Veris, Giuliano Falco,
Carlo Ferraris, Gianni Ghirga, Agnese Ginocchio, Dario Giocondi, Carlo
Gubitosa, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Francesco Lo Cascio,
Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Maria Antonietta Malleo, Giovanni Mandorino,
Nello Margiotta, Carla Mariani, Gian Marco Martignoni, Luca Martinelli,
Raffaella Mendolia, Michele Meomartino, Carmine Miccoli, Maddalena Micotti,
Mauro Mocci, Luisa Mondo, Adriano Moratto, Fiamma Negrini, Beppe Pavan,
Paola Pavese, Strato Petrucci, Enzo Piffer, Luciano Polverari, Anna Puglisi,
Piercarlo Racca, Fabio Ragaini, Elio Romano, Carlo Ruta, Silvana Sacchi,
Raffaello Saffioti, Luca Salvi, Antonia Sani, Umberto Santino, Giovanni
Sarubbi, Eugenio Scardaccione, Anna Schgraffer, Silvano Tartarini, Tiziano
Tissino, Amedeo Tosi, Mao Valpiana, Claudio Vedovelli, Marcello Vigli.
Il magistrato Gennaro Francione.
Il sottosegretario Paolo Cento.
I parlamentari europei Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni
Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni,
Sepp Kusstatscher, la gia' citata Luisa Morgantini, Roberto Musacchio,
Pasqualina Napoletano.
I senatori e deputati al parlamento italiano Maurizio Acerbo, Angelo
Bonelli, Salvatore Bonadonna, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Giovanna
Capelli, Anna Donati, Rina Gagliardi, Haidi Giuliani, Salvatore Iacomino,
Vladimir Luxuria, Francesco Martone, Lidia Menapace, Maria Cristina Perugia,
Paolo Russo, Gianpaolo Silvestri, Massimiliano Smeriglio, Gino Sperandio,
Tiziana Valpiana.
I consiglieri regionali del Lazio Roberto Alagna, Enrico Luciani, Ivano
Peduzzi, Anna Pizzo.
Numerosissime persone del viterbese, tra cui autorevoli figure delle
istituzioni e della vita civile.
Movimenti come il presidio permanente "No Dal Molin" di Vicenza, il
congresso nazionale del Movimento Nonviolento.
Questo elenco e' ovviamente parziale e provvisorio, e ci scusiamo con le
molte personalita' che ci hanno gia' comunicato la loro attenzione,
solidarieta' ed adesione ed i cui nomi non abbiamo ancora avuto modo di
inserire.

4. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info@coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta@libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac@tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 84 del 26 marzo 2008

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